SOSTO, SENSAZIONI IN PARETE: SUCCESSO DELLA SERATA CON PABLO MOGHINI
04 / 11 / 2009

Erano in più di 200, venerdì 30 ottobre scorso a Olivone, gli appassionati di montagna e i curiosi che hanno assistito alla serata intitolata “Sosto, sensazioni in parete” organizzata dalla Società alpinistica Nido d’Aquila di Aquila in collaborazione con "Blenio Turismo".

A parlare del Sosto, più precisamente della sua parete Ovest, è stato il giovane 25enne Pablo Moghini, di Sigirino (ma metà bleniese) che nel luglio dello scorso anno (dal 28 al 30 luglio) è riuscito a salire la verticalissima e friabile parete di oltre 550 metri in solitaria, con l’aiuto e il sostegno (via radio) del compagno Edo Beretta di Prugiasco, che lo ha assistito dalla base della parete e poi dalla sommità della montagna.

L’impresa è stata introdotta e presentata dal noto alpinista Marco Grandi, conosciuto per l’organizzazione del "Film Festival della Montagna", che ha condotto in modo simpatico e schietto la serata.
La particolarità di quest’ultima, assieme all’ascensione di per sé già eccezionale della parete molto friabile, è stata la presenza tra gli ospiti di Armando Pini, ora 75enne, che il 14 giugno del 1959, ossia esattamente 50 anni fa, ne aveva salito per la prima volta – pure lui 25enne - la verticale Ovest, assieme al compagno di avventura Roger Frusetta (18 anni allora) di Prugiasco (poi purtroppo morto due anni dopo sul Weisshorn).
Una parete che, negli anni prima, aveva attirato più volte molti occhi di alpinisti e rocciatori; qualcuno l’aveva tentata, ma mai nessuno l’aveva vinta.

Il simpatico e spontaneo incontro-confronto tra i due alpinisti, ravvivato da Grandi, è stato interessante ed ha messo alla luce – a 50 anni di distanza luna dall’altra – quanto siano cambiati soprattutto i materiali d’arrampicata. Tuttavia, nonostante i materiali migliori di oggigiorno, la Ovest resta comunque e sempre temibile, ha detto Moghini, assicurando che non tornerà più su quella parete.
Estroverso, un po’ sognatore, simpatico, sincero e schietto, ma soprattutto determinato e animato da una grande forza di volontà”, così Marco Grandi ha descritto le qualità e il carattere di Pablo, che ha saputo presentarsi per la sua prima volta ad un grande pubblico con scioltezza e spontaneità, mettendo in risalto quel che lui ha a cuore di quell’ascensione: il significato morale e quasi spirituale, al di là dell’impresa fisica e tecnica in quanto tale. Per far passare questo messaggio, molto importante per lui e per gli altri, un messaggio volto all’introspezione personale e che contribuisce alla sua continua evoluzione, il giovane ha aperto il suo diaporama con la citazione di un anonimo che aveva scritto: “L’intensità della vita non si misura con il numero dei respiri, ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato”.

Le varie foto dell'ardita progressione in parete, non priva di difficoltà (2 bivacchi e temporale…), sono state scattate dagli amici rimasti in basso. Verso la fine del diaporama, Pablo ha sapientemente “intrecciato” alcune foto risalenti alla prima ascensione di 50 anni fa, coinvolgendo quindi nella discussione un emozionato Armando Pini: “noi avevamo solo una corda di canapa e chiodi in ferro costruiti da noi stessi – ha detto non senza emozione – della corda bisognava per forza di cose fidarsi”. Momenti di paura?: “l’incontro improvviso con uno stormo di gracchi alpini, che difendeva un loro nido”, ha detto Pini, mentre Pablo ha affermato che “in parete non c’è più tempo per la paura, quella l’ho sentita prima e dopo, ma in parete bisogna agire”. Quali sono le regole del tuo arrampicare? gli ha chiesto Grandi: “leggero e veloce”, gli ha risposto categorico Pablo. E quali i tuoi sogni nel cassetto?: “non si dicono – ha risposto sorridendo – porta sfortuna”!

Al termine della serata, Edo Cima, presidente della Società Nido d’Aquila, ringraziando tutti i presenti ha poi consegnato un omaggio un po’ particolare ai due scalatori: un piccolo supporto in legno con infissi un chiodo d’arrampicata vecchio e uno moderno. Tanto per non dimenticare che quello moderno deve tanto a quello vecchio!

Red sito VdB
Nella Foto di Davide Buzzi: da sin: Marco Grandi, Armando Pini e Pablo Moghini