LA STORIA DI DINO DEGRUSSA, EMIGRATO IN CANADA, DOMENICA SU LA1 RSI
08 / 01 / 2010
Una storia affascinante, perché avvolta da quel particolare… fascino che, per noi europei, da sempre hanno le popolazioni native d’America, ossia gli erroneamente chiamati “indiani”, o “pelle rossa”. Dino Degrussa, originario di Olivone, nel lontano 1929 è andato oltre questo fascino: la cultura delle popolazioni native gli è infatti entrata nel cuore, ben prima che incontrasse e sposasse Shelagh, pronipote di un capo indiano.

E’ decisamente una storia avvincente, interessante e soprattutto toccante quella che il regista Andrea Canetta ha saputo raccontare con immagini (52 minuti di documentario), testo e musica, il tutto grazie all’aiuto del giornalista RSI Darco Degrussa, nipote di Dino.
Il risultato di questo lavoro, che più che un lavoro è una ricerca sulle origini di una famiglia, sarà trasmesso domenica 10 gennaio, sul canale LA1 della RSI alle 20.45 nell’ambito del programma “Storie”, che riprende la diffusione dopo la pausa natalizia. Titolo del documentario: “Come “facia smorta” incontrò pelle rossa”.

Dino Degrussa era figlio di una numerosa famiglia contadina di Olivone (3 fratelli e 5 sorelle). A 22 anni, dopo che le sue richieste per poter sbarcare negli USA non avevano ottenuto risposta, parte per il Canada. Inizia in quegli otto giorni di avventurosa navigazione a scrivere un diario che terrà poi per ben 3 anni, narrando il suo vissuto con una sensibilità toccante.
Giunto in Canada, percorre l’esteso paese in treno, vivendo grazie ad umili e faticosi lavori (posa traversine della ferrovia, ecc). “Ha anche fatto il bagnino nelle piscine termali – aggiunge il nipote Darco – ma non sapeva nuotare. “In caso di bisogno – mi disse - posso sempre camminare sul fondo!”.
Lungo il suo girovagare, nelle pagine del diario riportava sempre un’ammirazione e una comprensione verso il mondo dei nativi. Nella British Columbia, incontrò Shelagh, la pronipote del capo indiano che ai tempi ordinò alla sua tribù di non uccidere gli esploratori che in quegli anni arrivavano in quelle terre estese, bensì di nutrirli. Shelagh, 99enne al momento delle riprese di Canetta del maggio-giugno scorsi, era nipote del capo Pierre Kinbasket, della tribù degli Shuswap, stabilitasi appunto nella Columbia Valley dopo una migrazione dalla sua regione d’origine. “In fondo” – osserva Canetta – “sono due storie di migrazione che si intrecciano in un modo affascinante”. Dino Degrussa è deceduto nel 1993.Le immagini, tra cui le infinite distese, le foreste, i laghi e le maestose montagne della British Columbia, sono accompagnate dalla voce dello stesso Darco e dalle sue canzoni.

Fonte: "Corriere del Ticino", 8.01.2010, m.z, p.14