Blenio Café
GRANDI PREDATORI
alfiero
inserito il: 10.3.2017 17:30
Se 150 anni fa hanno potuto uccidere l'ultimo lupo non è perché avevano già ucciso tutti gli altri, ma perché i lupi arrivano dove c'è preda abbondante, il loro numero aumenta in fretta, uccidono tutti gli erbivori, e se ne vanno da soli.
Come si farebbe oggi a riuscire ad uccidere tutti i lupi che ci sono in svizzera? ........... Avete un'altra spiegazione?
mara
inserito il: 1.3.2017 19:01
Il "Primo piano" - le pagine di approfondimento 2 e 3 - del "Corriere del Ticino" di oggi, affrontano il tema del lupo. Pro e contro.
Una lettura interessante, che mi trova sempre più convinta in quanto ho scritto qua sotto, nei giorni passati...

Bello bellissimo il Lupo! Affascinante... si, ma...

Buona lettura e buona serata!
Cleto Ferrari
inserito il: 27.2.2017 23:43
INTERPELLANZA, 27.02.2017

LUPO: indispensabile un ulteriore passo nel solco tracciato

Lodevole Consiglio di Stato.

Negli ultimi mesi a seguito di ripetuti ed incisivi attacchi da parte di lupi, anche alle strutture in cui trovano riparo gli animali minuti da reddito, abbiamo assistito a chiari reazioni da parte dei Cantoni a noi confinanti: Uri, Vallese e Grigioni. Di fatto questi Cantoni chiedono quanto il nostro Parlamento ha promosso e poi chiesto al consiglio di -Stato di attuare nella primavera del 2010.

A livello governativo dopo i recenti attacchi non è ancora stata fatta chiarezza sul come si vuole proseguire in futuro su questo tema.

Il settore agricolo in passato era stato tacciato di allarmista da parte degli ambienti che tutelano il rientro incondizionato del lupo sul nostro territorio. Si è cercato di sminuire l’impatto che ciò avrebbe avuto sull’agricoltura e di buttar là a mo di propaganda soluzioni semplicistiche, considerate sicure con troppa superficialità, a livello di protezione delle greggi. In queste settimane abbiamo avuto un assaggio del trend in atto e di ciò che il settore agricolo aveva già da decenni previsto che sicuramente si inasprirà nel tempo se non si intraprenderanno passi maggiormente incisivi rispetto a quanto attuato sino ad oggi e rispetto all’attuale strategia federale.

I termini della questione del ritorno del lupo sul nostro territorio per caratteristiche morfologiche e modalità di gestione sono semplici. O l’agricoltura o il lupo. Perdere l’agricoltura sarebbe sacrificare anche una ricchezza di biodiversità dovuta alla gestione agricola del territorio, oltre che a prodotti, presenza umana, paesaggio aperto e diversificato nelle ampie fasce collinari e montane che caratterizzano il Cantone e le sue Valli, di estrema particolarità e unicità tra di loro.

Nel 2010 il Gran Consiglio a stragrande maggioranza ha accolto i rapporti 6046 e 6083 che evadevano due mozioni, un’iniziativa e una petizione lanciata dal settore agricolo. Atti parlamentari il cui approfondimento aveva necessitato più anni per un lavoro di dettaglio eseguito sul territorio da parte dei Parlamentari di milizia, con l’ascolto dei diretti interessati e con l’uscita di tutta la Commissione presso un’azienda biologica dedita all’allevamento caprino di montagna.

Il seguente passaggio ripreso dal Rapporto è il fondamento strategico della nostra politica cantonale nei confronti del Lupo:

La scrivente Commissione ha preso in esame i tre punti della mozione, nei quali si chiede
al Consiglio di Stato di attivarsi presso l’Autorità federale. Dopo esame delle varie
fattispecie, essa è giunta alle seguenti conclusioni:
p.to a) definire in tempi brevi differenti gradi di sensibilità del territorio federale al
ritorno del lupo e che di conseguenza vengano stabilite soglie d’intervento differenziate, molto più sensibili e rapide per il nostro Cantone.
La Commissione ritiene pertanto giustificate le richieste dei mozionanti. La Commissione consiglia inoltre il Consiglio di Stato di voler dar vita ad un’azione coordinata con gli altri cantoni dell’arco alpino, avvalendosi di elementi conoscitivi sul fenomeno lupo, affinché si possa beneficiare di basi conoscitive solide.

La nostra agricoltura, i nostri allevatori, i nostri gestori del territorio i quali con le loro tipicità locali caratterizzano le nostre valli e creano attrattiva turistica, hanno bisogno di chiari, concreti segnali di sostegno duraturo e di una chiara visione di come si vuole affrontare la problematica a medio e lungo termine. Esprimono molto bene il disorientamento dei contadini i vari importanti atti parlamentari concernenti il Lupo inoltrati di recente.
Insomma o diamo indicazioni di condizioni quadro stabili in cui operare a medio lungo termine o finiremo col perdere anche questa forma qualificante di gestione del territorio, a favore di una sempre più pesante riconquista da parte del bosco del nostro paesaggio variegato, rendendolo sull’arco alpino europeo quasi una banalità.

Alla luce della recente chiarezza di intenti sul tema lupo espressa dai nostri Cantoni confinanti e alla luce delle conclusioni del Gran Consiglio nel 2010 riassunte in due ambiti di valenza strategica con chiari modalità d’intervento e intenti di azione coordinata quali:

• definire in tempi brevi differenti gradi di sensibilità del territorio federale al ritorno del lupo e che di conseguenza vengano stabilite soglie d’intervento differenziate, molto più sensibili e rapide per il nostro Cantone;

• La Commissione consiglia inoltre il Consiglio di Stato di voler dar vita ad un’azione coordinata con gli altri cantoni dell’arco alpino, avvalendosi di elementi conoscitivi sul fenomeno lupo, affinché si possa beneficiare di basi conoscitive solide.

Si chiede al lodevole Consiglio di Stato

1. Come sta applicando di fatto gli intenti strategici e di coordinazione definiti dal Gran Consiglio ticinese nel 2010?
2. È prevista una comunicazione ufficiale da parte del Governo a sostegno dei nostri allevatori?
3. È in agenda un incontro con i Cantoni confinanti?
4. È prevista una coordinazione tra i Cantoni sulle modalità di verifica degli attacchi da lupo così da avere procedure uniformi? Nei Grigioni un attacco in stalla da lupo è stato ritenuto assolutamente anormale e inaccettabile da noi quasi nella normalità;
5. Non si ritiene che sia giunto il momento di farsi promotori di una dichiarazione congiunta di sostanza tra i quattro Direttori dei Dipartimenti cantonali nei confronti di Berna a sostegno di principio della strategia lupo stabilita dal nostro Parlamento nel 2010 volta a definire “differenti gradi di sensibilità del territorio federale al ritorno del lupo e che di conseguenza vengano stabilite soglie d’intervento differenziate, molto più sensibili e rapide per il nostro Cantone” e quindi per i Cantoni confinanti?

Cleto Ferrari, Andrea Zanini, Franco Celio, Simone Ghisla, Germano Mattei, Giacomo Garzoli, Omar Terraneo, Walter Gianora, Sergio Morisoli, Luigi Canepa, Gina La Mantia, Gianrico Corti.
mara
inserito il: 15.2.2017 14:27
Sulla tematica, alcuni spunti di riflessione, pro e contro e... a metà...

www.valtellinanews.it/articoli/trentino-non-ce-spa...

www.laregione.ch/articolo/convivenza-con-i-lupi-po...

www.ticinonews.ch/ospiti-blog/354794/olindo-vanzet...

Il nodo o presto o non troppo tardi, arriverà al pettine e bisognerà magari anche passare alle maniere forti. Lo dico a malincuore (per il lupo) e pensando anche alle prede.
Trovo che sia soprattutto un discorso di... realtà delle cose.
Suppongo che non tutti i "nostri" lupi possano essere semplicemente e facilmente trasferiti vivi altrove (proliferano con buon ritmo :-); in Parchi naturali (magari di altri Stati) o zone recintate; e d'altra parte penso che le misure anti-lupo possono magari essere efficaci ma hanno altri risvolti negativi. Personalmente, in Mountain Bike, ho fatto l'esperienza con un cane cui era stato affidato il gregge. Qui in valle. Solo la gentile presenza dell'allevatore ha tranquillizzato il cane ( = non ero un pericolo per le pecore) e la sottoscritta. Ero su una strada asfaltata comunale accessibile a tutti. Il padrone mi ha seguita con la sua auto lungo il recinto di pecore e cane.
Possono essere eccezioni, certo, e me lo auguro. Ma penso che per... salvare capra e cavoli - come ci suggerisce il noto giochetto di logica - è l'uomo che ci deve metter mano. Il nostro territorio è ristretto e l'attività agricola e di allevamento e pastorizia è svolta molto spesso in maniera capillare nelle valli e vallate.

Del resto penso sempre che se l'ultimo lupo nel nostro Cantone è stato abbattuto 150 anni fa, i motivi c'erano.

Adoro gli animali e i lupi, come gli orsi, mi affascinano. Proprio per la loro natura selvaggia, la loro storia e per le leggende e le narrazioni quasi epiche che li avvolgono di fascino eroico, misterioso e potente. Ma riconosco che il nostro territorio richiede e chiede - parzialmente magari e in modo mirato (di scopo e di... schioppo ;-) - altre soluzioni.
Sem Genini
inserito il: 13.2.2017 16:10
IL LUPO PREOCCUPA

Il comitato dell’Associazione per un territorio senza grandi predatori, riunitosi a inizio febbraio a Lavertezzo:
- esterna una grande preoccupazione per i ripetuti e gravi attacchi da lupi avvenuti all’interno di recinti e nelle stalle dove sono ricoverati gli animali; attacchi capitati tra gennaio e febbraio in Val Leventina e in Val Mesolcina e che hanno portato complessivamente all’uccisione di quasi 50 pecore;
- esprime la massima solidarietà agli allevatori colpiti, ben coscienti dello scoramento vissuto da chi vede i propri animali sbranati, ma pure preoccupati per quelli sopravvissuti che soffrono per lo stress in un momento particolarmente delicato quale è quello antecedente i parti;
- sottolinea che il lupo (o i lupi) che ha colpito nelle scorse settimane ha assunto la strategia di predare all’interno delle recinzioni, anche vicino ai nuclei abitati, e quindi cercherà di ripetere lo stesso atto, per lui molto gratificante, nei prossimi giorni con la probabilità che si sposti in altre zone del Ticino;
- fa presente all’opinione pubblica che i recinti realizzati attorno alle stalle sono stati montati per dare la possibilità agli animali di uscire ogni giorno all’aperto; un’esigenza indispensabile per il loro benessere e obbligatoria secondo le Leggi sulla protezione degli animali;
- fa inoltre notare che per realizzare una recinzione fissa “a prova di lupo” sarebbe necessario un discreto investimento con la relativa licenza edilizia e con dei risultati estetici spesso molto discutibili;
- ribadisce l’inconciliabilità tra allevamenti di bestiame minuto gestiti secondo i metodi tradizionali e presenza di lupi, come dimostrato da studi realizzati in passato in Ticino e da rapporti su esperienze condotte in Francia dove il lupo è presente da parecchi anni;
- deplora la presa di posizione degli esponenti del WWF della Svizzera Italiana che, insensibili dello sconforto in cui si trovano gli allevatori e della fragilità del settore, continuano, a volte con dati non veritieri, a sostenere la necessità dell’espansione del lupo, a mettere in cattiva luce gli allevatori e a insistere che ci sono varie possibilità di proteggere le greggi;
- prende atto con soddisfazione degli atti parlamentari inoltrati a sostegno dell’allevamento e della decisione presa lo scorso 1 febbraio dal Consiglio di Stato circa il risarcimento dei danni collaterali.

Il comitato dell’ATsenzaGP in conclusione:
- chiede ancora una volta alle autorità cantonali e federali di attivarsi con azioni incisive atte a limitare l’espansione del lupo (rinegoziazione della convenzione di Berna; nuova legge sulla caccia; abbattimenti legali) affinché l’allevamento tradizionale possa avere un futuro;
- invita gli allevatori a non abbattersi e a non pensare di cessare la loro preziosa attività, poiché anche in Ticino molti apprezzano i prodotti genuini che sanno loro offrire nonché l’insostituibile lavoro di manutenzione del territorio anche delle zone più impervie e marginali.

Comunicato stampa dell'Associazione per un territorio senza grandi predatori, Il presidente Armando Donati e il segretario Sem Genini, 10 febbraio 2017
alfiero
inserito il: 10.2.2017 7:59
Il lupo, fedele alla sua immagine, ricordataci dalle varie storielle lungo il secolo di assenza, non tradisce la sua natura e mostra quello che è.

Se il lupo fosse un'umano milioni di parole farebbero il giro del mondo per dire che si tratta di un ignobile sanguinario che uccide e sbrana anche per il piacere di uccidere e vedere sangue, ma siccome è un animale come l'agnello, noi "umani" siamo abbastanza disumani e crudeli, ma anche egoisti e pecora nello stesso tempo, da metterci tutti quanti in fila dalla parte del più forte senza provare pietà per il più debole.
Sem Genini
inserito il: 14.9.2015 15:34
GRANDI PREDATORI: NON DEVE ESSERE L'INIZIO DELLA FINE!

La preoccupazione di tutto il settore agricolo negli ultimi giorni si sta trasformando in vera e propria paura, incredulità, impotenza, sconforto, e grande rabbia. Da alcune settimane la situazione in Ticino è precipitata con la presenza di diversi lupi singoli, di una cucciolata e di un orso che creano incertezza e diverse vittime negli animali da reddito. Paradossalmente sono proprio i cacciatori che li hanno fotografati, a dimostrazione che non sono tutti dei bracconieri, ma delle persone che conoscono molto bene il territorio in cui agiscono!
Gli allevatori hanno paura di perdere la propria attività e tutto quello che hanno fatto finora, inclusi i grossi investimenti; inoltre non si sa cosa riserverà il futuro all’allevamento, un settore molto difficile a causa della morfologia del territorio, del ricambio generazionale e dell’espansione incontrollata del bosco. Impotenza perché non si sa come aiutare concretamente gli allevatori che non sanno più da che parte voltarsi vedendo la loro stessa esistenza in pericolo. Oltre a esprimere solidarietà e sostegno, si cerca di sensibilizzare la popolazione, i media e le autorità politiche, ma le mani sono legate e il raggio d’azione estremamente limitato. Rassegnazione invece nei confronti delle tanto decantate misure di protezione delle greggi che non sono attuabili qui da noi: i cani da protezione azzannano gli animali che dovrebbero proteggere, o addirittura i turisti di passaggio; mentre le recinzioni dovrebbero includere tutto il territorio ticinese per essere efficaci. Sconforto nella politica che pensa che con i soldi dei contribuenti si risarciscano le perdite e che, oltre una soglia di capi uccisi, l’animale possa venir abbattuto; per chi vive di agricoltura questo è inaccettabile e nessuno vuole soldi per veder sbranati i propri animali e sfamare i grandi predatori. Più che difendere un animale in forte aumento, sarebbe opportuno difendere gli allevatori.

Da ultimo vi è la rabbia perché si spendono ingenti soldi pubblici e un’infinità di parole su questa situazione. Ognuno può dire la sua anche se non è direttamente coinvolto, ergendosi con un certo fanatismo a paladino dei grandi predatori e della biodiversità ma non facendo niente di concreto in loro favore. I comunicati del WWF sono pericolosi perché mirano a destabilizzare e spaccare il settore agricolo mettendo viticoltori contro allevatori, gettando benzina sul fuoco in momenti di difficoltà e gioendo per i cuccioli. Le polemiche nuocciono a tutti, ma cosa fare per evitarle? Di sicuro non si risolve un problema con un altro ancora più grande, bisogna conoscere la realtà della vita agricola prima di voler insegnare e il lupo certamente non è una grande opportunità per l'agricoltura ticinese.
Un branco di lupi è una macchina da guerra contro gli animali da reddito e gli orsi lo sono contro le api. È in gioco il futuro dell’agricoltura di montagna, della pastorizia e dell’allevamento, di tradizioni secolari, oltre che dell’apicoltura, un settore già confrontato con innumerevoli difficoltà tra malattie, predatori e sostanze nocive. Il pericolo di vedere estinguersi queste realtà è concreto e avrebbe ripercussioni disastrose in ambito agricolo e sul paesaggio, sul turismo, sui prodotti nostrani, sui residenti nelle valli periferiche e sulla biodiversità, prodotta in grande quantità proprio dal settore agricolo con diversi progetti e programmi. Il santo, che poi tanto santo non è, non vale la candela.

Sem Genini, segretario agricolo UCT
mara
inserito il: 20.5.2015 10:18
Da: "laRegioneTicino", 20.05.2015, p.8.

... quale spunto di riflessione, buona giornata!

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I contadini bleniesi incontrano il Cantone e chiedono aiuto: ‘I provvedimenti di difesa contro il lupo non sono attuabili’

SAM
Allontanare definitivamente il lupo e migliorare la comunicazione con gli allevatori fornendo informazioni ufficiali su quando il grande predatore si trova nei dintorni oppure quando non è presente. Queste, in sintesi, le principali richieste emerse lunedì sera a Malvaglia in occasione di un incontro tra una quarantina di allevatori della zona e alcuni rappresentanti della Sezione dell’agricoltura e dell’Ufficio caccia e pesca. Anche se l’incontro è stato utile agli agricoltori per esprimere le proprie preoccupazioni, in sala non è mancata un po’ di delusione per l’assenza di proposte applicabili. Dopo che i rappresentanti del Cantone hanno presentato la statistica degli ultimi anni relativa alle predazioni del lupo, i contadini in sala hanno sottolineato i propri timori riguardo alla presenza del grande predatore, che nel corso delle ultime settimane ha attaccato – non è ancora certo se l’autore sia lo stesso o se si tratti di due lupi diversi – cinque capi in Val Malvaglia e due nella Media Valle di Blenio. Come hanno riconosciuto anche i rappresentanti del Cantone, la conformazione della zona, con boschi fitti e terreno impervio, non permette di mettere in atto i provvedimenti consigliati per premunirsi contro gli attacchi, come per esempio rinchiudere le greggi in un recinto durante la notte. Anche sorvegliare costantemente le bestie non è fattibile, hanno sottolineato alcuni, poiché nella maggior parte dei casi si tratta di aziende di montagna che non possono permettersi spese tanto elevate, pena la morìa della piccola pastorizia.
Rasputin
inserito il: 30.4.2015 19:14
Complimenti alla Società Agricola Bleniese e Unione Contadini Ticinese.

Il contenuto dell’intervento espone chiaramente la situazione e le misure che si DEVONO PRENDERE.

Forza!! Fate campagna e preparatevi per la votazione del PA dell’anno prossimo con un chiaro NO.
Altrimenti NON SARETE PIÙ PADRONI DEL VOSTRO TERRITORIO !!
Sarete sottomessi a regolamenti assurdi ed in pochi anni sarete sommersi dai predatori (anche in senso lato).
Sempre che la votazione arrivi e, non ri ri venga ri ri spedita al mittente la proposta di Charta inoltrata alle istanze federali (rechauffeurs des chaises), come finora successo e solo parzialmente detto !!
Quello che succederà in futuro, se arriva il parco, altri ed in altre nazioni l’hanno già sperimentato, anche se qualcuno vuole asserire il contrario.
Anzi alcuni di questi, alfine di confondere le idee a chi eventualmente non le ha ancora del tutto chiare, e far credere lucciole per lanterne, fa confronti ed esempi con altri parchi (tipo parchi regionali) che con le direttive di parco nazionale non hanno niente a che fare.
Sono il classico esempio di burro uguale alla ferrovia !!
Non lasciatevi e non lasciamoci ingannare da proposte e promesse fasulle !!
Società agricola Bleniese e Unione Contadini ticinesi
inserito il: 30.4.2015 13:53
COMUNICATO STAMPA
congiunto della Società agricola Bleniese
e dell’Unione Contadini Ticinesi

PRESENZA DEL LUPO IN VALLE MALVAGLIA

La Società agricola Bleniese ha preso atto con grande preoccupazione della presenza accertata di un feroce lupo in Valle Malvaglia, che ha già causato la perdita verificata e sicura di almeno tre animali a un allevatore della zona.
La situazione è ulteriormente preoccupante perché nei prossimi giorni dovranno salire sui pascoli della nostra valle un numero considerevole di animali tra pecore e capre, dato che le scorte del foraggio invernale sono agli sgoccioli e gli animali scalpitano per finalmente uscire al pascolo a consumare l’erba fresca e migliore per le loro esigenze.

Premesso che la nostra Associazione, così come tutte le altre maggiori associazioni di categoria presenti sul territorio e direttamente coinvolte (per esempio Unione Contadini Ticinesi), è sempre stata contraria alla reintroduzione dei grandi predatori nelle nostre regioni, ci siamo attivati con le autorità competenti, per individuare delle misure per salvaguardare gli animali da possibili nuovi attacchi.

Purtroppo le possibilità di difesa da parte degli allevatori, viste le particolarità della zona, tra estensione e conformazione del territorio, sono molto limitate per non dire inattuabili. La recinzione notturna e la sorveglianza continua delle greggi è impossibile da praticare specialmente in questo periodo, data la grande dispersione e il numero elevato di animali. Siamo nuovamente di fronte, come successo in altre zone del Cantone, a una messa in pericolo di un’attività che consente, oltre al sostentamento di diverse famiglie contadine, il mantenimento di un territorio e paesaggio, altrimenti soggetto al completo abbandono a favore di un bosco sempre più fitto e dopo pochi anni inaccessibile alla popolazione (= perdita di territorio per tutti!).

La nostra Associazione (come altre in altre regioni del Cantone) sta portando avanti diversi progetti che favoriscono ecologia, la biodiversità e il paesaggio in Valle. Questa minaccia mette seriamente in pericolo anche la riuscita di questi, se vengono a mancare gli attori principali.
Si ripresenta quindi con forza il tema dell’opportunità di consentire e favorire la presenza dei grandi predatori su un territorio limitato come il nostro e in forte contrasto con l’attività agricola e pastorizia, che ne garantisce il mantenimento da secoli.

Questo, pure in forte contrasto con la tanto decantata volontà di favorire le zone rurali, montane e periferiche.
Come rappresentanti del settore agricolo della Valle, non possiamo che ribadire con forza la nostra opposizione a questo assurdo modo di pensare di diversi ambienti che, per lo più hanno perso il contatto e la percezione di cosa significhi vivere e operare nelle nostre zone e, per lavarsi la coscienza, applaudono al ritorno di questi predatori come a un successo.

Non è accettabile che un lupo valga più di 25 pecore e nessun allevatore è disposto a barattare la vita dei suoi animali con un indennizzo in denaro, sull’altare di una visione distorta della natura che proviene da comode scrivanie situate spesso lontane dal centro del problema.

Chiediamo quindi, in collaborazione e pienamente supportati dall’Unione Contadini Ticinesi che è l’Associazione di categoria del settore primario in Ticino, alle autorità competenti a tutti i livelli, di adoperarsi in ogni modo per risolvere alla radice il problema e non unicamente con misure che, di fatto, nelle nostre condizioni, non sono applicabili e sostenibili. E questo, anche tenendo conto senza ulteriori esitazioni della volontà politica delle Camere Federali che hanno recentemente
accettato diverse mozioni che esigono una chiara diminuzione dei grandi predatori in Svizzera.
GRANDI PREDATORI
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