Interview mit Franco Grassi
Appassionato collezionista di scatole di latta






Ad Aquila, nella frazione di Grumarone in una casa risalente al 1700, ha creato il primo Museo in Ticino delle "Scatole di latta”, aperto ufficialmente nel maggio del 2012. Ideatore e promotore è il 66enne Franco Grassi, originario di Massagno e da tempo legato alla Valle di Blenio, dove per ben 35 anni ha passato le vacanze e dove ora è felicemente domiciliato (a Olivone).

Nei cinque piccoli locali dell’antica abitazione (di proprietà di Federico Giuliani), Franco Grassi ha saputo ricavare dei suggestivi spazi espositivi pieni di scatole i cui motivi e colori conferiscono al tutto un’atmosfera particolare, quasi fatata. Sono quasi 4000 le scatole esposte, tutte rigorosamente catalogate e disposte nelle 5 sale, tra cui una soffitta, divise per tematiche o contenuti: vi sono quindi moltissime scatole per i biscotti, ma anche barattoli e scatoline per i medicinali, scatole per i prodotti di bellezza, scatole del caffè, scatolette per il tabacco, cofanetti e bauletti, contenitori in latta per mangimi per animali, scatole per caramelle…

Molte risalgono agli inizi del 1900, altre sono più recenti. “Quelle alle quali sono particolarmente affezionato – ci dice Franco – sono quelle di mia nonna Frieda o di mia mamma Marta”. E, non senza emozione, ce le mostra quasi una ad una… In una, d’argento con il coperchio in bassorilievo, vi sono ancora riposti ordinatamente i rocchetti di filo e piccoli gomitoli per i rammendi. Nonna Frieda, con la quale la famiglia Grassi viveva a Massagno, aveva moltissime scatole. Già allora attiravano gli occhi curiosi del piccolo nipotino Franco.
Ma la passione vera e propria si è, diciamo così, formalizzata attorno al 1990, quando un’esposizione di scatole di latta allestita presso un Istituto bancario di Lugano ha fatto scattare in Franco la molla decisiva: “alcuni dei pezzi esposti li avevo anche io. Mi son detto che potevo iniziare davvero a collezionarli”.
Detto, fatto: la raccolta inizia. Sia frequentando mercatini dell’usato, in varie parti della Svizzera, sia scambiandone con altri collezionisti. Altre scatole le riceve grazie a doni di persone che vengono a sapere della sua passione, specialmente le sorelle. “A volte – racconta – trovo delle sorprese anche nelle discariche dei rifiuti”. E ci mostra una bellissima scatola per biscotti di Morges, caratteristica cittadina sul lago Lemano, trovata in una discarica, nella benna del ferro. Sui lati della scatola ci sono delle magnifiche viste di Morges.

Internet, oggi come oggi, si rivela poi essere un importante strumento sia per la verifica della datazione delle scatole che per la ricerca e l’acquisto di altri pezzi, ad esempio di una collezione. Inizialmente le scatole Franco le teneva nella sua cantina di casa, a Giubiasco, dove ha abitato parecchi anni con la famiglia dopo una breve tappa in quel di Cadempino. In cantina sì, ma rinchiuse in grandi sacchi da 110 litri! Nella casa di vacanza di Ponto Aquilesco aveva provato ad allestire un primo piccolo museo, ma lo spazio era troppo esiguo.

C’è voluta la meritata pensione (Franco era docente di conoscenze, calcolo professionale e disegno tecnico per le Sezioni pittori edili nelle Scuole professionali di Trevano, Bellinzona e Biasca) per rispolverare il progetto, grazie anche alla disponibilità di Federico Giuliani.
Ora la caratteristica casa a Grumarone reca anche una bella ma discreta insegna nera con la scritta “Il piccolo museo della scatola di latta”. “Ho iniziato i lavori di ristrutturazione e di preparazione 3-4 anni fa”, racconta il collezionista mostrandoci le varie scansie, i ripiani e tutti gli interventi fatti. Bellissimo è il recupero fatto di un’antica vetrinetta risalente al 1774, dove vi ha esposto in buon ordine scatole e scatoline di caramelle e cicche. Molto tempo lo ha dedicato anche alla catalogazione di ogni pezzo, con data della produzione, descrizione e provenienza. A questo proposito, parecchie scatole provengono dall’estero: Italia, Inghilterra, Francia, Germania, Danimarca, Belgio, Spagna, ma anche dalle lontane Cina, Svezia e Uruguay.

Tra chi ha avuto il pregio di visitare l’esposizione prima della sua apertura ufficiale, anche Franco Lurà (direttore del Centro cantonale di dialettologia e di etnografia), che ne è rimasto molto impressionato. Il piccolo museo è stato nel frattempo inserito e segnalato nell’elenco cantonale.

Fonte intervista che apparirà sulla Rivista di Lugano del 18 maggio 2012, qui riportata in versione ridotta, a cura di Mara Zanetti Maestrani

Nelle foto: Franco Grassi con una delle sue scatole e il Museo della Scatola a Aquila-Grumarone




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