Blenio Café
RUSTICI IN VALLE
lo scriba montano
am: 12.3.2012 20:48
Ho dimenticato, ma aggiungo volontieri:

Ennesima dimostrazione, che tutti gli pseudosalvatori della nostra identità montana, (cioè quelli che spingono per avere i privilegi di venire da noi senza molto lacsiare, che spingono per comandare sul nostro territorio) gira e rigira sotto sotto sono sempre gli stessi: pro Natura, Buval, ecologisti eccetera.

Ho smepre detto: chi vuole essere ecologista ad oltranza provi ad anadare a vivere in mezzo alla foresta ma senza nemmeno il coltello (perchè inquina a fabbricarlo!) vedremo che dopo alcuni giorni ritornano volontieri nel loro appartamento (o magari) villa al calduccio costruiti in zone privilegiate urbane e si riprendo volontieri il loro cadreghino lautamente pagato a far girare le dita.

Altra possibilità: proviamo a farli vivere senza corrente d'inverno e a certe latitudini; dopo alcuni giorni (quando non si può scaladre il caffè, quando non funziona il microonde, quando non va ne radio ne tv eccetera)...

La dimostrazione è che, salvo qualche "pecora rara", detti personaggi abitano in città o zone urbane, hanno un buon cadreghino, e tentano di riempire il popolo con teorie che per chi al territorio alpino e/o molto ma molto periferico deve "strappare di che sostentarsi", non hanno nessuna possibilità di applicazione. Anzi, il più delle volte, sono altamente controproducenti.

Quindi, per quanto possibile: abitanti di serie C in zone di serie Z; forza e proviamo a far vedere per quanto possibile che siamo ancora capaci di gestirci e di tenere in mano la situazione e la nostra vita. (i buoi non sono ancora completamente fuori dalla stalla, o almeno si trovano nelle immediate vicinanze ed ancora prendibili).

Si spera che a chi spetta di studiare le varie ordinanze e regolamentazioni atte ad applicare l'assurda iniziativa, abbia l'accortezza di trovare degli spiragli per togliere dove è ancora possibile il nodo scorsoio dal collo del canditato all'impiccagione.
mara
am: 12.3.2012 20:07
Qualche considerazione post voto... leggendo qua e là...

Moreno Bernasconi, editoriale CdT, 12.03.2012:

..."Anche se può apparire poco razionale e molto emotivo, sono convinto che nell'inconscio collettivo di molti abitanti dei grandi agglomerati urbani svizzeri e delle agiate regioni dell'Altopiano, le Alpi e il sud delle Alpi vengano visti anzitutto come il proprio polmone verde, un giardino rustico e bucolico che riecheggia campanacci e la Svizzera pura e intatta "d'antan". Cosa ne pensano gli abitanti (meno agiati) delle regioni alpine, in cui edilizia e turismo vivono in misura non indifferente su una nuova transumanza vacanziera, conta poco". (...)

Voto di Lugano City:
6694 SI (51,7%) ; 6250 NO (48,2%)

Voto di Locarno:
1906 SI (54,2%) ; 1610 NO (45.7%)

A Bellinzona e Mendrisio è stata bocciata; grazie per la solidarietà :-)

Sto facendo demagogia??? "Dietrologia"? Boh, giudicate voi, o meglio giudicate dai dati.

Il sindaco del nostro comune di valle (Blenio), che rispetto intendiamoci, ha scritto ultimamente che "La nostra ricchezza è il territorio".

E' vero. Però se chi viene in visita da noi è felice e arcifelice di solo guardarlo, ammirarlo e "gustarlo" , il nostro territorio, a noi che ci viviamo non basta guardarla, questa ricchezza. Per rappresentare davvero una ricchezza per noi bisogna saperla vivere, interpretare correttamente, "usare" (brutto termine, se mi viene uno meglio dopo lo cambio), in modo intelligente, parsimonioso e rispettoso come sempre fatto nelle nostre Vallate, dalle generazioni prima di noi e tuttora.
Se ci sono eccezioni o mal funzionamenti, questi vanno risolti puntualmente, da ogni comune e dalla sua gente.

Mi spiace un sacco di questo risultato, che secondo me impoverisce la responsabilità e l'autonomia locale, il che non vuol dire anarchia totale, perché le leggi e i PR già ci sono...

Io resto sempre dell'idea che il troppo Stato, le troppe leggi, in tutto e per tutto, in ogni settore, limitano e de-responsabilizzano la persona, le tarpano le ali di quella sana e creativa libertà d'azione che, se la si ha, si impara anche a fare l'esperienza che la tua libertà finisce dove inizia la mia. Troppe leggi, troppi vincoli calati dall'alto atrofizzano invece le nostre capacità decisionali di individui liberi, nel Paese stupendo nel quale abbiamo la fortuna di vivere.
lo scriba montano
am: 12.3.2012 6:22
Ennesima dimostrazione di quanto sia considerata la popolazione alpina!! (e probabilmente di come siamo visti “dall’altra parte”).

Alfiero ha centrato in pieno la tematica; e poi bisogna regalare gli spazi di svago a certa cittadinanza, a gratis e sotto l’egida di assurde ed imbecillistiche regolamentazioni.

Altro che Parc Adula a questa gente!!
Spero che i vallerani se ne ricordino bene il giorno che dovranno decidere se regalare il terreno al scelleratismo di pseudo protettori del nostro territorio, oppure se ritiene che non siamo ancora del tutto deficienti e saremmo ancora capaci di autogestire noi da soli la nostra terra come è stato fatto da migliaia di anni.
La storia si ripete; Patto di Torre, landfogti, eccetera.

Ritengo che finora nessun cittadino abbia avuto la capacità e la costanza (per non chiamarla a volte testardaggine e magari un poco d’incoscienza) di insegnare al contadino di montagna come si deve fare a gestire il territorio ed estrapolare il minimo esistenziale per tirare avanti la famiglia!
Troppo facile salire da noi il fine settimana o magari solo in giornata con il SUV da centinaia di migliaia di Fr. di valore e poi dire che la vacca puzza di mucca e meravigliarsi e magari reclamare perché il mattino il canto del gallo lo ha svegliato!
Ci si potrebbe chiedere quale è potere morale ed etico che certa popolazione sente di dovere avere per legiferare fuori dalla porta di casa e sentirsi di dovere decidere delle sorti del “meschino alpino” incapace di autogestirsi!!
Non è retorica ma pure realtà!!
Attenzione!! Arrischiamo di ritornare ai tempi dei “fungiatt o heidelberitrager gomme tagliate”

Mi chiedo se quel Weber alla testa dell’iniziativa sa cosa vuole dire vivere ed operare in montagna, fare salti mortali per far quadrare i conti delle attività di svago e sport (vedi impianti da sci ed altro), far sacrifici per risanare il rustico che i nostri avi hanno costruito con tanta fatica e che con tanto amore e voglia di vederlo rinascere sotto nuovo aspetto.
Sarebbe interessante sapere dove vive, di cosa vive e se ne ha il tempo e le capacità, saper dove e come va in vacanza!

E con quale indotto locale!! Piccole imprese piccoli artigiani…
E poi Berna blocca i sussidi per aggiustare le strade agricole!!

Il testo di legge parla di residenza secondaria in generis e non cita assolutamente se conta chi è il proprietario o meno!

Nel prossimo futuro vedremo alcuni di questi centri di svago per il cittadino essere cancellati dalla cartina!! (e non mi sembra di esagerare)

Si cita l’esempio di Lenzerheide: non bisogna mischiare il burro con la ferrovia!
È vero che lo sviluppo sfrenato delle costruzioni in certi ambienti porta ad un rialzo dei prezzi; necessita però ricordare che tali centri senza questo sviluppo non sarebbero quello che sono, l’indotto creato con le costruzioni ed in seguito non sarebbe quello che è; i posti di lavoro in loco legati al turismo non sarebbero quello che sono. Senza questo sviluppo vedo molto male l’esistenza in loco delle imprese e degli artigiani che grazie a tanto possono esistere.
Posso confermare che conosco molto bene le varie realtà dei centri di turismo di quasi tutta la Svizzera (ed anche un po’ oltre); ciò per dire che non mi sembra di parlare a vanvera.
Cito un esempio; San Moritz è cosciente di questo problema e sta pianificando un vasto terreno da mettere a disposizione a bassissimo costo e pagare anche i progetti di costruzione per edificare a prezzi sopportabili a chi del luogo o intende installarsi in loco per lavoro.
Quindi se si vuole le soluzioni esistono.
Viceversa, e dimostrato, se il luogo è di scarsa attrattività anche regalando il terreno difficilmente si trovano interessati ad installarsi.

Quanto sopra vale anche per le nostre realtà anche in modo più ridimensionato (cambiano solo le cifre ma non il principio)

Tutto ciò mi riconferma quanto avevo già asserito in precedenti post in vari temi espressi in BC.
mara
am: 12.3.2012 5:20
Alpengraben... così lo ha definito qualcuno, nei commenti di stasera, il divario uscito tra Cantoni di montagna e quelli cittadini.

Se continua così, mi sa davvero che stiamo diventando il "giardino di svago per le Città" e alle condizioni (limitazioni) che vogliono loro. E noi, sul territorio dove viviamo e dovremmo poter lavorare e campare (per non scappare nelle città...), ci troviamo confrontati a divincolarci in un sacco sempre più fitto di limiti e imposizioni venute dall'alto che ci impediscono a tutti gli effetti - a noi che ci viviamo tutti i giorni - di poterci trarre... di che vivere! (E non speculare, giusto lavorare e vivere...).

Ora non è più possibile trasformare né rinnovare edifici e alloggi a scopo di vacanza. Ne faranno le spese le nostre piccole e medie aziende edili.

Faccio ora ancora più fatica ad interpretare con ottimismo i grossi progetti delle Terme e del Parc Adula. Fronte all'arrivo di tutte le masse di turisti che ci vengono propinate nei vari Plan di qua e Plan di là, costruiamo nuovi e moderni alberghi? O bastano quegli sparuti 3 o 4 esistenti?
Ma qual è - mi chiedo - il tipo di turismo più sostenibile, idoneo e rispettoso del nostro territorio? (sto parlando della valle, ovviamente...). Quello soft del tizio che, senza troppe manie di grandezze, riatta la cascina (sua o comperata), e tiene in ordine e pulito qualche metro quadro di terreno attorno ad essa, oppure l'edificazione di alberghi più o meno grandi, coi relativi parcheggi e via dicendo?

E sì che il CF nelle sue raccomandazioni di voto l'aveva beh anche scritto bene e chiaro (ma forse non abbastanza forte), che in Svizzera ci sono situazioni e regioni diverse e che "l'iniziativa non tiene conto delle diverse situazioni presenti nel nostro Paese".

Speriamo che almeno quelli del Buval e dei vari uffici della Natura tengano conto delle esigenze minime della popolazione locale quando si tratterà di dire sì o no alla Carta del Parc Adula, altrimenti quassù nelle valli per vivere e muoverci sul nostro territorio (curato e rispettato da anni e anni e da generazioni) dovremmo sempre chiedere il permesso a qualcuno o studiare a memoria qualche legge che ci dice cosa fare e cosa no.

E chi fa le leggi non abita qui. Probabilmente abita in Città. :-(
Gina
am: 12.3.2012 4:24
Il risultato è stato mooolto risicato, certamente bisognerà prenderne atto quando si tratterà di implementarlo. Non penso che non si potrà più battere chiodo perchè si è votato sui "letti freddi" quindi NON p.es. su rustici o su case secondarie che vengono sfruttati commercialmente (quindi dati in affitto). Sarebbe, penso, un'opportunità far rivivere Blenio Rustici, che in più significherebbe una gestione del territorio e un'economia più oculata e sostenibile, perchè permetterebbe di vendere il latte e non la mucca = restare proprietari del terreno e delle costruzioni, e vivere del redditto che essi generano.
Evidentemente Leuthard era in imbarazzo perchè lei stessa con il Consiglio Federale non sosteneva l'iniziativa.
alfiero
am: 12.3.2012 2:14
Ancora una volta la CH ha trovato un’occasione per peggiorare il rapporto fra la montagna e la città.

Oggi le città svizzere hanno deciso di chiudere il Nara, di non fare le Terme e mi hanno invitato a votare contro il parco Adula.

La mia impressione è che già oggi anche fra i sostenitori, tanti abbiano paura delle conseguenze negative.

La montagna ha bisogno delle residenze secondarie. La città le detesta. La limitazione votata è assurda perché fa stato di una percentuale valida per tutto il paese mentre per controllare che le abitazioni secondarie non eccedano, occorre uno strumento generato dalla ponderazione di diversi fattori.

La città non è stata sensibile ai bisogni della montagna e non ha voluto opporre all’iniziativa questa ponderazione. Vedo dell’incoerenza per un verso, ad esempio, esprimere un nullaosta al progetto di 1.5 miliardi di Andermatt, che, come quello di Alptransit dovrà raddoppiare per poter funzionare e per l’altro verso proporre il limite del 20% valido anche in Canton Uri (a meno di fare capo all’eccezione sempre vincente, quella offerta a chi può pagare).

Andiamo anche a capire che le città vogliono parchi nazionali e non residenze turistiche sulle alpi, quale contrappeso ecologico alla loro espansione sul territorio. Ritorna in mente che Zurigo sostiene con soldi il parco Adula, e la NZZ ne spiana la strada offrendo ai suoi lettori l’immagine di una valle di Blenio di mentalità scaduta e cultura non aggiornabile cui deve essere fatto il grande favore di “aiutarla” con un parco nazionale, dato però per legge come protezione della natura ma presentato come promozione economica.

Se vivere e lasciar vivere passasse per messaggio importante ed equo, le città i parchi nazionali li dovrebbero volere vicino a casa loro dove la natura soffre.
marcello
am: 12.3.2012 1:28
Ho seguitzo in diretta la CS del Consiglio Federale, la sig.ra Doris L. mi è parsa in evidente imbarazzo, nessuno si aspettava un simile risultato.

Questa scellerata decisione, pone fine alle speranze di vedere rinascere le migliaia di rustici posti fuori zona attraverso un cambiamento di destinazione.
erika
am: 12.3.2012 1:03
Scusate, volevo dire: "le minoranze... non sono state prese in considerazione".
La rabbia e la delusione giocano brutti scherzi!
Erika
Erika
am: 12.3.2012 1:00
Il disastro è compiuto e saldamente ancorato alla Costituzione Federale! non sono state prese in considerazione.
Mamma Elvezia diventa sempre più matrigna!
E adesso? Possibilità di fare qualcosa per il Ticino: = 0!
Ciao a tutti e cerchiamo almeno di digerire la cena, visto l'orario.
marusca
am: 12.3.2012 0:40
Poveri noi, piccoli artigiani delle valli che viviamo grazie alla riattazione dei rustici!!
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