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Blenio Café
PARC ADULA
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Vilmos
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inserito il: 20.11.2015 7:36 |
Ciao Maru, interessanti riflessioni, le tue, a cui provo ancora a rispondere. Per ciò che riguarda gli impianti di risalita, effettivamente al Parco non conveniva includere la vasta zona degli impianti di Disentis nella zona periferica, dal momento che, aumentandone la superficie, si sarebbe proporzionalmente dovuto ricavare altra zona centrale (insisto sul fatto che le due zone devono essere proporzionali). D’altra parte, gli impianti di Disentis sono fra i più conosciuti e frequentati, se non della Svizzera, almeno della regione. A loro cambia poco poter avere il marchio Parco (voi preferireste una stazione sciistica che ha un marchio Parco a un’altra che non ce l’ha? Qui non stiamo parlando di formaggio). Credo però che, inevitabilmente, anche gli impianti beneficeranno di riflesso della presenza di un parco. Per rispondere alla tua seconda perplessità, invece, la prendo larga. Negli ultimi, diciamo, vent’anni, si è assisitito in Svizzera ad una nuova tendenza per ciò riguarda la sensibilità ecologica. Ci si è resi conto che la cura dell’ambiente può avere delle ripercussioni positive anche sull’economia: ciò spiega il successo dei nuovi sistemi di riscaldamento, di un nuovo modo di costruire case (anche se in Ticino siamo ancora un passo indietro) e, a un altro livello, alla nascita di un movimento come quello verde-liberale. Questo fenomeno ha influenzato anche la Confederazione nella sua politica di sostegno alle regioni periferiche. Finita l’era LIM, a Berna si saranno chiesti in che maniera continuare questa politica. La direzione scelta è quella dei parchi, come dimostra l’adozione di leggi ed ordinanze ad hoc e lo stanziamento di fondi in questo settore. Il tutto, coerentemente con quanto esposto sopra, con un nuovo concetto di Parco nazionale; perché ci si è resi conto che una struttura come quella in Engadina non è più adatta ai tempi. Un Parco di nuova generazione, dunque, con tanto di zona centrale e zona periferica. Se tu mi garantisci una certa salvaguardia dell’ambiente (cosa a cui, a quanto pare, tengono molto anche i nostri parlamentari borghesi a Berna), i ti dò i soldi che servono per un certo tipo di sviluppo economico. Per questo, Maru, non c’è nulla di disonesto: la Confederazione ora mette a disposizione fondi in questo modo, e chi risponde a certi requisiti se li può aggiudicare, come in tanti altri settori. Ne abbiamo le possibilità? Allora val la pena provarci. Buona giornata! ( :
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maru
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inserito il: 19.11.2015 21:13 |
Ciao a tutti vorrei precisare a Vilmos che la parte di Disentis non presente nel parco non è solo montagnosa.... ci sono anche gli impianti di risalita (se non erro). Come mai non sono interessati ad avere il label? oppure potranno averlo, visto che Disentis è uno dei comuni che paga il contributo maggiore? però gli impianti rimangono fuori dalla zona periferica.... Chiedo scusa, ma faccio veramente fatica a capire come nella zona periferica non dovremo fare dei sacrifici (visto che nulla cambia), però faremo parte a pieno titolo del parco (con tutti suoi vantaggi = contributi, ecc). Mi sembra un "non senso". Anzi, mi sembra quasi qualcosa di disonesto. Poter usufruire di denaro pubblico (in buona parte proveniente dalla Confederazione), di un label prestigioso... e non dare nulla in cambio (se non le nostre bellissime cime innevate)... Non so se riesco a spiegarmi... sento odore di bruciato... e questo sicuramente non mi aiuta ad avvicinarmi al fatidico SI
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Vilmos
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inserito il: 19.11.2015 20:37 |
Provo a rispondere ad Alfiero. (2) - La questione pianificatoria ha suscitato discussioni (anche molto tecniche) ieri sera. Da ciò che si dice, dovrebbe cambiare poco o nulla, e comunque lo sapremo fra poche settimane, quando i nuovi piani regolatori verranno pubblicati. In ogni caso è un argomento che merita approfondimenti e che mi prometto di affrontare su uno dei prossimi numeri di Voce di Blenio. Non credo proprio che sarà più difficile ottenere una licenza edilizia, soprattutto per le iniziative che vorranno portare uno sviluppo economico. A tal proposito, qui entra in gioco il famoso e tanto discusso aggettivo: “sostenibile”. Che non sia di facile (e soprattutto unanime) definizione ormai l’abbiamo capito tutti. Provo ad esprimere la mia con un esempio: se una fabbrica di copertoni che dà lavoro a 300 persone volesse installarsi in Valle, darebbe sicuramente un certo impulso economico, ma provocherebbe una serie di effetti meno piacevoli (traffico, inquinamento,...). Ecco, la Valle sarebbe disposta a “sostenere” una struttura del genere? Se la risposta è no, allora non sarebbe sostenibile. Fortunatamente (a parer mio), la Valle poco si presta a progetti di queste dimensioni, come sta a dimostrare la fine fatta dal multimilionario Progetto Terme evocato da Alfiero (non sostenibile finanziariamente, e forse anche in altri termini). In quest’ottica, le stazioni sciistiche bleniesi non hanno proprio nulla da temere (a misura di valle come sono). Qui il discorso sulla sostenibilità riguarda unicamente le finanze. Anche per un eventuale nuovo ospedale (o un ampliamento di esso) non ci sarebbero problemi, e ci mancherebbe. Niente vincoli in questo senso, come abbiamo sentito e come verificheremo presto con le nuove carte pianificatorie (cantonali e comunali). - Forse l’autorità turistica cantonale non ha sostenuto il Progetto Terme perché (al contrario del Parc Adula) si intuiva che fine avrebbe fatto un’iniziativa di quelle dimensioni, senza garanzie concrete, per di più. E poi, in che maniera avrebbe dovuto sostenere quel progetto? Per ciò che concerne il Comune di Lugano, ci mancherebbe che non sostenga “il parco per le sue convenienze promozionali e niente di più”; è un ente che ha investito diversi soldi in valle e mi sembra normale esprima le proprie opinioni in favore dei propri interessi. Non è mica un ente di beneficenza. - Colgo l’occasione per rispondere anche un po’ a Mara, con cui discuteremo meglio nei prossimi giorni : ) Non credo che non ci siano esempi: l’elenco dei progetti sostenuti finora da Parc Adula è consultabile, e dà un’idea del tipo di progetto che potrebbe usufruire di un aiuto. Per concludere, vorrei riformulare il dilemma proposto da Alfiero. Non si tratta di scegliere tra “lo sviluppo economico della valle oppure una gestione del territorio eccessivamente condizionata”, bensì tra uno status quo (non è che se il Parc Adula non viene accettato, si avvia come per magia lo sviluppo economico della Valle) oppure sul dare un’opportunità alla Valle (la cui reale portata si potrà valutare solo una volta che il Parco sarà una realtà) in cambio di alcune (a mio avviso “sostenibili”) concessioni. Scusate la lunghezza e buona serata. PS. Ha fatto bene Il Quotidiano a sottolineare il tema dell’introduzione degli animali (cani al guinzaglio) nella zona centrale e di cui non si è parlato durante la serata: è un tema solo apparentemente secondario…
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Vilmos
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inserito il: 19.11.2015 18:57 |
Provo a rispondere ad Alfiero. - Sul fondovalle della Valle di Blenio vengono svolte attività economiche (agricoltura, turismo) che possono beneficiare del marchio Parco; ciò non è il caso per le zone montagnose di alcuni comuni (di cui parla Marusca), e di conseguenza sarebbe inutile comprenderle nella zona periferica del Parco (nella zona centrale è impossibile, per i motivi che ho spiegato nel mio post precedente). - La Charta non è il modo migliore di informare la gente, per questo sono state organizzate delle serate informative. Chi poi ha dei dubbi, penso che contattando i responsabili del Parco, questi siano disponibili a rispondere (almeno, io quando ho chiesto loro di fare interviste o avevo bisogno di info, si sono sempre dimostrati disponibili). No, la Charta non è il modo migliore di informare, e d’altra parte non è il suo scopo principale. - Per ognuno dei 5 campi d’attività di cui parla Alfiero, sono state allestite delle schede di progetto (proiettate ieri sera alla serata, ma non viste in dettaglio) che indicano come saranno distribuiti i soldi. Queste schede sono fatte su base quadriennale e fungono pure da “richiesta di finanziamento” agli enti finanziatori. Non so dove si possono leggere queste schede. Se vi interessano scrivetemi un email che ve le inoltro (ce le hanno fornite in occasione della conferenza stampa). (Continuo dopo perché vado a cena) ( :
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mara
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inserito il: 19.11.2015 17:42 |
Alfiero... credo ci mancano esempi concreti! Di come si possa agire. Al di là del posato pannello solare alla capanna Länta e dell'estirpazione delle erbe infestanti o come cavolo si chiamano (che tra l'altro mi han detto che se non le estirpi ben bene tornano sempre... ma bon...). E di altri progetti fatti... Ci mancano esempi concreti. Che forse nemmeno l'Associazione Parc Adula sa farci e dirci. Perché semplicemente non sa. Perché è un parco di nuova generazione ed è già bello se a Berna, UFAM, sanno... Ma noi, solo noi e non Lugano o altri, siamo davanti ora al piatto di minestra. E dobbiamo decidere. Al fatto che la possiamo mangiare con fiducia, che poi se non è buona tra 10 anni la rigettiamo... credo poco... 10 anni sono tantini cavolo...
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alfiero
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inserito il: 19.11.2015 17:25 |
Ma allora perché non lasciare fuori dalla zona periferica il fondovalle della valle di Blenio? Ho dato un'occhiata alla carta del parco, veloce, mi é sembrata lunga e ricca di dettagli riguardanti campi diversi così che due domande mi sono sembrate legittime: - La Charta é veramente il mezzo migliore per informare la gente? oppure un dialogo via social, facile da usare e invitante a fare domande, come chiesto da tempo, era, ed é ancora oggi indispensabile? - tanta dovizia di campi di attività che figura nella charta é possibile trasformarla in un programma di lavoro realizzabile? 60 milioni di spesa totale, 18 posti di lavoro creati su una popolazione di 15000 abitanti, 12 milioni da pagare dai comuni, destinati alla promozione dell'economia quanti? ..... vedere la Charta Il comune di Acquarossa ha investito dei soldi, dei milioni, per le terme, la differenza fra Serravalle e Biasca citata calza a pennello, ottenere una licenza edilizia per le terme quando ci sarà il parco sarà più facile o più difficile di prima? chi ha milioni da investire sceglierà un label carico di vincoli e di attori della gestione del territorio eterogenei o una regione più incline allo sviluppo economico? Gli impianti di risalita in un parco nazionale rischiano o no l'estinzione? Lo sviluppo dell'ospedale e della casa anziani che richiede interventi edilizi adeguati sarà favorito o no dal esistenza delle norme di un parco nazionale? Di questo e di tante altre cose non se ne parla, come se tutto fosse destinato ad andare per il nostro meglio. Io non credo a tutto (soprattutto quando si parla di processi democratici e di dialoghi ma si oppone il carisma di persone di spicco e i soldi pubblici per la pubblicità, alla squattrinata timidezza di chi vuole - meglio sarebbe dire vorrebbe - esporre ragioni diverse da quelle del vangelo). Se non erro: - Il comune di Bellinzona sostiene il parco, ma dovrebbe essere interessato ad uno sviluppo armonico della regione OTR invece non é cosi. - L'autorità turistica cantonale sostiene il parco ma non ho mai visto negli scorsi anni le terme di Acquarossa far minimamente parte nè dei progetti di promozione turistica cantonale né dei loro auspici. (un progetto di 150 milioni che non interessa al turismo cantonale?) - il comune di Lugano sostiene il parco per le sue convenienze promozionali e niente di più. Secondo me siamo ad un bivio: Vogliamo lo sviluppo economico della valle oppure una gestione del territorio eccessivamente condizionata? in fin dei conti per poco: si può modificare la biodiversità lassù dove la natura ha già scelto le essenze botaniche e le specie animali che vi possono abitare?
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mara
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inserito il: 19.11.2015 16:26 |
Mi trovo a condividere il dubbio sollevato da Marusca. Il fatto che ora il Piano direttore cantonale - se ho capito bene - debba venire addirittura "epurato" (sembra...) per quel che riguarda la zona del futuro parco (ossia per noi tutta la valle)..., implicherà comunque qualche differenza (limitazioni?) tra il domiciliato a Serravalle (che vuole ad esempio aprire un B&B in una vecchia casa tradizionale da riattare e chiamare "Cà Parc Adula") e il domiciliato di Biasca che si impegna in simil progetto... Sennò davvero non capisco... Poi c'è l'adattamento dei Piani regolatori comunali, che dovranno passare l'esame dei Legislativi. Tutto prima della votazione sul Parco? In caso contrario, quali sono i reali scenari possibili? Ieri sera si è parlato di tanti milioni, davvero tanti come ha detto Alessia. Vero. Ma non arriveranno ad innaffiatoio e forse bisogna che si sappia come e per cosa verranno elargiti, facendo esempi concreti affinché gli operatori sul terreno possano capire. E se del caso condividere o meno. Poi è vero che stare a Lugano e guardar su verso la Valle è facile... E' davvero troppo facile cavoli dire che "ci portiamo su i nostri bimbi "urbani" a fare sensibilizzazione" (cosa che da anni si fa già, vedi FASV), ma chi abita in valle vorrebbe poter usufruire del suo territorio - rispettandolo come del resto sempre fatto finora sennò, come ha detto Christian B., non sarebbe venuta a nessuno l'idea di farci un Parco PROPRIO QUI, se il nostro territorio non fosse stato preservato dagli Umani :-) così bene fino ad oggi... - ecco chi abita su questo territorio di valle e periferico lo vorrebbe fare senza stare in una campana di vetro per i turisti da via e senza dover guardare il "suo" territorio da una vetrina, senza più poterci trarre quei giusti e leciti - secondo me - introiti e guadagni che ottiene ora. Con lavoro e dedizione. Questo per dire che è vero, come diceva l'altro Christian :-) (S.), che non puoi dire che la minestra non è buona prima di averla mangiata. Ma è anche vero che ora IL NOSTRO compito è quello di conoscere bene e in profondità ogni singolo ingrediente di questa minestra, prima di mangiarla... Perché... chi lo ha poi detto che se mangio la minestra con fiducia deve essere per forza di cose sempre buona??? (per chi la mangia, oltretutto, non per chi da fuori sta a guardare chi la mangia...Il che non è di poco conto...caspiterina...). Per l'Associazione Parc Adula, che sicuramente mi legge, io non sono contraria. Anzi se lascio andare il cuore penso che va giù il si. Ma cavoli c'è ancora la testa dove passano mille pensieri e più. Sto in zona grigia. Fintanto che otterrò le risposte che cerco e potrò uscire dalla "nebbia". Allora potro votare con sicurezza e tranquillità.
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Vilmos
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inserito il: 19.11.2015 12:44 |
Ciao Marusca, ho avuto anch'io la sensazione che si sarebbe potuto dedicare più tempo agli interventi dal pubblico. In ogni caso sono emerse questioni molto interessanti (sia a proposito della zona periferica, sia a proposito della zona centrale) e nessuno si è risparmiato nell'argomentare le proprie opinioni. Una bella serata. Provo a rispondere alla tua domanda. Probabilmente le zone a cui tu fai riferimento non hanno trovato posto nel Parco per due motivi: a) non si poteva inserirli nella zona centrale, dal momento che attorno non hanno altra zona periferica a fare da "cuscinetto". b) non valeva la pena inserirli nella zona periferica dato che non vi si trovano strutture che possano beneficiare del marchio e soprattutto perché sarebbero andate ad aumentare la superficie della zona periferica, che deve comunque essere proporzionata a quella della zona centrale (OPar, art. 16). Almeno credo.
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maru
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inserito il: 19.11.2015 8:06 |
Buongiorno a tutti! ieri sera ho partecipato alla serata organizzata dal Parc Adula ad Olivone. E' stato interessante sentire le opinioni di persone "esterne" alla Valle di Blenio riguardo al futuro parco. Mi sarebbe però piaciuto che il tempo a disposizione dei presenti (cittadini bleniesi o della regione del parco) per porre delle domande fosse molto più ampio. Non ho ancora avuto tempo di leggere la Charta. L'ho stampata. E' lì che mi aspetta. Una volta letta attentamente e analizzata provvederò a porre le mie domande e osservazioni. Una domanda molto semplice mi è però sorta subito, appena ricevuto il dépliant informativo delle 7 serate. Speravo di ottenere chiarezza ieri sera, ma nessuno ne ha parlato e nessuno ha chiesto niente al riguardo. Ci è stato spiegato più volte che nella zona periferica non cambierà nulla: nessun nuovo regolamento o divieto, ecc. Quindi abitare a Serravalle o a Biasca, avere un'attività artigianale o commerciale in questi due comuni non avrà differenza, anzi, per quelli che abitano a Serravalle ci saranno solo vantaggi (possibilità di utilizzare il label del Parco, molti più visitatori, sostegno nella promozione dell'attività, ecc). Allora mi chiedo: perché i comuni di Medel/Lucmagn, Disentis/Mustér, Sumvitg, Trun Vrin, Mesocco, Soazza, Buseno non hanno inglobato TUTTO il loro territorio nella zona del parco??? Sono proprio curiosa di sentire le motivazioni, visto che le parti escluse sono praticamente solo delle zone montagnose (sicuramente molto belle e pregiate). Buona giornata
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Moderatrici
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inserito il: 18.11.2015 9:58 |
Cari utenti e lettori di BC interessati al Parc Adula stasera al Centro Polisport di Olivone, dalle 20, serata informativa sulla Charta del Parc Adula, con vari oratori e interventi. Crediamo valga assolutamente la pena informarsi! Buona giornata
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PARC ADULA
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