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Blenio Café
PARC ADULA
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Vasco
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inserito il: 1.11.2010 21:07 |
Sono anch'io dell'avviso che la grande maggioranza del territorio alpino ticinese sia già il nostro parco naturale. Sono salito su centinaia di montagne ticinesi e, all'infuori dei ben noti sentieri che portano alle capanne, la presenza di persone nei territori montagnosi è bassa e rispettosa. Mi chiedo se sia corretto vietare o limitare l'accesso alle nostre cime impedendo così alle persone di poter ammirare incredibili scenari naturali. Istruttivo è anche ripercorrere antichi itinerari ora scomparsi, che furono elemento vitale per la sopravvivenza nelle nostre valli. Si scoprono così cascine abbandonate o resti di cascine nei posti più impensati e selvaggi. Perchè impedire la scoperta di queste testimonianze a chi ne capisce l'importanza? Inoltre ho dato un'occhiata al sito ufficiale del canton Grigioni curiosando l'andamento della popolazione dei comuni interessati dal parco nazionale. Il comune di Val Mustair è passato dai 1897 abitanti del 1996 ai 1608 del 2009; la perdita è del 15% in 13 anni. Zernez nel 1996 contava 1047 abitanti scendendo a 996 nel 1999, poi l'inaugurazione del tunnel della Vereina ha permesso al comune di riprendersi arrivando nel 2009 a 1095 abitanti. Mi rendo conto che è un'analisi superficiale, però credo che il parco non dia un forte impulso alla regione. Mi sembrava giusto dare questi impulsi alla discussione.
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Gina
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inserito il: 27.10.2010 18:08 |
Anche a me sembra che forse era meglio piazzare la sede scientifica e amministrativa nella zona toccata, non conosco i motivi per questa scelta. Ma quello che voglio dire con “guardare oltre” e lasciar da parte ciò che ho chiamato “gelosie”, è che per costruire un mondo vivibile per tutti, dobbiamo capire che ci sono diversi pesi da mettere sulla bilancia. Da una parte ci sono le libertà individuali, ai quali dovremo rinunciare un po’ (ma sottolineo POCO perché - come già concordate tu e Marcello, il parco è praticamente già realtà, e di effettive rinunce ci saranno poche), dall’altra parte c’è l’interesse comune che ha bisogno di spazi di conservazione della natura, e, ripeto, della biodiversità che è fondamentale per l’umanità. Poi, non è che diamo tutto ciò a gratis. Ci sono i contributi dalla federazione, che renderanno più possibile la vita e il mantenimento delle infrastrutture nelle zone toccate. E inoltre: avete ragione a dire “il parco esiste già” - ma allora, non sarebbe meglio avere anche il “marchio” parco? Aiuta molto per attirare turisti, e per il marketing in generale.
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mara
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inserito il: 26.10.2010 21:02 |
Ciao Gina, grazie per le tue parole, anche se ammetto che sarei molto più contenta se qualche lettore in più del nostro forum contribuisse anche attivamente alla discussione. Nel nostro Paese la libertà di opinione è garantita. Spesso non ci rendiamo conto di cosa questo voglia effettivamente dire. Se la si comunica in modo civile e con buon senso, contribuisce alla crescita. Da cosa nasce cosa... Tornando al tuo contributo, condivido che il parco deve nascere dal basso, è questo lo scopo della terza fase e per questo credo sarebbe anche importante che i "vertici", ossia i nuovi direttori scientifici e amministrativi, siano vicini a questa base. E non si tratta di gelosie... bensì di ricerca di quel consenso necessario tra la popolazione. Altrimenti rischieremmo di spendere solo milioni (pubblici) in tanti studi e ricerche... :-(( Buona giornata, a presto, ciao
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Gina
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inserito il: 26.10.2010 18:40 |
... in gran parte sottoscrivo ciò che dici, Mara. Certo che avere questa regione così com'è, incontaminata e in gran parte intatta, è frutto della parsimoniosa e oculata gestione di chi ci viveva finora. Il parco deve nascere dal basso, deve essere condiviso dalla popolazione che ci vive, le regole e i divieti vanno discussi. Deve pure portare un introito alla popolazione locale. È un aspetto fondamentale e importante. Ma inviterei tutti a guardare anche oltre: oltre alla valle c'è la Svizzera, c’è l’Europa, c'è tutto il mondo. Per conservare il mondo vivibile come l'abbiamo trovato noi dobbiamo impegnarci tutti, è un reciproco dare e prendere. Dobbiamo superare le gelosie e essere generosi. In questo forum succede ciò che si può chiamare “formare l’opinione pubblica”, è molto importante e ti ringrazio per questo!
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mara
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inserito il: 26.10.2010 16:05 |
Personalmente, mi ritrovo sempre a pensare che viviamo già in un parco naturale, vedi Greina. Da secoli il territorio e le regioni montane sono curate, protette e in sostanza ben trattate da chi ci abita e ne trae (o traeva) sostentamento. Persone che rispettano e conoscono bene il loro territorio, le inside, le bellezze, le zone più o meno generose di ogni angolo di terra. Queste persone che ci hanno preceduto e quelle che ancora oggi lavorano in sintonia con questo territorio hanno contribuito a mantenerne la bellezza e anche la rispettosa fruibilità. Mentre cammino in questo territorio, mi ritrovo spesso a pensare che – se il Parc Adula si dovesse concretizzare (ed è anche una bella idea, intendiamoci!!) – se dovesse concretizzarsi, lo dovrebbe essere però innanzitutto a beneficio della popolazione locale, di chi su questo territorio ci vive. Avevo letto recentemente da qualche parte che zone come Piora, la Greina e il Lucomagno sono i polmoni verdi del Ticino. E’ forse anche vero. Ma far respirare aria buona per qualche ora a chi viene dai centri urbani non vuol dire soffocare per sempre i diritti primordiali e atavici di chi da sempre vive su un dato territorio. Un’altra considerazione: d’accordo che bisognerà puntare sullo sviluppo della zona periferica, sullo sviluppo della ristorazione, dell’albergheria e dell’artigianato locali, ma resto sempre convinta che chi verrà in valle con l’intenzione di andare nel Parc Adula, vorrà andare essenzialmente NEL parco, ossia nella zona nucleo, in quota. Quindi importanti saranno i mesi estivi e quindi le capanne alpine. Queste avranno un ruolo centrale nell’assistenza e conduzione dei frequentatori, dei gruppi, delle scolaresche. Conduzione nella conoscenza delle bellezze della natura, grazie a guide appositamente formate. Tuttavia così come sono, le capanne non sono idonee a questo scopo. E bisogna pensarci prima... Esempio: da diversi anni la FASV di Olivone organizza escursioni sul Lucomagno per classi di studenti. Se fa bel tempo, ok, si sta fuori. Lo scorso settembre, in due occasioni, la pioggia ha invece impedito la gita pomeridiana lungo i sentieri tematici: il Centro di Acquacalda dispone di una sala idonea (separata dal normale bar-ristorante per i clienti della giornata) dove raggruppare gli allievi e tenere delle relazioni o lezioni. Nel parco naturale della Foresta Nera, ad esempio, le “capanne” sono dotate di questi spazi. La “levata di scudi” dello scorso anno della SAT Lucomagno e delle Sezioni della FAT non era pura e semplice opposizione al Parco. Le voci anzi sono venute e vengono da persone che conoscono il territorio, le capanne, il loro funzionamento e che, in definitiva, amano il loro territorio e sono disposte volentieri ad inserirlo nel parco, ma in modo sostenibile e rispettoso anche delle loro esigenze. E un’ultima riflessione: forse è vero che per percepire meglio questa realtà profondamente legata al territorio, sarebbe buona cosa se almeno un paio dei futuri nuovi impiegati dell’Associazione Parc Adula (dei quattro posti di lavoro messi recentemente a concorso) vivessero davvero a diretto contatto con la realtà locale, sempre e unicamente ai fini di una migliore conoscenza reciproca per un risultato che si vuole condiviso e ottimale. Nel Comune di Blenio, un ufficio si trova... Vi auguro una splendida giornata in questa splendida valle! Ciao, mara
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marcello
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inserito il: 23.10.2010 3:11 |
La biblioteca territorio deve rimanere aperta a tutti indistintamente, le pagine del territorio naturale, e le pagine scritte da chi ci ha preceduto, sono valori inestimabili per chi ne sa prendere atto e ne sa apprezzare i contenuti, la libera lettura di questo nostro patrimonio va tutelata nel modo più assoluto.
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Gina
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inserito il: 22.10.2010 15:19 |
Bella l'immagine della biblioteca che chiude per sempre. È può servire anche come paragone alla biodiversità: ogni specie che se ne va (e se ne vanno giornalmente, in tutto il mondo) è un patrimonio perso irrevocabilmente, con un danno per l'umanità che non può essere quantificato. Il parco nazionale dovrebbe servire a tenere aperto la biblioteca della biodiversità, per le future generazioni. E io sarei felice e orgogliosa di far parte (anche se "solo" come modesta abitante) di un tale progetto visionario e lungimirante.
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marcello
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inserito il: 22.10.2010 3:06 |
A proposito di territori proibiti: Le Alpi ticinesi sono già il vero Parco Nazionale svizzero Nell’introduzione della guida del CAS "Alpi ticinesi Ovest", uscita nel 1989, Maurice Brandt scriveva: "Le montagne ticinesi sono la più straordinaria regione selvaggia del nostro paese. Le montagne ticinesi, così difficili e complicate, sono il nostro vero Parco nazionale". Non si comprende il perché nel progetto del nuovo Parco nazionale ticinese siano preventivate delle aree dove le persone non potranno uscire dai sentieri: ci vogliono tutti intruppati sugli itinerari di massa? Le centinaia di cime delle Alpi ticinesi sono state e vengono solo raramente sfiorate dal soffio di qualche pacifico alpinista, che non fa del male a nessuno, perché desidera solo vivere qualche momento di pace e di vera conoscenza. Non è proprio il caso di togliere a chi fa questa ricerca, simile a quella di chi studia lo spazio, una libertà primordiale, fonte di incomparabile sapere e di vita. Sarebbe come chiudere un’antica biblioteca: chi si assume la responsabilità di una tale, terribile decisione?
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Qello che scrive
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inserito il: 19.10.2010 4:26 |
E i vari membri e delegati nostrani cosa dicono in merito? Hanno voce in capitolo o sono considerati come la donna di picche nel gioco della peppa tencia? Se così fosse, non sarebbe meglio davvero lasciar perdere? Sarebbe interessante sapere!
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marcello
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inserito il: 16.10.2010 14:55 |
Leggo ora l’articolo di cronaca riguardo la prossima assunzione di 4 accademici per potenziare il management del parco, cosa tra l’altro auspicata anche dalle autorità federali, tutto bene si potrebbe pensare.... Niente affatto!! Le 4 persone che saranno prossimamente assunte avranno la loro sede lavorativa a Roveredo!! Ora mi chiedo, al di là delle indubbie ricadute economiche per il comune interessato, ovvia pure la possibilità di abitare a Chiasso o a Ghirone e lavorare a Roveredo, mi chiedo, considerato che il comune di Roveredo non ha 1 mq, ne in zona periferica ne tantomeno in zona nucleo, questi posti di lavoro non avrebbero potuto essere piazzati nella nostra valle? Ritengo pure che per gli addetti ai lavori sia molto importante mantenere il contatto diretto con il territorio, e soprattutto con la gente che ci abita, cercando quell’indispensabile dialogo fra le parti creando consenso. Autorità locali, non sarebbe ora di farsi sentire, e rivendicare il giusto?
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PARC ADULA
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