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![]() Interview mit Franco Grassi
Appassionato collezionista di scatole di latta
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Nei cinque piccoli locali dell’antica abitazione (di proprietà di Federico Giuliani), Franco Grassi ha saputo ricavare dei suggestivi spazi espositivi pieni di scatole i cui motivi e colori conferiscono al tutto un’atmosfera particolare, quasi fatata. Sono quasi 4000 le scatole esposte, tutte rigorosamente catalogate e disposte nelle 5 sale, tra cui una soffitta, divise per tematiche o contenuti: vi sono quindi moltissime scatole per i biscotti, ma anche barattoli e scatoline per i medicinali, scatole per i prodotti di bellezza, scatole del caffè, scatolette per il tabacco, cofanetti e bauletti, contenitori in latta per mangimi per animali, scatole per caramelle…
Molte risalgono agli inizi del 1900, altre sono più recenti. “Quelle alle quali sono particolarmente affezionato – ci dice Franco – sono quelle di mia nonna Frieda o di mia mamma Marta”. E, non senza emozione, ce le mostra quasi una ad una… In una, d’argento con il coperchio in bassorilievo, vi sono ancora riposti ordinatamente i rocchetti di filo e piccoli gomitoli per i rammendi. Nonna Frieda, con la quale la famiglia Grassi viveva a Massagno, aveva moltissime scatole. Già allora attiravano gli occhi curiosi del piccolo nipotino Franco. Internet, oggi come oggi, si rivela poi essere un importante strumento sia per la verifica della datazione delle scatole che per la ricerca e l’acquisto di altri pezzi, ad esempio di una collezione. Inizialmente le scatole Franco le teneva nella sua cantina di casa, a Giubiasco, dove ha abitato parecchi anni con la famiglia dopo una breve tappa in quel di Cadempino. In cantina sì, ma rinchiuse in grandi sacchi da 110 litri! Nella casa di vacanza di Ponto Aquilesco aveva provato ad allestire un primo piccolo museo, ma lo spazio era troppo esiguo.
C’è voluta la meritata pensione (Franco era docente di conoscenze, calcolo professionale e disegno tecnico per le Sezioni pittori edili nelle Scuole professionali di Trevano, Bellinzona e Biasca) per rispolverare il progetto, grazie anche alla disponibilità di Federico Giuliani. Tra chi ha avuto il pregio di visitare l’esposizione prima della sua apertura ufficiale, anche Franco Lurà (direttore del Centro cantonale di dialettologia e di etnografia), che ne è rimasto molto impressionato. Il piccolo museo è stato nel frattempo inserito e segnalato nell’elenco cantonale. Fonte intervista che apparirà sulla Rivista di Lugano del 18 maggio 2012, qui riportata in versione ridotta, a cura di Mara Zanetti Maestrani Nelle foto: Franco Grassi con una delle sue scatole e il Museo della Scatola a Aquila-Grumarone ![]()
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