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Blenio Café
PARC ADULA
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lo scriba montano
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inserito il: 4.5.2012 15:19 |
Grazie Signor Weber, grazie Pro Natura che l'ha strettamente appoggiato, grazie cittadini (di città)... I nostri amici valmaggesi hanno avuto il coraggio di esprimersi e prendere posizione. Giusto!! e poi noi dovremmo dare il nostro territorio in pasto a chi silura le uniche possibilità di sviluppo e sopravivenza delle nostre regioni periferiche, e vogliono dettar legge su come e cosa fare e cosa non fare! Ma poi sti cittadini, sono almeno capaci di accendere un caminetto? Sarebbe ora ed il momento opportuno che tale decisione la prendessero in tanti. Magari potrebbe servire almeno a far chiarezza ed a smuovere le acque. Ulteriore dimostrazione, dopo l'iniziativa sui canoni d'acqua, che i nostri amici della valle Maggia hanno la capacità di mettere fuori il naso e farsi sentire. Esempi da seguire, se si vuole almeno provare ad ottenere qualcosa.
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Fiordaliso
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inserito il: 1.4.2012 23:46 |
Se aiutasse a sgombrare ogni dubbio, benvenga ... che i comuni sottoponganono i loro piani regolatori alle autorità competenti. ... però .... nel frattempo ... mi son preso un po di tempo per approfondire il quesito proposto da Marcello. Ho avuto modo di scartoffiare virtualmente tra quanto trovo in rete: sia sul sito di Parc Adula che su quello della Confederazione. Ebbene, in relazione alla zona periferica non trovo da nessuna parte alcun riferimento ad un obbligo da parte dei comuni a ridiscutere i loro piani regolatori e da nessuna parte sta scritto che i comuni perdono autorità riguardo la definizione di questi piani regolatori. Chiaramente potrei aver svisto un importante dettaglio ed invito gli altri lettori (Marcello per primo) a correggere o completare quanto scritto sopra. Per contro trovo ampia documentazione che comprova l'iter del progetto (ormai 12 anni) nelle sue diverse tappe: dallo studio di fattibilità alla fase di istituzione. Vale la pena menzionare che verso la fine del 2010 le autorità federali hanno conferito il titolo di "Candidato parco nazionale" al progetto Parc Adula (e con esso un conspicuo budget) ritenendo quindi il territorio idoneo allo scopo proposto. Va da se che le autorità federali già considerano il territorio in questione ben gestito ed in linea con i parametri richiesti. Dalla lettura dei documenti emerge anche (cosa che mi sembra utile sottolineare perchè spesso io stesso ho inteso il contrario e frequentemente sentito dire la frase: "un'imposizione da Berna") che il progetto Parc Adula venne proposto da persone che vivono ed operano sul territorio (nostri convallerani) e poi sviluppato e finanziato dalle regioni e dai comuni compresi nel territorio del futuro parco (per cui con l'approvazione dei rispettivi consigli comunali e municipi) ... Parc Adula non è un'imposizione calata dall'alto ma un progetto proposto da persone che vivono ed operano in questa regione. Non sono nato ieri neppure io (non ho tutta l'esperienza e la saggezza di Alfiero ... ma neanche poi così lontano ... e qualche acciacco me lo trascino purtroppo pure io) per cui, come Marcello, penso anche io che l'istituzione di un parco cambierà il modo in cui ci si relazionerà al territorio (e questo anche attraverso la ridiscussione dei piani regolatori) ... ma i piani regolatori si ridiscuteranno non perchè ce lo impone Berna ma perchè le comunità coinvolte decideranno direttamente o tramite i loro consigli comunali e municipi di volta in volta nell'interesse collettivo. Personalmente dico: "benvenga questo tipo di federalismo" - molto diverso da quello che abbiamo subito recentemente con il referendum che mette un tetto del 20% alle abitazioni secondarie (con rammarico dico: avremmo noi tutti dovuto fare di più per impedirlo). Ma nel caso di Parc Adula sono persone tra di noi ad averlo proposto, siamo noi (comuni e regioni) ad averlo sostenuto finanziariamente nelle sue fasi iniziali, saranno i cittadini di tutti i comuni interessati a decidere se questo progetto diverrà un vero parco o no ... e se lo diventasse saranno sempre i cittadini dei comuni a decidere ogni 10 anni (anche questo sta scritto) se è nel loro interesse continuare questo esperimento. In somma: democrazia.
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marcello
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inserito il: 16.3.2012 17:15 |
Non mi sembra che ti sto facendo passare per scemo, se questa è la tua impressione ti chiedo scusa. Vogliamo sgomberare il campo dai dubbi? Nell'ottica di un ipotetico parco, invitiamo i municipi di Blenio, Acquarossa e Serravalle a sottoporre i loro Piani Regolatori attualmente in vigore, agli uffici federali preposti che dovranno approvare la famosa charta.
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Fiordaliso
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inserito il: 16.3.2012 13:33 |
Scusatemi... forse non capisco... o forse non gradisco esser preso per scemo... con cose mezze dette, o scritte, per far intendere. Sono le parole usate e come vengono usate a creare disinformazione: “dovranno gioco forza" è come dire che i comuni saranno costretti... e questo non sta scritto da nessuna parte. Per quello che si legge nella documentazione esistente se i comuni vorranno modificare i loro piani regolatori, nei parametri democratici delle loro funzioni, lo potranno fare... esattamente nello stesso modo in cui, se lo volessero, lo possono già fare ora. Sono e saranno i cittadini di Blenio a decidere se prediligere “l'utilitarismo” o “l'estetica”...
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marcello
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inserito il: 16.3.2012 5:50 |
Evidentemente non vuoi capire il mio messaggio caro Fiordaliso, io non sto diffondendo panico, e non ho nemmeno detto di essere contrario all'articolo citato, personalmente ho sempre preferito sacrificare in primis l'utilitarismo, anteponendo sempre il lato estetico, anche a costi maggiori, nel senso di un inserimento consono al paesaggio, alla cultura e al rispetto di tutto quanto ci circonda. Detto questo, ribadisco di nuovo quanto detto nel mio precedente post, se questo articolo dovesse essere accettato, i comuni interessati dovranno gioco forza rivedere i loro piani regolatori, e già possiamo immaginare le conseguenze p. esempio in caso di riattazione di stabili esistenti, che dovranno rispettare determinati criteri, che ancora non si conoscono, ma che facilmente possiamo immaginare di che genere saranno e da chi saranno dettati.
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Fiordalso
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inserito il: 16.3.2012 4:29 |
Grazie Marcello, ho letto, per precauzione riletto, ... e per essere sicuro letto ancora... ed ogni punto mi sembra condivisibile, desiderabile... proprio non capisco... cosa proporresti? ------------------- 1a -- che NON si conservino e promuovino le funzioni ecologiche delle superfici agricole, del bosco e delle acque? 1b -- che NON si organizzino le attività turistiche e ricreative in modo ecologico? 1c -- che NON si conservino le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati, valorizzandoli nella misura del possibile? 1d -- che NON si valorizzino e colleghino tra loro gli spazi vitali degni di protezione di specie animali e vegetali indigene? 1e -- che in caso di costruzioni, impianti e utilizzazioni nuovi NON si conservano e rafforzano le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati? 1f -- che NON si riducano o riparino, quando se ne presenti l’occasione, i danni esistenti causati al paesaggio e agli abitati da costruzioni, impianti e utilizzazioni? 2 -- che si promuova l’utilizzazione SCONSIDERATA delle risorse naturali della zona periferica? ------------------ VERAMENTE NON CAPISCO... perchè spaventi la gente cercando di far passare dei semplici articoli di legge - perfettamente in linea con il buon senso - per delle imposizioni mostruose? PERCHÈ?
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marcello
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inserito il: 16.3.2012 0:52 |
Per chi ancora continua a sostenere che nella zona periferica non cambierà nulla, eccovi l'articolo dell'ord. federale a riguardo: Art. 18 Zona periferica 1 Al fine di conservare la gestione naturalistica del paesaggio rurale e per preservarlo da interventi pregiudizievoli, nella zona periferica è necessario: a. conservare e promuovere le funzioni ecologiche delle superfici agricole, del bosco e delle acque; b. organizzare le attività turistiche e ricreative in modo ecologico; c. conservare le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati, valorizzandoli nella misura del possibile; d. valorizzare e collegare tra loro gli spazi vitali degni di protezione di specie animali e vegetali indigene; e. in caso di costruzioni, impianti e utilizzazioni nuovi, conservare e rafforzare le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati; f. ridurre o riparare, quando se ne presenti l’occasione, i danni esistenti causati al paesaggio e agli abitati da costruzioni, impianti e utilizzazioni. 2 L’utilizzazione sostenibile delle risorse naturali della zona periferica va promossa.
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Fiordaliso
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inserito il: 15.3.2012 23:59 |
Caro Alfiero, (vedi anche "Rustici in valle") la tua età, e corrispondente saggezza, sono beni preziosi e certamente fonte di riflessione - anche se poi nelle conclusioni differiamo. non avernene a male: a volte è utile anche essere in disaccordo. La "astrusità" a mio avviso sta nell'associare il risultato del recente referendum sulle abitazioni secondarie al progetto Parc Adula - e mi spiego: il referendum (e qui mi pare le nostre opinioni coincidano) penalizza le nostre opportunità (in quanto regioni periferiche e di montagna) di sviluppo economico; il Parco Adula invece, potenzialmente, le migliora. Per cui pensare che si debba fare a meno dell'uno per via dell’avvento dell'altro è, appunto, astruso. Presumo quindi ti riferisci alle regolamentazioni e limitazioni derivate dall'esito referendario e a quelle associate alla zona centrale del parco. Ma anche qui dobbiamo mettere le cose in prospettiva. La regolamentazione della zona centrale del parco limiterà alcuni usi di quella fetta di territorio. Queste regole vengono applicate ad un territorio in alta quota, con una presenza umana praticamente vicina allo zero, gia ampiamente regolata, o tutelata speciali deroghe (e qui ancora attendiamo i dettagli). L'impatto reale sulla vita delle persone sarà quindi minimo, soprattutto se confrontato con il potenziale beneficio per la collettività. Per contro la nuova regolamentazione che scaturirà dall'ultimo referendum (anche qui dovremmo attendere i dettagli sull'implementazione di questa legge) potenzialmente avrà un impatto importante per la vita dei comuni, della comunità e del singolo cittadino perchè va a toccare i luoghi in cui si vive ed abita. In conclusione: mettere le due cose sullo stesso piano, e cancellare la prospettiva generata da una parte in risposta ad una cattiva legge imposta dall'altra è a mio avviso "astruso" ... perche il risultato potrà essere solo niente ... ZERO ... e niente è la cosa che non possiamo permetterci. Abbiamo il dovere - per noi e per quelli che ci seguiranno - di almeno provare.
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Fiordaliso
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inserito il: 13.3.2012 20:48 |
Accolgo anch'io con disappunto il recente risultato referendario: sarà anche democrazia (per cui va rispettato il risultato), ma in questo caso una democrazia miope che impone la visione di una parte - come un lenzuolo - senza distinzione su tutto e tutti. Non cado però nella astrusa tentazione di associare questo risultato a progetti quali il Parc Adula (o ad altri come le Terme, Campra, ...). Da quanto leggo e continuo a sentir dire dalla bocca dei diretti interessati lo sviluppo socio-economico (turismo in primis) è un obbiettivo primario del progetto Parc Adula. A maggior ragione - oggi più che in passato - deve rimanere tale. Sviluppo socio-economico è la cosa che la nostra regione abbisogna disperatamente. Leggo anche (riportato in un post qui sotto) che il progetto ha recentemente assunto 3 nuove persone (in aggiunta alle 4 che già lavorano per il progetto): un operatore per lo sviluppo turistico, un operatore per lo sviluppo regionale, un operatore per lo sviluppo economico ... e non tre ambientalisti talebani. Il Parc Adula è per il momento solo un progetto, ma - se come qualcuno sembra profetizzare - per un incantesimo non esistesse più, avremmo oggi 3 giovani a spasso per le bettole invece di 3 individui impegnati in prima persona nello sviluppo economico di questa regione. Meditiamo si, ma attenti ... non tiriamoci la zappa sui piedi.
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mara
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inserito il: 13.3.2012 19:58 |
Dalla cronaca parlamentare di ieri, quale spunto di discussione e di riflessione, visto che siamo in Valle tra i diretti interessati. "Corriere del Ticino", 13.03.2012, p.9, cronaca parlamentare ADULA E LOCARNESE Per i parchi 2,7 milioni, poi la votazione Passo in avanti per i due parchi nazionali su suolo ticinese. Il Gran Consiglio, a larghissima maggioranza, ha stanziato un credito di 830 mila franchi a sostegno del parco nazionale Parc Adula e di 1,9 milioni per il Parco nazionale del Locarnese. Il tutto da oggi al 2015. Ora la palla passa nel campo dei Comuni e degli attori locali, il Cantone ha assicurato sostegno ad entrambi. In ogni caso non si tratterà di un progetto calato dall'alto, in ultima battuta, dopo questa fase preparativa e di studio locale, saranno le popolazioni coinvolte ad avere l'ultima parola. Ci sarà una decisiva votazione popolare. Per il Parc Adula è previsto un sostegno complessivo di 6,8 milioni (il 35% dei quali finanziati dalla Confederazione), mentre per il Parco del locarnese 6,3 milioni. Si tratta di superfici sottratte a una parte degli usi economici direttamente produttivi, allo scopo di salvaguardare il funzionamento degli ecosistemi naturali. Il Parlamento ha avallato la proposta del Governo con 64 sì, 8 i no e 5 gli astenuti. Tutti i gruppi parlamentari hanno sostenuto il credito, ad accezione della Lega che ha annunciato «libertà di voto». In prima battuta i leghisti avevano caldeggiato il rinvio della proposta, motivando la loro posizione con il recente sì popolare all'iniziativa per limitare le residenze secondarie. Ma il plenum ha affossato l'idea lanciata da Cleto Ferrari (Lega). A nome del PLRT Walter Gianora ha affermato che «l'attivazione di questo progetto di studio porta ricadute positive nelle regioni periferiche rafforzando la collaborazione e le iniziative regionali. Per queste regioni periferiche, marcate da un progressivo declino economico e da molte incertezze, queste sfide rappresentano una delle poche occasioni di sviluppo». Dopo lo scetticismo di Ferrai (Lega) è arrivato il sì del PPD con Claudio Franscella ad «un'occasione da non perdere per il turismo in Ticino. Il nostro Cantone è già considerato il paradiso dell'escursionismo. Grazie a una presenza organizzata di strutture potranno beneficiarne anche i pernottamenti». Sì anche dal PS con Mario Branda ai parchi che rispondono a due esigenze: «La salvaguardia del territorio e lo sviluppo delle regioni». Sostegno anche dagli ecologisti con Francesco Maggi , che ha puntualizzato: «Se cadranno in votazione popolare non ci stracceremo le vesti». La variabile «votazione popolare» è stata sottolineata in positivo dal direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori : «Il sì da Berna alla parte di investimento è già stata garantita. Ora non si potrà dire che si lasciano le Valli con nulla in mano. Toccherà a loro decidere e credo che questa sia la soluzioni più democratica». In conclusione il relatore, Sergio Savoia (Verdi) ha detto che questa «è un'opportunità di sviluppo. Lo scopo principale dei parchi non è salvaguardare la biodiversità. Oltre una certa quota la natura si regola da sé.
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