Blenio Café
LODERIO C'E', NO ALLA DISCARICA
mara
am: 1.2.2017 16:09
DIFENDIAMO IL TERRITORIO E L'ENTRATA DELLA VALLE DI BLENIO!!!

FIRMIAMO la petizione contro l'eventuale discarica di altro materiale inerte proveniente dalla seconda canna sotto il Gottardo!!

www.vallediblenio.ch/vdbi_sportello.php

Se il nostro paesaggio, il nostro territorio, la nostra Valle erano (SONO!) meritevoli di essere protetti e difesi come lo erano (SONO!) nell'ambito del progetto Parc Adula, ora NON lo sono di meno solo perché la popolazione ha espresso la sua decisione, democraticamente, sul progetto di Parco.
IL TERRITORIO E' ESATTAMENTE LO STESSO DI PRIMA. Merita lo stesso rispetto. Merita di essere difeso.
La Legiuna, a mio avviso, ha già dato. E tanto! Ci sono valide alternative altrove. Difendiamo l'imbocco della Valle e la sua immagine d'entrata.

Buon pomeriggio
mara
am: 1.2.2017 16:48
... dimenticavo, sul tema segnalo l'interessante articolo di Fabio Dozio su AZIONE del 30 gennaio scorso, a pagina 5 dal titolo:

DALLA MONTAGNA AL LAGO

www.azione.ch -> epaper e cercare edizione ultima

relativo proprio al raddoppio del Gottardo e al deposito del materiale proveniente dal futuro scavo.

C'è una sola frase che come abitante di una valle, mi urta un poco (assai...), in relazione alla richiesta formulata da Airolo (che in fatto di colonne, disagi, sacrifici e inquinamento la sa lunga assai da anni...).
È vero che tecnicamente magari la loro proposta è uno... sproposito. Non sono in grado di valutare.
Ma ritengo che anche se siamo in pochi, gli abitanti delle Valli non sono cittadini di serie B e debbano godere dello stesso trattamento di chi abita nei centri.
Gina La Mantia
am: 3.2.2017 16:23
Bellinzona, 3 febbraio 2017


INTERPELLANZA

BUZZA DI BIASCA: TERRA DI NESSUNO?
Ecologia e agricoltura sacrificati da interessi superiori.

Avvalendomi delle facoltà di cui alla legge, chiedo spiegazioni al Consiglio di Stato sulla Buzza di Biasca e sulle discariche che si intende creare in questo comparto, attuale sito di produzione di inerti della Otto Scerri, già sacrificato negli anni passati con il deposito del materiale di scavo AlpTransit. Da quanto si è potuto apprendere dai media, risulta che l’Ufficio federale delle strade – col benestare dei servizi cantonali – vorrebbe ora ammassare in queste zone altri 700-800mila metri cubi di materiale di scavo per la seconda canna autostradale del San Gottardo, accettata in votazione popolare meno di un anno fa.

Una seconda discarica federale, dunque, sul confine tra Biasca e Serravalle – che, ricordo, essere all’imbocco di una regione turistica come lo è la Valle di Blenio – ma anche una terza discarica, cantonale, per certi versi ben più preoccupante. Mi riferisco qui alla scheda V7 di Piano direttore, che indica la creazione di una deponia per ben 1,3 milioni di metri cubi di scarti alla Buzza, quantitativi esorbitanti prodotti da tutto il Cantone (che la dicono lunga sugli obiettivi di riciclaggio del materiale edile che il Consiglio di Stato non riesce a far rispettare), che si vorrebbero trasportare via camion, intasando l’unico collegamento con la valle, accesso obbligato per il Passo del Lucomagno e le destinazioni locali più a nord, di gran valore naturalistico.

Non va inoltre dimenticato che la Buzza stessa è a due passi da una Bolla sotto protezione federale dove – come noto – nidificano varie specie di uccelli minacciati. Una zona in cui le autorità federali hanno già inciso pesantemente, si pensi anche alla discarica di materiale contaminato, con alte concentrazioni di nitriti e tracce di combustibili, in territorio di Serravalle-Malvaglia, prevista inizialmente – previo accordo delle autorità cantonali – a condizione che fosse provvisoria (3-5 anni si diceva) ma che, da tempo ormai, ha assunto il triste status di ‘provvisorio stabile’.

Al di là delle valutazioni ambientali e naturalistiche, mal si comprende la creazione di nuove discariche alla Buzza in ragione della sua importanza per le varie aziende agricole del posto (almeno quattro) che si affacciano su prati – ben pochi, invero – ancora disponibili. La Buzza, bonificata un tempo dal Patriziato di Biasca e destinata a pascolo comune a livello cantonale, continua infatti a fornire importanti spazi verdi liberi, richiesti dai locali agricoltori, per un centinaio di mucche, bovini nutrici, prima e dopo il periodo dell'Alpe; e per 200 capre soprattutto in primavera.

Sulla base di queste considerazioni mi permetto di chiedere al Consiglio di Stato:

1. Il Governo approva la trasformazione della Buzza in discarica federale e cantonale? Tralasciando le consuete (e per certi versi scontate) valutazioni tecniche, il Consiglio di Stato condivide le valutazioni del Dipartimento del territorio oppure ritiene che la destinazione del comparto mal si presti al valore della zona dal profilo naturalistico e paesaggistico?

2. Il Consiglio di Stato è al corrente dell’opposizione della popolazione locale a nuove deponie? Come intende procedere per limitare, perlomeno, al minimo i disagi? E per quanti anni si prevede che la zona sia destinata a rimanere cantiere aperto?

3. Per quali ragioni non si è ritenuto opportuno valutare altre soluzioni, per la discarica cantonale e per quella federale, tenendo conto (per quest’ultima) dei pregevoli progetti di rinaturazione delle rive del Ceresio in territorio di Capolago e di sistemazione paesaggistica del fondovalle di Airolo, soluzione in loco a beneficio di un fondovalle oggi seriamente compromesso dalla presenza dell’autostrada A2 e degli svincoli annessi?

4. Dopo che sulle imponenti montagne degli inerti AlpTransit alla Buzza (chiamate dalla popolazione locale anche “le piramidi”, poiché lasciate crescere in verticale) si è favorito lo sviluppo della vegetazione rendendole, di fatto, inutilizzabili dai locali allevatori – non si ritiene che con nuove discariche si inciderebbe pesantemente sul settore primario, anziché sostenere le aziende agricole attive che, con considerevoli sacrifici, contribuiscono al mantenimento del fondovalle, bonificando i prati e contenendo l’avanzamento del bosco, alla luce poi degli atout del pascolo in natura quanto a produzione di carne e di latte?

Con cordialità.
Gina La Mantia
Massimiliano Ay, Henrik Bang, Gianrico Corti, Michela Delcò Petralli, Daniela Pugno Ghirlanda.
mara
am: 4.2.2017 11:19
Ben fatto! :-)
mara
am: 13.2.2017 18:00
www.laregione.ch/articolo/materiale-di-scavo-del-r...

Riprendo e pubblico qui con piacere! :-)
Gina La Mantia e Franco Celio
am: 22.11.2018 19:08
DISCARICA DI INERTI ALLA BUZZA DI BIASCA, QUALI GARANZIE PER LA POPOLAZIONE E LA NATURA?

Interrogazione di Gina La Mantia e Franco Celio, del 2 novembre 2018

Fedele alla scheda V7 del Piano direttore cantonale, che considera la Buzza di Biasca quale discarica per materiali inerti, e fedele alle sue intenzioni finora espresse, il Consiglio di Stato – stando alla sua comunicazione di inizio ottobre sui media ticinesi – intende proseguire l’iter per la pianificazione della stessa, ciò nonostante le resistenze il loco e nonostante le 1’740 firme raccolte dal gruppo “Loderio c’è” con la loro petizione.
Alla Buzza di Biasca è prevista, per quanto ci è dato di sapere, una discarica B, cioè un luogo di deposito definitivo per inerti e rifiuti edili minerali e non riciclabili. A partire dal 2022 per una decina d’anni almeno sarà trasportato e stoccato circa 1,3 milioni di metri cubi di materiale di vario tipo, ossia scarti di demolizione mista: mattoni, calcestruzzo, piastrelle, cartongesso, fibrocemento e tegole.
Gli oppositori si avvalgono di due argomenti principali: da una parte, la vicinanza della prevista discarica a un sito di grande valore naturalistico messo – giustamente – sotto protezione federale. Alla riserva nazionale della Legiuna, infatti, vivono oltre 100 specie di uccelli, di cui alcune nella lista rossa, come, ad esempio, il Piro piro piccolo, oppure il Martin pescatore. È altresì noto che questo biotopo della Bassa Valle di Blenio è considerato dagli esperti un Santuario micologico, una zona cioè relativamente ristretta dove sono state censite più 600 specie, alcune delle quali molto particolari o minacciate.
E dall’altra parte, la popolazione di Loderio già da decenni, sin dagli anni 80, con l’avvio di un sito di lavorazione inerti, è stata costretta a convivere con consistenti viavai di camion, rumore e polvere. Alla Buzza di Biasca, proprio all’entrata della Valle di Blenio, si sono già depositate ingenti masse di materiale inerte, trasformandole in quello che nel gergo popolare – a giusta ragione – viene chiamato “le piramidi”. La popolazione di Loderio ha già dato tanto, e ben si può comprendere l’insofferenza all’idea di dover sopportare ancora per anni le prevedibili emissioni nocive per l’ambiente e la salute. Se è vero che le autorità cantonali ora dichiarano che “discarica” debba fare rima con “sistemazione del comparto”, non si comprende perché la sistemazione necessaria e dovuta non possa avvenire senza la discarica.
Fatte queste premesse, e facendo uso della facoltà di cui all’art. 98 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato, poniamo le seguenti domande:

• Per quanti anni resterà attiva la discarica per gli inerti, e tra quanti anni si prevede di consegnare alla popolazione l’opera ultimata?
• Quali i tempi in caso di ricorsi, opposizioni e altri problemi come per esempio a livello di PUC?
• Nel frattempo, cosa si intende fare con la ditta Otto Scerri: potrà proseguire la sua attività senza vincoli?
• Come si pensa di limitare l’impatto sulla popolazione della nuova discarica?
• Quale sarà il traffico (stima del flusso di camion) generato dalla discarica?
• Viste le differenze a livello di produzione di inerti tra Sotto- e Sopraceneri, il Consiglio di Stato non è preoccupato del traffico di autocarri e del loro impatto ambientale, in transito, potenzialmente, da Chiasso a Biasca?
• Il Consiglio di Stato non teme che con la discarica saranno allontanate le varie specie di uccelli rari che popolano la Bolla di Loderio e la Legiuna, e che già oggi soffrono la presenza dell’uomo?
Martino
am: 11.1.2019 17:51
Mi pare che quelli di Loderio esagerano, questi depositi dovranno pur farli da qualche parte.
Il Patriziato di Biasca guadagnerà qualcosa anche per far fronte alle spese varie, manutenzione strade fabbricati ecc. specialmente in Val Pontirone.
LODERIO C'E', NO ALLA DISCARICA

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