Blenio Café
PARC ADULA
Cleto Ferrari
inserito il: 22.2.2011 4:12
Parc Adula
Intervento del 21.02.2011 (R. 6421) per il gruppo LEGA dei Ticinesi, in Gran Consiglio


In questo rapporto ci sono due aspetti di rilevanza politica poco approfonditi e, se considerati, ci portano ad una chiara ed unica conclusione.

Il primo aspetto emerge dalla scelta di fondo.
Se di principio possiamo ritenere che la creazione di un parco possa rappresentare un’opportunità di sviluppo per una regione, va data attenzione alla scelta del tipo di parco, in quanto la Legge mette a disposizione tipologie con accenti molto differenziati. In questo caso specifico va pertanto soppesato attentamente quale tipo di parco di valenza nazionale sia il migliore per la valle di Blenio, quale sposi meglio il comprensorio, la sua realtà, la sua cultura, la sua storia, la gente che vi opera.

La Legge che regolamenta i parchi ha preso contorni definiti nel 2005. Questa legge ora prevede tre tipi di parchi d’importanza nazionale, di cui due possono rientrare nella realtà ticinese:

• Il tipo Nazionale costituito da vasti territori a carattere essenzialmente naturale e che persegue tre obiettivi principali: la protezione degli ecosistemi, i quali devono evolversi liberamente; l’offerta di spazi ricreativi e di possibilità educative alla popolazione; la promozione di ricerche scientifiche sulla fauna e sulla flora indigene nonché sui processi naturali;

• Il tipo naturale regionale, che comprende vasti territori rurali degni di nota e abitati dall’uomo. Esso contribuisce concretamente alla creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo sostenibile, all’educazione ambientale, alla scoperta del patrimonio naturale e culturale, come pure alla promozione di tecnologie innovative e rispettose dell’ambiente;

Per quanto riguarda il lato ticinese del Parco Adula, il comprensorio toccato è quello della Valle di Blenio. Per chi conosce la realtà della valle di Blenio, dalle definizioni appena citate risulta chiaro che questa regione, se dovesse ritenere necessario istituire un parco, questa regione sposa per mentalità di chi vi vive e per situazione reale che si riscontra, solo e solamente un parco di valenza nazionale del tipo naturale regionale. È una Valle che conta ancora il 26% della popolazione attiva nel primario ed esegue una marcata gestione del territorio che unita ai nuclei abitati crea un paesaggio sicuramente degno di nota. Grazie a queste caratteristiche sempre più rare, gestione di qualità del territorio e architettura tradizionale, questa è una regione che se nel tempo riuscirà a tramandare questi aspetti concorrenziali, potrà godere di grande attrattiva. Se valutiamo da questo punto di vista i territori che le altre tre regioni coinvolte nel progetto Adula mettono a disposizione non esiste paragone con la parte ticinese.

Alcuni studi a livello nazionale hanno evidenziato che l’attuale parco nazionale dell’Engadina che esiste da ben cento anni ha portato ricadute economiche in particolare in quanto nella regione ci sono già importanti infrastrutture d’accoglienza. Nel progetto parco Adula le infrastrutture d’accoglienza si situano ai margini delle regioni della Surselva e non da noi.

A ulteriore completazione del messaggio e del rapporto, sempre in merito alla scelta di fondo, è importante segnalare che il progetto di creare il parco nazionale Adula è nato nel 2000 a seguito di un concorso di Pronatura che metteva sul tavolo ricchi premi. A quel concorso aderirono sei o sette regioni della svizzera. Oggi resta in gara solo il Ticino con il progetto Parco Adula e forse anche con il progetto Parco del locarnese.
Nel frattempo a livello nazionale sono stati riconosciuti altri tre parchi di valenza nazionale del tipo naturali regionali, e si sono candidati, accanto al progetto Adula, l’unico del tipo nazionale, ben altri 14 del tipo regionali naturali. Forse dovremmo imparare qualcosa anche dal resto della svizzera che quando si tratta di fare i propri affari è molto brava.

Bisogna anche segnalare che il progetto parco Adula logicamente, per natura, non riscontra particolare sostegno dalla gente della valle e nel 2009 quando i Municipi sono stati chiamati ad una prima decisione, è stato salvato da uno stato quasi agonizzante, tramite una lettera del Vicedirettore del BAFU (UFAM). Lettera che merita un premio per le particolari doti artistiche nel menar il can per l’aia. Fa sorridere come un progetto di squisita valenza territoriale che lo si vorrebbe spinto dal basso, si giochi su cavilli giuridici e interpretazioni d’ordinanze e metta in secondo piano la chiarissima, univoca volontà del legislatore che si evince dalle citate definizioni dei tipi di parco proposti.

Sembrerebbe che questo progetto sia più voluto dal BAFU e da Uffici cantonali, che dalla gente della Valle di Blenio, la quale per storia anche loro sono artisti ma nel gestire il territorio, nel creare prodotti unici, nel creare biodiversità attraverso il lavoro con la natura, e ai tempi dell’emigrazione sono stati tra i migliori artigiani nelle principali città d’Europa assieme ad altri artisti ticinesi provenienti da altre valli. Questa ricca storia e chi la raccoglie in eredità chiaramente non sposa la mentalità del parco di tipo nazionale in cui vige prioritariamente il tutelare e proteggere e dove l’uomo sembra solo una presenza scomoda e negativa nei confronti della natura.

In questo contesto approvando questo credito corriamo il rischio di fare perdere tempo alla Valle di Blenio! Non gettiamo alle ortiche altri 5 anni e mezzi pubblici per arrivare poi al momento della votazione a dover riconoscere quello che di fatto si poteva capire già dieci anni fa, ossia che se riteniamo di fare un parco di valenza nazionale in Valle di Blenio l’unico condivisibile è quello del tipo naturale regionale.

Il secondo aspetto di valenza politica di questo credito che non emerge nella trattazione è legato ai rapporti del Cantone con Berna.
Da Berna riceviamo dai soliti Uffici troppi segnali negativi e mortificanti per la nostra cultura, per la nostra storia e per le nostre autorità. Pensiamo al tema rustici. Pensiamo al no attuale alla sistemazione della strada a scopo agricolo di Leontica dove per poter accedere ai sussidi federali, ora spunta anche la richiesta di risanare gli “abusi” sui rustici. Questa potrebbe essere un’avvisaglia del tormentone che ci trascineremmo per anni nel caso in cui il PUC-PEIP dovesse essere “magnanimamente accolto” da Berna ritirando il ricorso. Pensiamo poi ai vincoli e ritardi che sta subendo il progetto di risistemazione del centro di sci nordico di Campra.
Un aneddoto da solo la dice lunga. È indelebile l’arroganza e baldanza del BAFU nei confronti dei ticinesi quando alcuni anni fa per un solo centimetro di corna di camoscio concesso dal CdS, immediatamente e senza farsi troppi problemi il BAFU mise in ginocchio il CdS minacciando di tagliare tre milioni di sussidi alle foreste.
Sempre in tema parchi, sul Piano di Magadino, con l’appoggio d’Uffici dell’amministrazione cantonale, si stanno allungando i tentacoli del BAFU volti a prenderci anche questo pregiato territorio.

Sarebbe tempo di ristabilire rispettosi equilibri e una mentalità sana nei confronti della natura e rispettosa delle nostre origini.
Questo degenerato aspetto relazionale con l’amministrazione federale, se abbiamo ancora un po’ d’orgoglio, ci dovrebbe indurre a dire di accantonare il progetto parco Adula e altri progetti simili che promuovono sterili divieti, che sono più un sintomo d’involuzione delle capacità artigianali umane che di progresso.

Per gli aspetti qui sollevati che non fanno altro che dimostrare una scelta di fondo sbagliata del tipo di parco, che stride con la realtà censita in Valle di Blenio e per portare a miti consigli i nostri autoproclamati tutori di Berna, siamo del parere che la Valle di Blenio sposi, semmai promosso, un Parco di valenza nazionale del tipo naturale regionale in cui si rimetta al centro del progetto l’uomo, la sua storia e cultura e le sue capacità artigianali volte a creare vero valore aggiunto.


Per il Gruppo LEGA dei Ticinesi Cleto Ferrari
mara
inserito il: 7.2.2011 16:57
Ciao Gina,
leggendo il tuo intervento, mi sono accorta che quella parola - atavico - l'ho usata io in un intervento del 26 ottobre scorso. La stessa non era però riferita all'alpinismo o all'escursionismo (nelle modalità che conosciamo oggi), bensì alle attività che un tempo si svolgevano sul nostro territorio alpino (in particoalre alpeggi), attività in parte esistenti ancora oggi.

Come per le Terme, mi piace credere pure al progetto Parc Adula e oso sperare che la nuova direzione sappia instaurare un vero e aperto dialogo con chi vive e opera sul territorio, in particolare con Blenio.
Non è infatti nascondendo i problemi che quest'ultimi possono essere risolti, anzi...

Mi riferisco alla serata di presentazione del Parc Adula organizzata lo scorso 25 gennaio dal Club alpino svizzero di Lugano, davanti quindi ad un pubblico di persone che frequentano montagna e capanne. La presentazione del progetto, così come giustamente ha detto Gina per quella avvenuta in occasione dell'assemblea Regione Tre Valli a Malvaglia, è stata ottima e professionale, ben strutturata.
Mancava tuttavia un punto reale e concreto, punto che assieme a tutti gli attori del progetto andrà sciolto: ossia l'ostacolo - se lo vogliamo chiamare così - dell'Ordinanza federale sui parchi nazionali e delle sue restrittive regole.

In sostanza la "Carta del Parco" che andrà elaborata da qui al 2015 dovrà verosimilmente contenere delle deroghe a questa Ordinanza.
Senza entrare nel dettaglio della discussione, tutto ciò andava almeno detto da parte del Gop... per trasparenza, per correttezza (è vero che è più facile mostrare solo tutto il bello!) e per sapere in sostanza dove ci sarà da lavorare.

Per tutto il resto, è ben difficile sostenere che il progetto Parc Adula non è bello e accattivante.
marcello
inserito il: 28.1.2011 13:55
Come spesso succede "laRegione" riporta cose distorte.
Qui di seguito il mio intervento alla serata organizata dal CAS.
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M. comune di Blenio, delegato presso l’assemblea dell’associazione PA quale rappresentante della FAT. Unico delegato a difesa degli interessi delle capanne e non solo. In seno a questa associazione, nominato grazie al comune di Blenio e all’ASCOBLE che hanno capito e condiviso questa esigenza.
Un’associazione (la FAT) che dal settembre 2009 attende di essere convocata e ascoltata da parte dei promotori del progetto.

Io ci credo e voglio continuare a crederci al progetto PA, come concreta opportunità di sviluppo economico per la nostra regione e per il resto del Ticino, anche se il modo con cui è portato avanti il progetto suscita più di un dubbio (coinvolgimento botton up=0, sede Roveredo??)

La realizzazione di un parco non è una passeggiata, molti sono gli aspetti e le problematiche che dovranno essere chiarite, ma uno su tutti è di assoluta priorità, il sacrosanto diritto alla libertà di movimento sul nostro territorio, l’Ordinanza fed. vieta questo diritto. A0i promotori del progetto abbiamo fatto una proposta, per ovviare a questa assurda imposizione. La proposta è consentire l’accesso alle nostre montagne attraverso i percorsi segnalati e così ben descritti nelle guide del CAS realizzate da Giuseppe Brenna.

Approfitto di questa occasione per rinnovare l’appello al GoP a voler far tesoro di questa proposta e di intavolare con una certa urgenza le trattative con i responsabili di Berna.

Se questa deroga all’Ord.fed. non sarà accettata, molto probabilmente i cittadini del comune di Blenio non dovranno attendere il 2014 o il 2015 per esprimersi sul PA.
Gina
inserito il: 27.1.2011 20:28
Ho letto l'articolo sulla Voce di Blenio, e ho letto anche l'articolo sul La Regione di oggi, che riferisce della presentazione del Parc Adula al Club Alpino Svizzero.

Io stessa ho assistito, settimana scorsa nell'ambito dell'Assemblea Tre Valli, ad una presentazione del nuovo direttore Quadrenghi, a Malvaglia. Per me è stata molto ben fatta e chiara, ho l'impressione che il progetto sia in buone mani, e che da parte dei promotori si cerchi onestamente di dialogare con la popolazione.

Non posso condividere invece quanto riferito da Marcello su La Regione, cioè che se Berna non accetta certe presupposte chieste dal Club Alpino sarebbe inutile andare in votazione, “perché gli abitanti non accetteranno”. Per piacere! Sono anch'io abitante, vorrei partecipare al dialogo, come molti altri, e poi vorrei che si vada in votazione, dove tutti possono esprimersi, non solo il CAS.

Avete ragione a chiedere quali saranno le limitazioni di movimento, e di esigere anche di avere voce in capitolo. Che ci saranno delle restrizioni è sicuro. Si tratta, come già altre volte si è detto, di pesare le restrizioni che si dovrà accettare con i vantaggi che si otterranno. Sostenere come ho letto (in un intervento precedente) che l'alpinismo sia un'attività "atavica" per la valle mi sembra però esagerato: sarà un'attività senz'altro salutare, entusiasmante e anche educativa, ma non atavica. I nostri antenati avevano altre preoccupazioni che scalare le montagne, questa attività risale al massimo agli inizi del ventesimo secolo. Questo solo per dire che bisogna restare un po' razionali per poter valutare con mente lucida.

Su quanto scrive Marcello sulla Voce, p.es. della teleferica Olivone - Luzzone, infatti trovo che sarebbe una buona idea! Si tratterebbe, appunto, di mettersi a un tavolo con i responsabili del progetto parco per capire se si possa inserirla.
Moderatrici
inserito il: 27.1.2011 16:23
Cari utenti e cari lettori interessati alla tematica,
vi segnaliamo oggi un articolo interessante e ricco di spunti apparso sul numero di gennaio del mensile "Voce di Blenio".

Nel trovate un sunto nella nostra cronaca:

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Buona lettura, la discussione è riaperta...

Buona giornata
Le Moderatrici
Gianni
inserito il: 13.12.2010 15:57
Corzoneso, 30 novembre 2010

Interpellanza ai sensi della LOC art. 66 cpv 3 al Municipio del Comune di Acquarossa

PARC ADULA: risultato parziale Grigioni batte valle di Blenio 2:0

Signor Sindaco,
signore e signori Municipali,

ho preso atto che la neo costituita Associazione Parc Adula (in seguito Associazione) ha messo a concorso 4 interessanti e qualificati posti di lavoro, 3 a tempo pieno e 1 al 50-80%. Il posto di lavoro sarà Roveredo (GR), sede dell’Associazione.
La curiosità mi ha spinto a prendere contatto con l’Associazione per conoscere l’iter decisionale relativo alla sede.

Parte A – scelta sede del segretariato e dell’Associazione

Nella sua risposta il Presidente dell’Assemblea, l’avvocato grigionese Keller, mi informa che:
….La dotazione di personale del progetto è molto limitata e ci permette di svolgere solo quelli che sono i compiti che ci sono assegnati dal piano di gestione, rispettivamente quello che la Confederazione ci richiede. Non è perciò ipotizzabile che in futuro il sottoscritto o altri collaboratori possano intrattenere delle corrispondenze e fornire delle spiegazioni a dei cittadini (anche se Consiglieri comunali) dei 20 Comuni interessati al di fuori delle manifestazioni, rispettivamente gruppi di lavoro, previsti. È proprio per questo motivo che ogni Comune è stato, con la revisione degli statuti, coinvolto. Le informazioni devono passare attraverso i rappresentanti dei Comuni negli organi dell'associazione. Trasparenza significa informare quando ci sono notizie rilevanti, non impegnare le forze che andrebbero dedicate ai progetti per rispondere a tutti….

Pertanto, questo mio scritto rientra nella logica voluta dal Presidente dell’Associazione e forzatamente devo interrogare i nostri membri del GOp/Assemblea che siedono in Municipio.

Alcune informazioni generali per inquadrare il contesto delle mie domande.
Nel dicembre 2009, ancora prima che l’Associazione fosse costituita, il “vecchio GOp” ha deciso che la sede del segretariato doveva essere a Roveredo (GR). Per vostra informazione, il territorio del Comune di Roveredo (GR) non sarà minimamente toccato dal perimetro del Parc Adula.
Il Presidente Keller mi informa che…. attualmente anche il segretariato si trova a Roveredo che è pertanto il luogo in cui l'associazione ha sede a norma dell'art. 1 dello statuto.
Il Presidente mi informa pure che…. per gli uffici e le prestazioni di segretariato vi sono dei contratti in corso (locazione e accordo di prestazioni) onde per cui delle diverse decisioni sono ipotizzabili solo al momento della scadenza dei contratti e in funzione della disponibilità delle persone che si occupano quasi giornalmente della conduzione del personale.

Se mi è concessa una sintesi del problema ci troviamo confrontati con una decisione presa da un gremio che al momento della nascita dell’Associazione (il loro mandato era terminato) di fatto, ha imposto la sede al segretariato e conseguentemente anche alla nuova Associazione, limitandone il suo potere decisionale.


Domanda 1:
Il Municipio approva l’iter decisionale voluto dal “vecchio GOp” che, nel dicembre 2009, ha di fatto imposto la sede della Associazione a Roveredo (GR)?

Domanda 2:
Se alla domanda precedente il Municipio ritiene che l’iter decisionale non sia corretto, è disposto a sostenere la causa per una revisione della decisione a favore di una sede dell’Associazione in uno dei Comuni (magari bleniesi) che si trovano all’interno del perimetro del Parc Adula?

Domanda 3:
Il Municipio non ritiene che si sia persa un’occasione per utilizzare al meglio alcune infrastrutture già presenti in valle e che avrebbero potuto essere messe a disposizione quali sede dell’Associazione in modo da garantirci dei posti di lavoro qualificati?

Domanda 4:
Il Municipio era informato che al momento della decisione da parte del “vecchio GOp” relativa alla sede del segretariato nel Comune di Roveredo (GR) non erano state presentate altre candidature, bleniesi compresi?

Domanda 5:
Il Municipio era a conoscenza dell’esito finale del voto relativo alla scelta della sede del segretariato, in modo particolare è a conoscenza della posizione avuta dai tre delegati ticinesi che ci rappresentavano e che avrebbero dovuto candidare e sostenere una sede in territorio bleniese?
N.d.r: pur conoscendo la risposta, per motivi di confidenzialità devo formalizzare ufficialmente la domanda al Municipio.

Domanda 6:
Alla luce di questa evidente sconfitta patita dai 3 Comuni bleniesi, non vuole il Municipio farsi promotore di un Gruppo di lavoro della valle, composto di persone interessate al tema, non necessariamente municipali, allo scopo di coordinare tutte le azioni dei membri del GOp (compreso GOp ristretto) e dell’Assemblea a favore di unità d’intenti per garantirci la massima efficacia decisionale?



Parte B – informazione sugli iter decisionali relativi all’attribuzione di mandati esterni

L’Associazione è, per la maggior parte, finanziata da mezzi pubblici. La spesa prevista è preventivata a ca. 5.5 mio fr. che saranno spesi verosimilmente in un periodo variabile fra i 4 e 5 anni.
Il MM 127/10 ci ha informato che nella prima fase i progetti sono stati finanziati dai 2 Cantoni (GR + TI) con fr. 250'000.- ciascuno e fr. 400'000.- dalla Regio Plus.

Domanda 7:
Ritenuto che non mi è concesso l’accesso a informazioni pubbliche, chiedo al Municipio di informarsi presso l’Associazione in modo di avere la lista dei mandati esterni, comprensiva dell’ammontare del mandato (e relativa scadenza).
La lista dovrebbe comprendere:
- i mandati che l’Associazione ha ereditato dal “vecchio GOp”
- i mandati terminati per gestire la prima fase.

Domanda 8:
Ritenuto che non mi è concesso l’accesso a informazioni pubbliche, chiedo al Municipio di informarsi presso l’Associazione in modo di ottenere le informazioni relative alle ripartizioni dell’importo pari a fr. 5.5 mio che sono a disposizione dell’Associazione, e più precisamente:
- quota parte dei costi per la gestione del proprio personale
- l’ammontare dei mandati esterni.
Inoltre, chiedo al Municipio d’informarsi con quale Legge cantonale sulle commesse pubbliche (ticinese o grigionese) l’Associazione sarà chiamata ad agire. Nel caso in cui fosse stata scelta la legge cantonale grigionese, desidero che mi sia indicato quali sono i valori soglia per l’incarico diretto, la licitazione privata o la procedura libera.

Domanda 9:
Il Municipio è a conoscenza delle procedure utilizzate che hanno permesso di deliberare i vari mandati ai progettisti che hanno sin qui lavorato? Nel caso in cui la domanda è negativa lo invito a d informarsi presso l’Associazione.

In attesa di una vostra risposta entro il prossimo Consiglio comunale (vedi LORD art. 66 cpv 3) l’occasione mi è gradita per porgervi i più cordiali saluti.



Ing. Giovanni Pettinari
Consigliere comunale
Gianni
inserito il: 12.11.2010 23:05
Cara Mara facendo regolarmente corsa d'orientamento ho imparato ad interpretare le carte topografiche. La tua suggestione è corretta. Le varie cartine riprodotte in internet differenziano fra loro sul perimetro della Zona nucleo (ZN) o Zona centrale (ZC).
Le cartine topografiche o schizzi riportati nei vari documenti sono datati e ci permettono di evidenziare alcune differenze. Ho analizzato unicamente le differenze in zona cima dell'Adula. Con una analisi più approfondita della documentazione potremmo evidenziare altre differenze; ma non è lo scopo dell'esercizio!
Il documento "Documento per la consultazione presso i Municipi dei potenziali comuni del Parco - maggio 2009" che, come dice il testo, è stato utilizzato per la consultazione pubblica, ci illustra una cartina al § 1.2 (data cartina 23 aprile 2009). La Zona nucleo scende dalla cima dell'Adula in direzione capanna UTOE. E' difficile evidenziare il limite esatto ma verosimilmente almeno fino alla fine della morena... per chi conosce la strada....Questa cartina è stata riportata anche da Marcello nel suo articolo apparso sul periodico della FAT.

I documenti prodotti nel 2010, dopo la consultazione citata precedentemente, riportano:
Piano di gestione - Documento principale dell'8 gennaio 2010, l'esemplare inoltrato all'Ufficio federale dell'ambiente riporta un altro perimetro della Zona centrale.

NdR: mi danno fastidio questi pasticci di definizione: o è zona nucleo o è zona centrale!!!! e non il primo caso; gli statuti sono pieni di incoerenze terminologiche!!!.

La cartina che trovate in internet, datata 10.05.2010, riporta lo stesso perimetro del documento inviato all'Ente federale. Il perimetro segue la cresta NNO e O dell'Adula. Ed è anche per questa modifica del limite che la scelta di non uscire dai sentieri "marcati" è ancora più assurda. Infatti, seguendo la via normale dalla capanna UTOE sarà permesso l'accesso fino a 100 m dalla cima e poi non essendoci dei sentieri "marcati" non si potrà raggiungere la vetta accedendo alla cresta. Unicamente una guardia della natura posta in pianta stabile all'ultima bocchetta potrà proibirmi d'arrivare in cima!

Con queste puntualizzazioni non posso che condividere le preoccupazioni di Mara. Facciamo attenzione sulla qualità del lavoro svolto dai signori dell'Associazione Parc Adula. Vi ricordo che è un'Associazioni finanziata in maggioranza con capitali pubblici (anche del mio Comune e del nostro Cantone)... e non sono briccioline... gli investimenti si aggirano attorno ai 5.5 mio di franchi. Dobbiamo pretendere un'informazione corretta e che le decisioni siano prese con la massima trasparenza.
marcello
inserito il: 11.11.2010 19:04
Il Parc Adula costituisce uno dei grossi progetti a lungo termine, in grado di condizionarci il futuro nel bene e/o nel male.
Siamo entrati nella terza fase, e ancora non sono convinto se questo sia stato un bene: mi chiedo se non fosse stato meglio fare chiarezza su alcuni punti fondamentali prima di dare avvio al progetto vero e proprio, risparmiando probabilmente diversi capitali pubblici.

Vi sono infatti numerosi interrogativi ancora aperti, uno su tutti rimane la libertà di movimento, un aspetto fondamentale della questione parco. In qualità di rappresentante a tutela degli interessi della Federazione Alpinistica Ticinese sono alla ricerca di una soluzione; come citato da Gianni, ritengo che l’unica via d’uscita, intesa a salvaguardare la possibilità di poterci muovere liberamente sul nostro territorio, sia quella di proporre come sentieri marcati tutti quei percorsi descritti sulle pubblicazioni del CAS.

In questo senso stiamo aspettando di poterci finalmente sedere attorno ad un tavolo con i rappresentanti del Gruppo Operativo, e portare avanti la nostra proposta presso l’UFAM, dal quale dovranno giungere questa volta delle risposte chiare senza possibilità d’equivoci.

Riguardo alle modifiche effettuate nella zona nucleo, in particolare l’esclusione di tre capanne, senza aver informato i diretti interessati, ed aver di conseguenza inviato a Berna dei documenti in contraddizione fra di loro, la dice lunga su come e in che misura sono state ascoltate le società alpinistiche, mi riferisco in particolare alla conferenza stampa del 21 settembre 2009.

Un’ultima considerazione riguardo i confini della zona nucleo: se si osserva la cartina su www.parcadula.ch , il parco dovrebbe da subito cambiare nome in PARC GREINA; questo spostamento verso una regione molto conosciuta e frequentata (le tre capanne poste in zona registrano regolarmente già oggi, durante il periodo estivo, il tutto esaurito!) denota da parte del gruppo promotore una mancanza di coraggio nel voler promuovere altre regioni altrettanto interessanti dal profilo naturalistico e culturale, alla ricerca di un vero rilancio economico.
mara
inserito il: 11.11.2010 4:37
Ciao Gianni,
visto che citi la cartina e il caso della cima dell’Adula (prima dentro e poi improvvisamente fuori dal perimetro del parco, zona nucleo), mi permetto di esprimere una cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa se non addirittura di stucco.
Se le mie informazioni sono giuste, la cartina con i perimetri del Parc Adula (zona nucleo ZN e zona periferica) attualmente pubblicata sul sito www.parcadula.ch (quindi di fruizione pubblica) NON è quella sulla quale nel settembre dello scorso anno si è basata la presa di posizione delle Società alpinistiche (FAT e CAS) delle 16 capanne inserite nel perimetro del parco (di cui 8, allora, in ZN). E questo senza che nessuna delle Società alpinistiche ne fosse messa debitamente al corrente.

Trovo questo modo d’agire un po' scorretto e assolutamente non rispettoso del lavoro e dell’interessamento portato avanti dalle società citate, che da anni hanno un attaccamento al territorio e alle loro strutture.
Ma quel che è grave, secondo me, è che la cartina coi perimetri modificati (non si sa per mano di chi né quando, ma comunque dopo il settembre dello scorso anno) sia finita a Berna con la documentazione poi approvata dall’UFAM alla fine d'agosto scorso e contenente anche la documentazione completa con le rivendicazioni delle Società alpinistiche che si basavano però – ahinoi e loro malgrado... - sulla precedente cartina dai confini diversi (con 8 capanne in ZN). Berna forse manco se n’è accorta?

Sarà un dettaglio, ma sono cose spiacevoli. Internet è pubblico e anche se – come mi è stato riferito dall’ufficio del Gop – la cartina ancora non è quella definitiva e i perimetri del parco potranno ancora essere cambiati nei prossimi 4-5 anni (della fase 3), ritengo che sia davvero doverosa una maggiore e mirata informazione ai diretti interessati. Ai fini di una corretta e professionale informazione, sarebbe anche utile datare sempre (soprattuto in caso di modifiche) lo stato della cartina pubblicata nel sito del Parc Adula.
Penso che in futuro sia necessario un dialogo schietto e aperto. Non è che... spostando in sordina di qua o di là i perimetri e togliendo una capanna dalla ZN (nella fattispecie sono ben tre quelle che sono state tolte senza avviso ai diretti proprietari!!!), si risolvano problemi. Non è che le società non vogliono la loro struttura in zona nucleo. La zona nucleo sarà il fulcro del parco, dovrà e avrà un grande valore e potenziale attrattivo. Per le capanne, nei dovuti modi e con la possibilità di adattarsi e diventare funzionali ai fini del Parco, sarà anzi interessante e potenzialmente stimolante essere incluse nella zona nucleo.
Una ZN limitata a zone già per loro natura difficilmente raggiungibili (süi bicri... :-) non ha senso, vedi la Valle Malvaglia dove la ZN, sempre nella cartina modificata, è stata ridotta all'osso.
Io penso che solo sedendosi, ma per davvero, allo stesso tavolo si possono comprendere e discutere le ragioni e le motivazioni dell’una e dell’altra parte. Se davvero si vuol essere vicini alla base e costruire il parco da lì...
Buona serata, ciao
Gianni
inserito il: 11.11.2010 1:07
Non sono un grande amante di questo mezzo di discussione "moderno" ammettendo che è la prima volta che ne faccio uso. Personalmente preferisco esprimermi in luoghi istituzionali o utilizzando i media. Leggo sporadicamente gli interventi nel forum e ho deciso di ascoltare il richiamo di Mara quando ritiene importante l'allargamento del dibattito con l'espressione di più opinioni.

Personalmente condivido il pensiero di Vasco essendo un amante e fruitore delle nostre bellissime montagne. Percorro spesso e volentieri le nostre vallate, a piedi con il sacco in spalla, quasi mai su sentieri segnalati. Non ritengo che con il mio comportamento abbia creato dei problemi alla natura.

Mi sono letto le varie schede di progetto Parc Adula e la lettera dell'Autorità federale nella quale si esprime in modo assolutamente inequivocabile sull'impossibilità futura di percorrere la zona nucleo all'infuori dei sentieri "marcati".
Non è chiaro il concetto relativo ai sentieri "marcati" e pertanto immagino, fina a prova del contrario, che per "marcato" si intende quello segnalato sulle carte dell'Ufficio federale di topografia (giallo, rosso e bianco e blu e bianco). Qualcuno formula l'ipotesi che per "marcato" s'intende tutte le vie riportate dal libro del CAS redatto da Giuseppe Brenna (se fosse così sposo la causa del Parco da subito!!!)

La cima dell'Adula è per me un elemento importante. Precludermi l'accesso alla cima unicamente per gli ultimi 100 m (verificate il perimetro della zona nucleo) è irritante ed inconcepibile. Oltre all'Adula ci sono altre cime bellissime che ci saranno precluse.

Prossimamente esprimerò il mio pensiero sugli aspetti relativi all'organizzazione dell'Associazione Parc Adula essendo in attesa di una loro presa di posizione ad alcune mie domande.
PARC ADULA
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