Blenio Café
PARC ADULA
Gina
inserito il: 1.8.2011 20:02
Grazie Alcide per la pubblicazione di questa lettera, che avevo letto anch’io.
Vorrei rispondere con un altro articolo, apparso su NZZ il 30 luglio 2011, che traduco in piccola parte, e scusate se troverete errori, lo faccio “ad hoc”. Se a qualcuno interessa l’articolo per intero, io ce l’ho, in tedesco, basta scrivermi una mail.

“Anniversario di una regione modello” - da dieci anni la regione dell’Entlebuch approfitta del Label Unesco “biosfera”.

… la produzione di formaggio è la disciplina regina dell’Entlebuch, loro sono tra i campioni mondiali. Diverse specialità casare vengono esportate in Italia, dove sono molto apprezzati nei ristoranti. Ma il formaggio è solo uno dei prodotti che viene offerto con il Label “Echt Entlebuch” (“autentico Entlebuch”) che garantisce che ¾ delle materie prime sono di origine locale. L’offerta comprende 350 prodotti regionali, e varia da prodotti a base di latte e carne, marmellate, tisane, birra e grappa, pasta e farina, fino a mobili di legna massiccia e case intere fatte con la legna dell’Entlebuch. In più ci sono 10 ristoranti certificati “Echt Entlebuch”.
Si cerca di includere vari settori nelle filiere regionali, di cui una è il turismo. I vari operatori turistici si sono messi insieme per creare un “pool del marketing”, di cui la città di Lucerna si è fatta partner. In tale modo oggi arrivano turisti asiatici per vedere “il Hinterland selvaggio di Lucerna”, appunto l’Entlebuch.

Sono stati creati dei sentieri della palude, del prato e del carbonaio. L’anno scorso è stato inaugurato un nuovo sentiero della palude, lungo 80 km, che spiega agli escursionisti la particolarità di quel paesaggio. Vengono organizzate escursioni guidate con le più svariate mete, per osservare l’aquila, le api, visitare delle grotte, camminare a piedi nudi nelle paludi ecc.

Tutto questo è iniziato con “l’iniziativa di Rothenturm” del 1987, quando i popolo svizzero ha deciso a larga maggioranza di voler proteggere le paludi. Anche l’Entlebuch ha votato a favore, ma in seguito la popolazione si è spaventata quando ha capito che avrebbe dovuto sottostare a rigidi leggi di protezione.

Il paesaggio paludoso dell’Entlebuch è con 130 km2 il più esteso di tutta la Svizzera. Inizio anni 90 si è formata l’idea di creare una riserva della biosfera, con risonanza anche internazionale. Gli otto comuni si sono dati da fare, e con in media il 94 % di sì il progetto è stato avvallato. Nel 2001 l’Entlebuch era la prima regione in Svizzera ad ottenere il riconoscimento dall’Unesco “riserva della biosfera”. La biosfera è stata introdotta in un processo partecipativo, ed era una novità mondiale. La popolazione ha potuto votare.

Da quel momento molto è cambiato nella valle. Dice il direttore Theo Schnider: “Una volta l’Entlebuch era conosciuto per il militare e il “Kafi fertig” (caffè con la grappa). Oggi la biosfera ci riunisce. La biosfera ha trasformato l’Entlebuch, che storicamente aveva la fama di “asilo dei poveri”, in una regione con delle prospettive e visioni.”


Che l’Entlebuch una volta era conosciuto solamente per “Kafi fertig” e militare, lo posso confermare io, che sono cresciuta a Emmenbrücke, non troppo lontano… ;-)
Alcide
inserito il: 1.8.2011 16:18
Carissimi utenti,
mi prendo la libertà di proporvi il commento seguente apparso su La Regione Ticino come ulteriore spunto di riflessione.
Saluti,
Alcide

"Parc Adula c’è già, non rovinatelo
GIACOMO FIORI, BRONTALLO

Una volta scrivevo del parco per i lupi come esempio di voraci carnivori pronti a gettarsi su una preda, sbranarsela e con le zanne voraci rubarsela tra loro. A mio modo di vedere c’è chi ha lo scopo di creare montagne di carta e nulla più. Il servizio a ‘‘Falò’’ ha ampliamente dimostrato l’apertura di nuovi uffici riempiti da gente che fabbricherà solo carta, regolamenti e divieti. Loro dicono per un servizio di “informazione”, ma guarda caso non sono in cima ad una valle dove magari si deve dare qualche colpo di mano, ma sono nei centri fuori dalla realtà rurale e paesaggistica. No, bisogna abitare nei centri, lì non si vede la realtà, così puoi creare sulla carta leggi, direttive, divieti (angherie) che quando vengono pubblicati mandano su tutte le furie chi le deve subire e che abita in queste zone e vive di quello che può dare la montagna. Così partono ricorsi, denunce e, ironia della sorte, si ricomincia da capo, magari si crea un nuovo ufficio che evade i ricorsi mentre l’altro elabora un nuovo regolamento, spesso ancora peggiore del primo e avanti così per i quattro anni di studio previsti, alla fine? Se il parco viene silurato e la nostra gente che ha sempre lavorato per mantenere e conservare quello che è già parco, cosa resta? “Niente di niente, anzi dovete sentirvi in colpa per non avere voluto il parco, dove noi imbratta-carte avremmo deciso dai centri cosa e come voi avreste dovuto fare o non fare, quello che avevamo preparato noi che a seconda delle lune vi avremmo imposto per giustificare il nostro stipendio”. Tanto per coloro che creano questa carta con o senza parco vengono assorbiti (“solitamente sempre”) dagli uffici statali parassitari o da associazioni nullafacenti che studiano i microinsetti che abitano da noi da miliardi di anni. Ora, a mio modo di vedere, l’etichetta “parco” a chi conserva e lavora già in questo “parco” è già presente nelle nostre montagne. Chi lavora e si adopera per questo che è il miglior “parco” naturale del mondo, che lavora con il bestiame, la pietra, il legno fa miracoli e vive e deve abitare in queste valli merita già adesso. (...)"
Gina
inserito il: 24.7.2011 1:19
Vedo che Gianni, in parte, mi ha preceduto con la sua risposta: infatti, stavo pensando anch'io di inoltrare un'interpellanza in tale senso al Municipio di Blenio.
Posso capire bene la frustrazione di Cristian, ed è poco comprensibile il modo come è stato presentato il concorso. Si rischia veramente di perdere consensi della popolazione, e sarebbe un gran peccato. Pur ammettendo - e ben sperando! -che ci possa sempre essere una motivazione plausibile dietro tale scelta (di prediligere una persona della regione Surselva), questa motivazione andrebbe spiegata bene, con la conferma che in un prossimo futuro anche la Valle di Blenio venga scelta come luogo di lavoro.
Non condivio invece le critiche a Pro Natura: non dimentichiamoci che quest'associazione sta per investire 1.1 mio di franchi nel ex-centro "Uomo Natura" sul Lucomagno. Se questo non è un segnale tangibile e forte a sostegno della Valle di Blenio...
E il Buval, ormai, fa il suo lavoro. Ci è venuto molto incontro per il nuovo Centro sci nordico di Campra: essendo questo in una zona di palude, quindi sotto massima protezione ambientale, potevano anche semplicemente dire "niet". Invece si è riusciti a trattare per poter rinnovare la struttura esistente (non ingrandendola, ma rendendola più moderna, accogliente e funzionale), e mantenere le piste, anche con innevamento artificiale. Se questo non è sostegno...
Gianni
inserito il: 23.7.2011 20:47
Qui un'interpellanza che ho inoltrato al Municipio di Acquarossa negli scorsi giorni:

Interpellanza ai sensi della LOC art. 66 cpv 3

PARC ADULA: A QUANDO UN POSTO DI LAVORO IN VALLE DI BLENIO?


Signor Sindaco,
signore e signori Municipali,

ho preso conoscenza dal quotidiano la Regione di mercoledì 20 luglio della pubblicazione di un concorso (vedi allegato), proposto dall’Associazione Parc Adula (in seguito Associazione).
L’Associazione ha messo a concorso un interessante e qualificato posto di lavoro quale Projet Manager per lo sviluppo regionale, unità operativa al 60-80%. Purtroppo, con stupore, leggo che il luogo di lavoro sarà Curaglia (Medel-Lucomagn) mentre la fase introduttiva è prevista in sede dell’Associazione a Roveredo (GR).

Vi ricordo il testo della mia prima interrogazione sul Parc Adula, datata 30 novembre 2010, nella quale vi segnalavo che l’Associazione non potrà più rispondere alle domande espresse direttamente dal sottoscritto per evidenti (NdR:???) problemi di dotazione di personale. Pertanto scrivo al Lodevole Municipio di Acquarossa, nelle vesti di Consigliere Comunale invitandolo a sostenere, in questo contesto, in modo fermo e deciso gli interessi della valle di Blenio.

Domanda 1:
Il Municipio era informato (dall’Associazione o per il tramite dei membri dei vari Comitati) sulla pubblicazione di questo concorso con posto di lavoro a Curaglia (GR)? Se SI ha approvato questa decisione o ha formulato delle riserve invitando l’Associazione a proporre, per parità di trattamento, questo posto di lavoro in valle di Blenio.

Domanda 2:
Il Municipio può informarci se l’Associazione ha in previsione, durante la fase di sviluppo del progetto, dei posti di lavoro in valle di Blenio?

Domanda 3:
Se l’Associazione alla domanda no. 2 la risposta è NO! il Municipio è disposto a sostenere la causa per garantire, durante la fase di sviluppo del progetto, dei posti di lavoro anche in valle di Blenio?

Domanda 4:
Il Municipio non ritiene che si sia persa un’ennesima occasione per utilizzare al meglio alcune infrastrutture già presenti in valle e che avrebbero potuto essere messe a disposizione quali sede di posti di lavoro qualificati?

In attesa di una vostra risposta entro il prossimo Consiglio comunale (vedi LORD art. 66 cpv 3) l’occasione mi è gradita per porgervi i più cordiali saluti.


Ing. Giovanni Pettinari - Consigliere comunale
lo scriba montano
inserito il: 22.7.2011 6:46
risposta semplice,

le direttive sono state dettate da Buval e da Pro Natura.
Quindi a difesa della filosofia dei detti enti, non potevano essere diverse.
Carattersitiche dell'allora egocentrico (e qualcos'altro) vertice di Pro Natura? (q'il parlait français). E che ha contribuito molto a creare una linea estremista.
Provare ad indagare!

Ripeto; perchè nelle altre regioni della Svizzera i progetti sono stati abbandonati sul nascere?
marcello
inserito il: 22.7.2011 4:21
Ancora una volta i responsabili e promotori del progetto hanno confermato, con preoccupante disinvoltura che nella regione periferica non cambierà nulla!!!

Allora qualcuno mi spiega per quale ragione le autorità federali, nell'elaborare l'ordinanza federale, hanno messo giù nero su bianco l'art.18 a riguardo?
alfiero
inserito il: 22.7.2011 4:00
Mi chiedo da tempo perché alla valle Blenio, che al parco dovrebbe dare più degli altri, non solo in termini semplicemente di territorio ma specialmente di territorio utilizzato e utilizzabile per altre attività, non spetti l'amministrazione del parco.

Credo che l'esigere ciò che ci spetta, da parte di noi bleniesi, anche attraverso l'espressione individuale della popolazione, sia un po' timido e sacrificato sull'altare del si "tout court" al parco. Se la situazione è questa, gli "sfoghi" (se così vogliamo chiamarli), quando ve ne è la ragione, altro non sono che un contributo razionale e ragionato alla discussione.

Ma vorrei esprimere un altro dubbio: non so se sia corretto voler organizzare consenso se le cose che non ci soddisfano sono troppe. L'esito positivo del progetto Parco Adula non sta nella mera realizzazione, ma nel come la realizzazione soddisferà aspettative e esigenze di TUTTE le popolazioni interessate.

Il parco, si dice, costituisce una buona occasione per un avvicinamento anche culturale delle popolazioni dei
comprensori dell'area del parco, sarebbe quindi opportuno poter notare qualche sforzo speso perché questo abbia una
buona posizione sulla scala delle priorità.

Buona serata
lo scriba montano
inserito il: 21.7.2011 22:05
... volevo aggiungere,
la decisione potrebbe essere molto semplice:
Cartesio o Sant'Agostino. (non solo a riguardo di Parc Adula)

filosofie diverse
lo scriba montano
inserito il: 21.7.2011 21:51
Ancora io,
in risposta a Marcello che ha ragione.

È stato detto da subito che dopo la messa in vigore della nuova legge e della relativa Ordinanza le possibilità e le limitazioni erano chiarissime.
Come era chiaro cosa si intendeva per zona nucleo e zona tampone (nella fattispecie, la zona che "circonda" il nucleo), comprese le superfici minime, le suddivisioni e le quote dei terreni da sacrificare.
Come anche era stato detto e, da chi faceva parte dei primi lavori di consultazione, a quel tempo la legge non era ancora operativa; anzi si stava appena scrivendo la bozza di proposta.
È anche evidente (anche quì già detto) quali erano state le motivazioni di abbandono di diversi altri progetti in Svizzera.
(chiedere a Yoghi e Bubu)

Che poi non si voglia o non si sia capaci oppure non si vuole dire chiaro e tondo cosa sono queste limitazioni e come stanno veramente le cose, è tutt'altra storia punto e a capo
(chiedere a Ranger Smith).

A parer mio, unicamente a dimostrazione di una difesa almeno etica dei diritti della popolazione locale, e se ne avessi le competenze, agirei in questo modo: far annullare immediatamente il bando di concorso, indipendentemente da quello che sarà il risultato finale (cadreghino già promesso e garantito - cognome corto...); bocciatura del progetto da subito, cioè almeno per quanto concerne il territorio della nostra Valle non mettere a disposizione nemmeno il terreno atto ad impiantare un cartello; da subito bloccare ogni contributo sia finaziario sia di altre risorse a favore del progetto; preparsi e perparare la campagna "Contro" per il momento della votazione.

La prova dei fatti: girare in giro alla torta e "sorvolare" porta a far morire il SIGNOR SCONTO che ha fatto gli sconti. Viceversa, far valere i propri diritti, ed a volte se necessario, anche far la voce grossa e impugnare forme che potrebbero sembrare di ricatto ma che in realtà non lo sono, mantiene in vita il SIGNOR SCONTO.
marcello
inserito il: 21.7.2011 19:07
Sono completamente d'accordo e condivido lo sfogo e la rabbia di Christian e dello Scriba Montano.

Al di là dell'ennesima snobbatura nei riguardi della valle di blenio, vorrei sollevare un aspetto ancora più importante, e in un certo senso sottaciuto dai promotori del progetto Parc Adula:

La ZONA PERIFERICA:
cioè quella zona che dovrebbe fungere da cuscinetto posta fra la zona nucleo e il resto del territorio.

Nel caso specifico, quando si parla di zona periferica s'intende tutto il territorio della valle di blenio che non fa parte della zona nucleo, compreso quindi anche il fondo valle e tutti i villaggi.
I fautori del progetto hanno più volte proclamato che questa zona non subirà alcun cambiamento né verranno imposti divieti o vincoli al di là di quelli esistenti.

Copio qui di seguito integralmente l'art.18 dell'ordinanza.
E non mi si venga a dire che l'Ordinanza federale può essere derogata, se così fosse l'art.18 non avrebbe alcuna ragione di esistere.

Art. 18 Zona periferica
1 Al fine di conservare la gestione naturalistica del paesaggio rurale e per preservarlo da interventi pregiudizievoli, nella zona periferica è necessario:
a. conservare e promuovere le funzioni ecologiche delle superfici agricole, del bosco e delle acque;
b. organizzare le attività turistiche e ricreative in modo ecologico;
c. conservare le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati, valorizzandoli nella misura del possibile;
d. valorizzare e collegare tra loro gli spazi vitali degni di protezione di specie animali e vegetali indigene;
e. in caso di costruzioni, impianti e utilizzazioni nuovi, conservare e rafforzare le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati;
f. ridurre o riparare, quando se ne presenti l’occasione, i danni esistenti causati al paesaggio e agli abitati da costruzioni, impianti e utilizzazioni.
2 L’utilizzazione sostenibile delle risorse naturali della zona periferica va promossa.

Tutto questo comporterà una inevitabile e sostanziale revisione dei Piani Regolatori oggi in vigore nei comuni della valle, con un'importante e onerosa aggiunta di vincoli supplementari, con le spese naturalmente a carico dei cittadini.
PARC ADULA
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