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Blenio Café
OSPEDALE DI ACQUAROSSA
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mara
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am: 14.3.2014 20:51 |
5000 abitanti siamo, o qualche centinaio in più.... Almeno altrettante le firme che dovrebbero essere raccolte per "pesare" almeno un pochetto politicamente (è questo il valore di una petizione, non di più...). Lasciati via bimbi e ragazzi fino ai 18 anni, vuol dire che tanti appoggi ci devono giungere (e/o li dobbiamo cercare!!) fuori valle... E' un impegno di tutti noi. E' anche questione di responsabilità nostra, che non dobbiamo sempre delegare ad altri. Ora tocca a noi!!! FORZAAAAAAA!!!!!!!!!!!
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alfiero
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am: 14.3.2014 16:02 |
Perché questi bavagli? ….. non mettete il bavaglio ai bleniesi! ……. a scriverlo è un medico che conosce la medicina e la valblenio e che ancora oggi su GdP interviene. Un altro medico in televisione ha sostenuto l’utilità della struttura medica dislocata. Altri quattro medici, abbiamo visto, sostengono l’ospedale di Acquarossa.. Quindi l’importanza del “Bleniese” dal punto di vista medico non è da mettere in dubbio. Anche il comune di Biasca sostiene l’ospedale, da semplice cittadino lo ringrazio. Non si capisce perché l’EOC e una quantità di politici sembrano non crederci.. Qualche mito si sfata da solo: In quel “privato” che chiude uffici postali e ospedali ora si capisce quanto “pubblico” ci sia. Erika ha usato la parola, secondo me, giusta: “arrabbiata”. Sosteniamo con la nostra firma l’azione dei 3 Sindaci e dei 2 Granconsiglieri, e, se la lunga lista verrà considerata, dai destinatari, come un preventivato ultimo grido di disperazione che lascia il tempo che trova perché i pro e i contro sono dettati dalle scuderie ideologiche, (Qulacuna si muoverà con raccomandazioni di voto a favore di Acquarossa) gli interessi della nostra periferia andrebbero difesi con compattezza solidale, trasversale, in forma organizzata, durevole e dichiarata da spendere ogni volta che a contare sono i numeri
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Richi
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am: 11.3.2014 21:40 |
per la Valle di blenio così com’è non va proprio bene Dal "Giornale del Popolo" di oggi, a p.2. PER LA VALLE DI BLENIO, COSÌ COM'E' NON VA PROPRIO BENE di Luca Baggi, presidente Consiglio di Fondazione La Quercia Gli scenari prospettati dalla pianificazione ospedaliera cantonale sono state al centro delle attenzioni del Consiglio della Fondazione La Quercia che gestisce l’omonima casa bleniese per anziani. E non poteva essere altrimenti. Per considerazioni storiche dapprima. La casa per anziani si è sviluppata quale naturale estensione dell’attività del primo ospedale sorto in valle grazie alla pionieristica determinazione dell’Unione Apostolica bleniese all’inizio del secolo scorso. Con l’avvento dell’EOC le due istituzioni hanno sì sviluppato una propria indipendenza formale, consolidato ognuna la propria specifica attività continuando nondimeno a rappresentare agli occhi della comunità bleniese tutta un blocco unitario di primario riferimento. Accanto alle considerazioni d’ordine storico altre derivano dall’osservazione della realtà; l’ospedale bleniese ha mantenuto una forte connotazione di centro di competenze sottolineata dall’insediamento della prima unità geriatrica cantonale e rappresenta tutt’ora un insostituibile tassello del tessuto economico di una intera regione. Da anni il consiglio di fondazione conduce riflessioni attorno alla formazione di un polo socio-sanitario vallerano, inteso quale centro attorno al quale coagulare -coordinandoli tra di loro- tutti i servizi di cura ed assistenza a favore dell’intera popolazione. Perché quella idea possa germogliare è però necessario continuare ad essere affiancati da una struttura ospedaliera di riferimento forte, ancorata al suo territorio, orientata a bisogni che non sono più da dimostrare, non da una struttura di volta in volta indebolita, diminuita, amputata. Non possono non preoccuparci scenari che prospettano la temporanea chiusura dell’ospedale, il tempo necessario per l’edificazione di una nuova struttura, è stato detto. Troppi i rischi di “non ritorno” e nessuno li vuole correre. La nostra fondazione dispone di ampie superfici di terreno atte ad accogliere un nuovo edificio ospedaliero che potrebbe così sorgere accanto alle strutture esistenti senza alcuna necessità di chiusure e trasferimenti di attività. L’approfondimento della documentazione posta in consultazione ha però svelato altri aspetti che meritano di essere segnalati alla pubblica attenzione e, perché no, denunciati. A pochi mesi dalla pubblicazione dei dati relativi al fabbisogno di posti di degenza per anziani in Ticino, che non prevedevano alcun nuovo fabbisogno per la valle di Blenio, la pianificazione ospedaliera (cfr. versione riassuntiva pubblicata il 13 febbraio scorso) prevede l’occupazione di un intero piano dell’ospedale bleniese con 30 letti per anziani senza fornire alcuna ulteriore specificazione. In bocca ci è rimasto il gusto amaro dell’artifizio improvvisato per mascherare lo smantellamento di posti acuti: così nessuno si accorge che svuotiamo l’ospedale. Ma non è tutto; si rinfaccia all’ospedale bleniese la mancata rivendicazione di attribuzioni e servizi nell’ambito di una procedura di candidatura/offerta di cui nulla si è udito prima di oggi e che è stata gestita nelle alte (altre) e segrete sfere. Il minimo che si possa pretendere da una consultazione degna di questo nome è che si svolga in modo democratico e trasparente. L’impressione è che la procedura in corso costituisca la classica cortina fumogena finalizzata alla benedizione di strategie e scelte operate da un gruppo di pochi ben informati -e non certo disinteressati-attori. Il consiglio di fondazione de La Quercia auspica che gli organi regionali coinvolti nella consultazione ufficiale sappiano riequilibrare la discussione e raddrizzare la barca. L’accettazione degli scenari tracciati dalle linee pubblicate costituirebbe per l’intera valle di Blenio un segnale estremamente negativo in un momento in cui enti pubblici e privati stanno concentrando gli sforzi tesi alla realizzazione di importanti progetti di valenza sovra-regionale, dal centro invernale di Campra al complesso termale di Acquarossa al Parc Adula. Lo Stato e le sue emanazioni istituzionali non hanno il diritto di smobilitare e nemmeno quello di smantellare servizi che hanno dimostrato di corrispondere a necessità e di funzionare egregiamente. Essi debbono pertanto continuare ad attuare misure di integrazione sociale e regionale; fra di esse figura senz’altro il consolidamento di una struttura sanitaria decentralizzata forte in Valle di Blenio.
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Mario
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am: 11.3.2014 15:20 |
Attenzione! Ricordo bene che mesi fa, quando è giunta la prima notizia della "ristrutturazione" dell'Ospedale, è stato chiaramente detto (dall'autorità competente) che il Pronto Soccorso l'avrebbero comunque mantenuto ad Acquarossa. Mi sembra ora che non è così... Allora, a poco a poco cambiano le cose come se la gente non ricordasse quanto è stato dichiarato in precedenza? Non sarebbe un bell'atteggiamento. Sarebbe opportuna una spiegazione.
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erika
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am: 11.3.2014 4:09 |
Signor Pellanda!!! Non è vero che i casi di polmonite e scompenso diabetico non vengono curati ad Acquarossa! Parlo per esperienza, dato che il caso si è verificato nella mia famiglia, e garantisco che il paziente è stato preso a carico e egregiamente curato ad Acquarossa. Anch'io, come Gina, sono allibita e pure arrabbiata. Beltraminelli e Pellanda dovrebbero almeno avere il pudore di mettersi daccordo e dire una volta per tutte e molto chiaramente la stessa cosa: cioè che non gliene frega proprio niente di come sarà il futuro dell'Ospedale di Acquarossa e non fare finta che la gente delle Valli ticinesi conti ancora qualcosa. Ormai da tempo siamo ridotti a cittadini di serie B ed abbiamo l'impressione di essere come le bestiole nello zoo: ogni tanto venite a darci una nocciolina per farci stare tranquilli. VERGOGNATEVI :-(
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Gina
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am: 11.3.2014 3:18 |
Leggendo l'intervista tutta a Giorgio Pellanda, resto ancora di più allibita. Fare il medico in valle è una vocazione, quindi si possono anche sovraccaricare, tanto, lavorano comunque già per la gloria? È questo che dice? Non ci posso credere...
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marcello
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am: 11.3.2014 0:19 |
BELTRAUREGIATT :(
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mara
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am: 10.3.2014 21:48 |
Ecco ai lettori del forum BC lo stralcio più critico della doppia pagina de laRegioneTicino di oggi. Intervista di Simonetta Caratti, p.2. IL DIRETTORE DELL’EOC, GIORGIO PELLANDA In valle restano ambulatori per piccoli malanni, le urgenze a Bellinzona Gli ospedali di Faido e Acquarossa senza l’attuale funzione acuta perderanno i Pronto soccorso B: «Diventeranno istituti di cura per chi non necessita cure acute, ma convalescenza (o chi non può essere curato a casa per motivi non prettamente medici) prima di rientrare a domicilio o in casa anziani», spiega Giorgio Pellanda, direttore dell’Eoc. Questi pazienti possono aggravarsi: come può gestirli un istituto di cura senza specialisti? Bisognerà fare il possibile per non ricoverare nell’istituto pazienti fragili che possono scompensare. Se succede vanno riportati all’ospedale acuto. Negli istituti di cura saranno presenti medici formati, capaci di gestire eventuali urgenze di un paziente, stabilizzarlo e poi valutare un eventuale trasferimento. Nei futuri istituti di cura, niente più Pronto soccorso, giusto? L’istituto di cura avrà una copertura medica 24 ore su 24, ma solo per i pazienti ricoverati in convalescenza. Se una persona in valle ha un’urgenza, chiamerà il 144. Inoltre l’Eoc garantirà un consultorio medico di urgenza per i piccoli malesseri. Avrà radiologia e laboratorio. Oggi un anziano con la polmonite va al Pronto soccorso in valle e magari viene ricoverato. Quali emergenze gestirà invece il consultorio? Piccoli malanni, dal mal di pancia all’ematoma. Mentre incidenti, ictus, infarti, l’anziano con la polmonite o lo scompenso diabetico… vanno all’ospedale acuto. Già oggi è così. Per i picchetti contate sui medici di valle: loro dicono di non farcela... Fare il medico in valle è una vocazione. Sono in pochi perché non c’è un numero tale di pazienti da garantire la redditività di uno studio. Sono pochi perché è impegnativo. Molti vanno in pensione. Non è irresponsabile caricare chi è già oberato? Con il consultorio vogliamo aiutarli, creando una base medica in valle. Se mancano i dottori non potremo realizzarlo. Pochi medici e il pubblico si ritira, togliendo i Ps: non è un controsenso? I pazienti in valle diminuiscono e l’Eoc non si ritira. La pianificazione ospedaliera prevede di cambiare destinazione alle due strutture ospedaliere. E le ambulanze faranno spola dalle valli all’ospedale San Giovanni? Potrebbero avere le sedi dentro i due istituti così da essere più vicine ai pazienti da trasportare verso l’ospedale acuto. Medico e infermieri potrebbero dare una mano quando non sono impegnati.
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Gina
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am: 10.3.2014 18:51 |
Sì, davvero interessante la doppia pagina. Com'è possibile che ancora il 26 febbraio l'onorevole Beltraminelli garantisce che "i due Pronto soccorsi resteranno" (titolo cubitale su La Regione), mentre oggi Pellanda dice tutto il contrario? Poca chiarezza. Firmate TUTTI e TUTTE le due petizioni in circolazione: quella firmata dai tra sindaci della Valle, e quella del MPS. Importante puntare i piedi, adesso, e non lasciar scivolare.
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Richi
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am: 10.3.2014 17:05 |
Pagine 2-3 de laRegioneTicino di oggi... interessante. Se lo dicono i medici!! Difendiamo il difendibile!!! Il pronto soccorso deve restare!
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OSPEDALE DI ACQUAROSSA
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