Blenio Café
OSPEDALE DI ACQUAROSSA
mara
am: 15.3.2014 20:42
SERATA INFORMATIVA SUL FUTURO DELL'OSPEDALE

Serata informativa sul futuro dell'Ospedale di Acquarossa, giovedì 20 marzo alle 20.15 alle Scuole Medie di Acquarossa. Organizza l'ASCOBLE con la partecipazione del capo del DSS Paolo Beltraminelli e del direttore dell'EOC Giorgio Pellanda. Modera la giornalista Simonetta Caratti, laRegioneTicino

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Più siamo meglio è... tutti colori che hanno a cuore la valle e il suo ospedale non possono mancare!

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E... interessante l'opinione molto articolata del dr. Martinoli sul Giornale del Popolo. Da leggere!

Buon fine settimana
Fabio
am: 17.3.2014 1:41
Ha ragione l'avv. Luca Baggi quando, nel suo centrato articolo, cita un "rimprovero" agli istituti periferici per non avere rivendicato mandati di prestazioni. Era però intuibile da prima del 2010 che, uno degli effetti del cambiamento della LaMal (Fallpauschal) sarebbe stato quello di attivare gli istituti a una corsa per ottenere una migliore remunerazione globale delle proprie prestazioni. Chi ha vinto? Gli istituti che, in tempo utile hanno investito nella loro struttura, nelle loro attrezzature e nel loro personale di punta. Questi hanno potuto contrattare meglio il “Fallpauschal” e ottenere un buon riconoscimento delle proprie prestazioni. Tutti gli altri non sono stati informati o non si attivati in tempo utile: sono arrivati perciò in zona Cesarini, quando tutto era scaduto. Ecco uno dei motivi per cui, nei miei precedenti interventi su BC, ho sempre affermato che la politica da sola, senza una perizia tecnica, sarebbe stata in difficoltà.
Una persona potrebbe a mio modo di vedere ancora guidare il gruppo che ora cerca di salvare l’ospedale di Acquarossa: il dott. Gianfranco Domenighetti, grande conoscitore di tale materia.
Ottima settimana entrante.
Fabio
lo scriba montano
am: 18.3.2014 0:22
Bene, benissimo, no anzi male...
Un'alta percentuale dei mandati di prestazione tra ospedali/cliniche e pagatori delle prestazioni sono state stabilite e diversi contratti firmati.
Come pure diverse convenzioni fra ospedali e ospedali, per passarsi i pazienti in convalescenza post operazioni o post malattia acuta, uguale: convenzioni e contratti già conclusi!
Perciò sarà molto difficile staccare altre proposte /altri contratti. Anche perché, come già detto, è quasi impossibile poter fare la concorrenza sul prezzo della prestazione con chi da tempo si è organizzato di conseguenza.
Cioè, trovare altri "clienti" e i pagatori delle prestazioni disponibili; perché è di ciò che si tratta.
Per chi non è un pò addentro, potrebbe essere difficile capire o quantomeno difficile accettare che si tratta di puro buisness. Per chi fornisce la prestazione e per chi la prestazione la paga, si tratta di un normale commercio; ne più ne meno!
Quindi, resta solo di cercare e trovare la giusta nicchia di mercato che non implica troppi investimenti (specialisti, macchinari, attrezzi eccetera) esattamente come opera un albergo o una ditta che costruisce finestre!!!
Chiaramente, e molto probabilmente, ciò non interessa a chi sta sul cadregone!
Così viene trattata la sanità e così vengono considerate le periferie!
Ora come dicono in molti e come ben dice Fabio nel precedente intervento; se ci sono ancora delle possibilità, bisogna studiarle, passando sopra alle proposte attuali ed ai poteri decisionali.
alfiero
am: 18.3.2014 15:05
Caro Scriba Montano,
Cosa ne dici della mia proposta, buttata là così piû per dire che ci sono alternative all'abituale, il 19.02.2014 su questa conversazione, di staccare dalla LAMAL tutto ciò che si può assicurare alla LCA, alfine di gestire noi in proprio i rapporti fra pazienti, erogatori di prestazioni e pagatori?

Ciao a tutti
lo scriba montano
am: 18.3.2014 21:50
Riprendo il messaggio di Alfiero:

Quale alternativa ad un dibattito, (nell’eventualità che si prospettasse perdente), se la LAMAL non paga delle prestazioni erogate dagli istituti di cura, imputazione “caduta in prescrizione” senza opposizioni, in CH abbiamo delle ottime assicurazioni private, un gruppo di lavoro formato da specialisti del settore assicurativo e della sanità non potrebbe analizzare quanto di sanità potrebbe essere assicurata dalla LCA con un polizza collettiva per l’intera valle che riconosca le prestazioni mediche erogate da Acquarossa ?... Pagare per pagare meglio sarebbe salvare l’ospedale pagando un premio che in due (paziente e comuni) a pagare un servizio rifiutato dalla LAMAL.

È pur vero che una buona parte di progetti sono nati da idee che magari all’inizio lasciavano tanti dubbi.
Non sono in grado di valutare; i punti oscuri mi sembrano tanti, comunque non da escludere a priori.
Quale istituto assicurativo accetterebbe una tale proposta,
quali possono essere le prestazioni assicurate ed erogate,
quali sarebbero le coperture necessarie per un tale “servizio”,
quali sarebbero i contrasti/coordinazioni con le coperture comprese ed obbligatorie inserite nella LAMAL,
quale sarebbe il prezzo delle coperture,
chi sarebbe disposto ad aderire ad un eventuale contratto collettivo in complemento della sua attuale cassa,
quanti assicurati di questo tipo ci vorrebbero,
quanti “clienti” si possono garantire all’ospedale per far quadrare i costi.
Non dobbiamo dimenticare, in più, che le casse malattia e le assicurazioni fanno di principio gli affari suoi.
Come non da dimenticare che a Berna, tra Stati e Nazionale, c’è un elevato numero di persone direttamente legate ai vertici delle varie casse malattia e perciò è facile dettar legge e difendere la lobby.
Comunque le nicchie di clientela (anche se è brutto chiamare il paziente con tale nome, ma così è per chi dà il servizio) sicuramente ci possono essere anche per gli ospedali di periferia. Come sicuramente ci sono sul campo persone idonee a studiare il problema e sicuramente a proporre valide soluzioni. Finora si è dimostrato che la volontà dall’alto è stata tutta un’altra. Visto i risultati non può essere diverso.
Una cosa che tutti i Bleniesi possono chiedersi a questo punto; cosa conta ancora la valle per le istituzioni superiori?
Pagare le tasse
Fornire qualche voto ogni quattro anni
Regalare l’acqua ai produttori di corrente
Regalare 18 Milioni all’anno di canoni d’acqua
Pagare la corrente più cara della Svizzera
Regalare il territorio per il parco e nulla avere in ritorno
Pagare per spostarsi, perché i mezzi pubblici sono scomodi o inesistenti e cari
Pagare di più le merci ed i trasporti (compresa la benzina necessaria per spostarsi) perché al genio zurighese è venuto in mente di istituire la tassa sul traffico pesante (tassa per chilometro percorso)
Eccetera, eccetera, eccetera ed ancora eccetera...
mara
am: 21.3.2014 0:14
DA "laRegioneTicino" DI OGGI, GIOVEDÌ 20 MARZO, A P.18.
Autore Willy Baggi, merita una lettura!

E stasera appuntamento ad Acquarossa alle 20.15!

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GENIALE: UN PRONTO SOCCORSO AMBULANTE

Su ‘laRegione’ del 26 febbraio Simonetta Caratti e Marino Molinaro riferiscono dell’incontro svoltosi il giorno prima e dedicato alla nuova pianificazione ospedaliera cantonale tra il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, responsabile del Dss e Giorgio Pellanda, direttore dell’EOC da una parte, e i sindaci e i medici di Leventina e Blenio dall’altra. I colleghi scrivono: “(...) saranno mantenuti gli odierni servizi di Pronto soccorso con presidio 24 ore su 24 e sette giorni su sette (…)”. Su ‘Il Giornale del Popolo’ del 28 febbraio lo stesso Beltraminelli conferma “la presenza di un centro medico d’urgenza, ossia presidi sanitari analoghi ai Pronto soccorso attuali”. Su ‘laRegione’ del 10 marzo viene affermato che gli ospedali di Faido e di Acquarossa, senza l’attuale funzione acuta, perderanno i Pronto soccorso B”, e Giorgio Pellanda conferma: “L’istituto di cura futuro avrà una copertura medica 24 ore su 24 solo per i pazienti ricoverati in convalescenza. Se una persona in valle ha un’urgenza, chiamerà il 144”.

Se Beltraminelli mena il can per l’aia, il direttore dell’EOC è chiarissimo. Al signor Giorgio Pellanda mi permetto di rivolgere ferme critiche. Mi sento libero di farlo poiché, quando lo scorso anno ho avuto modo di elogiare pubblicamente l’ottima organizzazione sanitaria del Cantone, egli mi ha risposto, con mia gradevole sorpresa, scrivendomi una bella lettera di ringraziamento.
Prima la carota e poi il bastone? Al direttore dell’EOC e ai suoi collaboratori come pure agli alti funzionari del DSS contesto in primo luogo la scelta (così mi risulta) del cosiddetto modello di Zurigo. Ma è possibile che ignorino la differenza della configurazione orografica, demografica e quindi urbanistica che c’è tra i due cantoni?
Poi ci presentano un progetto che trascura la natura del prodotto medico-sanitario da loro gestito. Hanno raccolto dati statistici (ai quali, come si sa, si può sempre far dire di tutto), stilato tabelle, elaborato grafici e quindi deciso per un progetto che assomiglia a una sorta di piano pluriennale di produzione di scarpe o di cacciaviti: questa, qua, quella, là, e così via! Il tutto all’insegna della (presunta) razionalizzazione mediante concentrazioni varie.

È il tipo di gigantismo che in un settore come quello della sanità non può funzionare. Presto o tardi ci si accorgerà della necessità di riavere unità agili per essere più vicini al “fronte”, ossia alla tempestiva e fondamentale decisione che è quella della prima diagnosi sullo stato del paziente. Non è quindi meglio mantenere quanto è già collaudato da numerosi anni? (tornato a Malvaglia con la famiglia quarant’anni fa, ho toccato con mano l’ottimo servizio pubblico fornito dall’ospedale di Acquarossa). La triste realtà è che i nostri “manager” ignorano chi c’è dietro i numeri. Per dirla con Karl Barth c’è “un essere umano la cui salute costituisce tutta la sua forza”.

E ora arrivo ai nostri due ospedali di Acquarossa e di Faido. Non si può non essere disgustati dall’agire dell’EOC e del DSS. Citiamo il chirurgo Sebastiano Martinoli (‘GdP’ del primo marzo): “Agli ospedali di Acquarossa e di Faido non è stato nemmeno permesso di inoltrare la candidatura per mantenere la funzione attuale”.
E Martinoli cita testualmente il punto 4.4 del progetto in consultazione: “Hanno (quelli di Faido e Acquarossa) per contro rinunciato (sic!) alla compilazione del modulo di offerta in ragione della loro futura conversione in istituti di medicina post-acuta o di riabilitazione EOC-ORBV sede di Acquarossa e EOC-ORBV sede di Faido”. E Sebastiano Martinoli conclude: “In parole semplici ai due ospedali è stata tolta perfino la voce per rivendicare la funzione attuale nel futuro assetto ospedaliero!”.
Un atteggiamento decisamente disonesto. “Nelle vostre due valli verrà comunque creato un consultorio” risponde Bellinzona. L’esempio di Cevio la dice tutta: “Un ambulatorio aperto il lunedì, giovedì e venerdì dalle 13 alle 17 e il martedì e mercoledì dalle 8 alle 12” (‘CdT’ del 6 febbraio). Ma non è tutto.

Ad Acquarossa e a Faido verranno trasferiti pazienti in convalescenza e che loro stessi, assieme al proprio comune, dovranno assumersi parte dei costi del ricovero! Del tutto evidente che assisteremo ad espedienti vari che consentiranno al paziente ricoverato in un ospedale acuto di terminare la sua eventuale e non troppo lunga convalescenza nello stesso nosocomio: per i parenti di un paziente di Magadino è più comodo andare a trovarlo a Bellinzona che non a Faido o ad Acquarossa. O no?

Ricordiamo infine l’affermazione del direttore dell’EOC: “Se una persona in valle ha un’urgenza, chiamerà il 144”. Ciò vorrà dire che assisteremo a un balletto (con tutte le sue insidie) di Pronto soccorso ambulanti su e giù per il Piottino, per la Biaschina, per il Sosto, per la Leggiuna. Ricordiamo che gli attuali PS registrano in media e quotidianamente una ventina di visite.
E per concludere una domanda: l’esistenza di una struttura ospedaliera come l’attuale non consentirebbe di reperire più facilmente gli investimenti per le future Terme di Acquarossa? Ipotesi: un membro di una famiglia in vacanza si ammala. Se non particolarmente grave, meglio averlo ricoverato a poche centinaia di metri o a Bellinzona? Si rifletta, e bene.
lo scriba montano
am: 21.3.2014 1:07
Riprendo l’articolo apparso sul CDT nel maggio 2010

Dal primo gennaio 2011 succederà a Carlo Maggini

Dalla direzione del Gruppo ospedaliero Ars Medica Clinic a quella dell'Ente ospedaliero cantonale (EOC). Sarà il 53.enne locarnese Giorgio Pellanda, il prossimo primo gennaio 2011, a sostituire alla direzione generale dell'EOC l'uscente Carlo Maggini, che lascerà il proprio incarico dopo 28 anni di attività in seno all'organismo che gestisce gli ospedali pubblici del Cantone.
In una sua nota l'EOC tiene a ringraziare "l'impronta non comune" lasciata da Maggini nella realtà sanitaria ticinese, sovente presa ad esempio negli altri Cantoni svizzeri e a livello nazionale". Pellanda è stato scelto fra una rosa di candidati dal Consiglio d'amministrazione, in virtù della sua profonda esperienza in ambito sanitario, maturata negli anni.
Sulla partenza del proprio CEO e managing director Giorgio Pellanda, l'amministratore delegato del Gruppo Ars Medica Clinic Ermanno Sarra, esprime a sua volta parole di riconoscenza: "È un giocatore di assoluto valore, che sicuramente darà un apporto fondamentale alla sanità ticinese pubblica e privata. Pellanda - in un momento di grandi sfide per il settore - è un uomo capace di mettere d'accordo tutti e che saprà dar lustro a quei rapporti di ottima collaborazione già esistenti oggi tra ospedali e cliniche ticinesi nell'interesse di tutta la comunità".
Che giocatore! Vediamo i risultati.

2010 e due decenni precedenti, preistoria!! (???)

La dimostrazione è palese, come è palese che non interessa a nessuno chinarsi per trovare la continuità degli ospedali di periferia.
Altro che esempio per altri cantoni!

Ribadisco e ne sono convinto che se si voleva studiare le possibilità, una soluzione la si trovava.

In generale e non solo nel caso specifico (oramai è diventata una brutta abitudine): il politico, gira in giro alla torta, non si esprime apertamente, gira le carte in tavola, racconta quello che gli conviene, anche perché a volte non sa esattamente, aspetta i prossimi voti.
Il funzionario non fa nemmeno quello (ancora fatica in meno!!!), a volte sa e non dice (altra fatica in meno!!!)

La teoria di chi si pensa di comandare e poter dirigere è semplice: se hai bisogno del servizio, pagalo ed arrangiati!

La sensazione è che molti si sentono fregati e presi in giro, sarebbe interessante che tutti lo dicessero apertamente.
E non solo per la questione ospedale!
mara
am: 21.3.2014 20:00
Riflettendo sulla serata di ieri sera, credo che la domanda fondamentale, a sto punto, è a sapere esattamente COSA e QUANTO le Signore Casse Malati saranno disposte a pagare per le prestazioni fornite in futuro dall'Ospedale di Acquarossa.

In fondo ieri sera non è giunta risposta chiara. O forse non c'è ancora, la risposta. Ma dovrà pur esserci, nero su bianco: dopo l'approvazione in Parlamento del Messaggio del Governo sulla nuova Pianificazione ospedaliera. Allora, quando ci sarà, sarà inutile girare attorno all'oliva. Quel che non pagano le Signore Casse Malati, dovremmo essere disposti a pagare noi o i Comuni. All'insegna della parità di trattamento città-zona periferica! Evviva! :-(

Come diceva lo scriba montano poco sotto, le CM sono le vere padrone e proprietarie, assieme a tanti lussuosi palazzi milionari, della nostra salute (o malattia...). Hanno più potere loro del Consiglio Nazionale e del Governo.

Sarebbe però almeno lecito, visto il trattamento riservato da loro alle zone periferiche, che i Cantoni tutti esigano almeno trasparenza e chiarezza nei conti...che amministrano i nostri soldi... ma tant'è... fin che non cambia "sta sonata", mi sa che c'è poco da fare... :-(
Cominciamo, e sarebbe già bello, a proibire ai consiglieri nazionali di essere in svariati Consigli d'amministrazione... potrebbe essere un primo passo... ma tant'è...

Continuiamo a firmare la petizione... per quel che vale... ma è utile farci sentire...
erika
am: 22.3.2014 19:40
Allo Scriba Montano (post 20.03, ore 20.07): la sottoscritta è una dei "molti" che si sente fregata, gabbata, presa in giro, scema e quant'altro... E tanto, ma tanto arrabbiata al punto da star male al solo pensiero di cosa ne sarà dell'ospedale di Acquarossa. Appunto perchè - come ben dici - non interessa a nessuno la continuità degli ospedali di periferia.
Dove porteremo i nostri anziani che si ammalano? Faremo fare loro il tour del Ticino in ambulanza? E chi paga, quando non verranno ricoverati ma rimandati a casa, sempre in ambulanza? E se ricoverati, quanti chilometri dovremo fare per render loro visita spesso, perchè come è arcinoto l'anziano soffre di più fuori dal suo ambiente? E chi paga l'ambulanza (Fr. 800.--, se ben ricordo) ogni volta che "si muove", a carico del paziente se non viene ricoverato?

A Mara: quanto hai ragione! Condivido pienamente il tuo ultimo paragrafo (post 21.03 ore 15.00). Un buon numero di consiglieri nazionali è da mandare a spasso senza indugio!

Sono ormai alcuni anni che "ho varcato il Ceneri": mai e poi mai avrei immaginato che le periferie del Cantone Ticino venissero trattate in questo modo :-(
Rasputin
am: 25.3.2014 0:16
Anche Bellinzona insorge.

Siamo proprio ben messi!!!

Necessita proprio chiedersi (visto anche altri casi..non solo l'ospedale) se non sia magari giunto il momento di inforcare le scarpe grosse ed i forconi!! per inforcare chi di dovere e dare le meritate pedate senza farsi male i piedi.

Nell'antichità hanno dato ottimi risultati.

Non è corretto ma non illegale; una bella disubbidienza civica ci starebbe!!
Del tipo; Bleniesi, pagare le imposte (quelle cantonali e federali - quelle comunali vanno bene, più o meno restano da noi) su un conto controllato e, perché no, con il consenso o meglio ancora con la firma sul conto di un nostro politico locale che si fa garante!

cosa ne pensate??
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