Blenio Café
Il ritiro dei ghiacciai e il cambiamento del clima
daniele
inserito il: 7.9.2010 7:24
... aggiungo:

in relazione all'apporto di massa. Per semplificare l'esempio: un merto cubo di ghiaccio (di quello bel compatto) ha un peso specifico da 0.9 a massimo 0.95, cioè dà circa 900 litri di acqua.
La neve ha una massa che va da circa 0.1 a 0,4 a dipendenza della qualità. In parole povere per avere un litro di acqua dobbiamo avere 10 litri di neve.
Cioè, 1 metro di spessore di neve fresca dà una resa di circa 10 centimetri di acqua. 1 metro di neve umida e/o compatta può dare mediamente 40 cm di acqua.
È per questo che ad esempio in inverno quando le previsioni meteo danno 5 cm di acqua, a dipendenza della temperatura possiamo aspettarci da 20 a massimo 50 cm di neve.
Quindi per avere un metro di spessore di ghiaccio (senza assolutamente tener conto di tutte le perdite per evaporazioni, percolazioni, sublimazioni, sublimazioni inverse e quant'altro), necessita avere 10 metri di neve fresca. È un esempio proprio "praticone". In realtà, viste le perdite, necessita molto di più ed a temperature relativamente fredde e costanti e per lungo tempo.
Perciò o inizia subito almeno una poco probabile mini era glaciale oppure come ben detto da Chistian nel 2050 con questa tendenza alle quote inferiori ai 3000-3500 e ad esposizioni da est a sud e a ovest, il ghiaccio lo vedremo solo sulle pareti del congelatore. Dunque in Ticino visto che le quote sono queste e la quasi totalità delle esposizioni è questa, resterà praticamente niente.
daniele
inserito il: 7.9.2010 6:02
In apporto a quanto finora detto.

È vero negli ultimi decenni la progressione del riscaldamento dell'atmosfera è aumentata.
Per diversi fattori: (di cui diversi conosciuti, alcuni presunti e alcuni sconosciuti)
L'aumento di temperature dell'irradiamento solare. È conosciuto l'aumento annuo dell'energia entrante nell'atmosfera in Watt metri quadri; causa, macchie solari (da notare che in parallelo ai grandi cicli solari ci sono dei mini cicli di 11 - 12 anni, almeno finora) attualmente dovremmo essere al picco di un ciclo. Dovrebbe giustificare almeno in parte i forti aumenti di temeperatura avuti nell'ultimo decennio ?!
Aumento dei gas serra; che diminuiscono l'uscita verso gli strati alti dell'atmosfera dell'energia riflessa (albedo).
Da notare che l'energia entrante in prevalenza a raggi ultarcorti (UV), quando viene riflessa cambia lunghezza d'onda andando verso gli IR (onde lunghe) e per questo fenomeno riscalda di più.
Perciò, la produzione di gas serra crea buona parte del problema, ma non è solo l'uomo che causa queste emanazioni, anche se contribuisce.
Un piccolo esempio: a medesima temperatura; l'energia diretta del sole sulla superficie della neve, penetra pochissimo nella coltre, viceversa l'energia riflessa (quando è nuvoloso) penetra molto di più e volgarmente si dice che la neve si "consuma" molto di più che con il sole. (In questo esempio giocano anche in minima parte altri fenomeni - pressione atmosferica - umidità relativa).
Nel periodo antecedente l'ultima piccola glaciazione già citata si sà che i ghiacciai nella zona colle del Teodulo (Cervino) del passo del Moro (Sass Almagell - Macugnaga) per citarne solo alcuni erano quasi inesistenti e si è trovata traccia di abeti a quasi tremila metri di quota. In quel tempo le popolazioni Walser transitavano regolarmente su sentieri ora coperti da ghiacciai.
Vuol dire che era molto più caldo di adesso.
C'è poi da dire che la precisione nelle misurazioni ancora a inizio 1900 era relativa e se andiamo indietro, era quasi inesistente.
Cristian
inserito il: 6.9.2010 17:02
Ciao a tutti,
per i dati di ritiro dei ghiacciai di quest’anno, bisognerà aspettare ancora qualche settimana. In effetti, le misurazioni alla fronte dei ghiacciai svizzeri vengono di norma eseguite alla fine dell’anno idrologico, che nel nostro Paese corrisponde al periodo dal 1 ottobre al 30 settembre dell’anno successivo.

Come ha detto bene Daniele, purtroppo, un’estate relativamente “fresca” (anche se l’estate 2010, dati di temperatura alla mano, è sempre stata una delle più calde degli ultimi 150 anni) non permette un bilancio di massa positivo a lungo termine di un ghiacciaio, condizione fondamentale per vederlo avanzare in lunghezza. Ricordo, per i non esperti, che il bilancio di massa di un ghiacciaio è la differenza tra l’accumulazione e le perdite per ablazione (fusione), espresse in volume equivalente di acqua.
Vorrei inoltre fare una precisazione riguardo ai cambiamenti climatici e proporvi le (purtroppo) assai dure cifre riguardo all’evoluzione dei ghiacciai bleniesi:

- per prima cosa, devo contestare il caro Daniele su di un punto: è vero che i cicli solari sono all’origine di periodi più freddi (come la Piccola Era Glaciale, tra il 1350 e il 1850, causata del minimo di Maunder) e di periodi di riscaldamento, ma purtroppo l’influsso solare a partire dal 1980 contribuisce solo in minima parte a spiegare l’ampiezza e la velocità del riscaldamento delle temperature atmosferiche. Dei modelli messi a punto sulla base di analisi di carote di sedimenti lacustri in vari laghi delle Alpi e del Giura e delle fluttuazioni glaciali nelle Alpi, hanno permesso di quantificare le temperature durante tutto l’Olocene (gli ultimi 10'000 anni della storia della Terra, corrispondenti al periodo caldo che ha seguito la fine dell’ultima glaciazione). I cicli solari permettevano di spiegare più del 90% delle variazioni misurate per i primi 9000 anni e passa, ciò che non è più stato il caso a partire dagli anni ’80 del secolo scorso. E' ancora difficile sapere se la presenza sempre più importate di gas a effetto serra nell’atmosfera sia la causa o una conseguenza del riscaldamento in atto, ma è quasi innegabile che l’input principale a questo riscaldamento del sistema Terra-Oceano-Atmosfera (perché non si tratta solo di un riscaldamento delle temperature dell’aria) sia dovuto alle emissioni umane durante il periodo industriale. Queste ricerche hanno anche mostrato che, durante gli ultimi 10'000 anni, per 5'400 anni la maggior parte dei ghiacciai svizzeri erano probabilmente più ridotti rispetto al loro stato nell’anno 2000, vale a dire più della metà del tempo!

- per quel che concerne i ghiacciai bleniesi, una ricerca de me effettuata (e che dovrebbe ben presto essere pubblicata sulla rivista “Geologia Insubrica”) mostra che, tenendo conto di uno scenario di riscaldamento medio di 1.5°C tra il 1990 e il 2050, la diminuzione della superficie di accumulazione dei ghiacciai (vale a dire della zona di alimentazione di un ghiacciaio, che deve essere di almeno 2/3 della superficie totale per mantenere un ghiacciaio stazionario) sarebbe dell’85.3% rispetto all’anno 2000, e addirittura del 93.5% rispetto al 1850, ciò che causerebbe la quasi totale scomparsa dei ghiacciai bleniesi nei prossimi 40 anni!

Dato che ci sono, prendo l’occasione per farmi anche un po’ di pubblicità. Se il tema dei ghiacciai (e del permafrost, che designa i terreni gelati in permanenza) vi interessa, vi segnalo il volume che ho curato, assieme a mia moglie Georgia, e che presenta i risultati di cinque anni di ricerche in Valle di Blenio:

“Le Alpi Bleniesi. Storia glaciale e periglaciale e patrimonio geomorfologico”. Memorie della Società ticinese di Scienze naturali e del Museo cantonale di storia naturale, Lugano, Vol. 10, 111 pag.

Vi troverete tanti dati (e tante immagini) concernenti la storia glaciale, periglaciale e climatica (recente e meno) della valle, dall’Ultimo Massimo Glaciale (circa 20-22’anni fa) a oggi.

Alla prossima!
Ciao Cristian
daniele
inserito il: 4.9.2010 0:39
Alcuni anni fà, nell'ambito di una serata organizzata a Bellinzona dall'Associazione dei geologi, l'ex direttore del servizio topografico nazionale (a suo tempo luminare a livello mondiale) ha tenuto un'importante relazione.

In due parole spiegava il problema mostrando in parallelo delle foto del pianeta effettuate a distanza di 50 anni.
Si vedeva l'enorme riduzione di superficie ghiacciata su tutte le più importanti catene montuose, Himalaya, Alpi, Cordigliera, Rocciose, fino alle piccole catene della Alpi neozelandesi (catene che per mia fortuna ho avuto modo di visitare abbastanza bene).

Una prima riflessione: da queste catene partono i più grandi fiumi del mondo; ai bordi tali fiumi vivono (e vivono del fiume e grazie al fiume) diversi milioni di persone (la cifra impaurisce!!!).
Qualora i ghiacciai non potessero più fornire l'acqua necessaria (resta però la fornitura per altre cause, pioggie eccetera) queste persone sono in pericolo di vita o obbligate a spostarsi in altre zone.
Personalmente penso sia meglio non pensarci, anche perchè non si sa se è possibile una soluzione all'eventuale problema e quando questo problema potrebbe avverarsi.

D'altronde, per essere pragmantici, si spera succeda solo tra molti miliardi (o almeno milioni) di anni, per vari fattori, la razza umana è destinata a sparire ed il pianeta invivibile, almeno come noi ora siamo in grado di concepire il sitema di vita attuale degli ultimi 50'000 anni.

Nel frattempo, e comunque arriverà ancora, attendiamo una nuova era o almeno miniera glaciale. Tali miniere sono anche legate alle ere di ritorno (aumento e diminuzioni) delle macchie solari (minimi di Maunder).

Perciò, non disperare
Buona lettura.
daniele
inserito il: 3.9.2010 15:03
ciao a tutti,

il ritiro dei ghiacciai è un fenomeno a livello mondiale e ben monitorizzato anche alle nostre latitudini.
In Ticino da diversi decenni responsabile di tali misure é l'ing Valeggia, sono ben noti di quanti metri all'anno si ritirano i nostri ghiacciai (Vdretta del Pizzo Val Reno - erroneamente chiamato Adula; Basodin, Blinnen eccetera).
I dati sono noti ed appaiono ad esempio regolarmente sulle riviste di settore (rivista del CAS eccetera)

A inizio anni 90 ho partecipato ad una spedizione all'Everest; con alcuni studiosi del CNR Italia, abbiamo effettuato dei carotaggi e delle misurazioni del ghiaccio di Ronbuk (versante nord Tibet).
I risultati (inquinamneto e ritiro) non sono diversi dai nostri. Idema in Sud America dove negli anni 80 e 90 mi sonos recato diverse volte ed ho avuto modo di seguire il fenomeno.
(p.s. la spedizione era finanziata parzialmente anche dalla Ruggerini Motori, l'intento era di provare e misurare il funzionamento e l'emissione di gas di un motore diesel e un motore a benzina ad alte quote!!)

Il fenomeno di surriscaldamento è causato in piccolissima parte dall'inquinqmento prodotto dall'uomo; la maggior parte della causa è però il cambiamento climatico indipendente dalla nostra volontà (leggere il mio intervento precedente che rende abbastanza bene l'idea).

Per cambiamenti climatici, vedasi ere e "mini"ere e fattore non irrilevante le geotermie vulcaniche che con la qualità di gas emessi creano un "filtro" nell'atmosfera che impedisce il ritorno (albedo) dell'energia entrante trattenendola in quella piccola parte di atmosfera alta 12 -16 km che ci protegge.
Il fatto che per qualche stagione o anno, sia più freddo e ci sia più neve è irrilevante. Il fenomeno di diminuzione/crescita é dovuto dal bilancio di massa su periodi lunghi e costanti (neve).

In poche parole povere: anche a condizioni relativamente fredde e con buon innevamento invernale (l'innevamento estivo crea poco o nessun bilancio posistivo) il ghiacciaio si "consuma" per diversi fattori (pressioni, compressioni, scioglimenti ed evaporazioni, scivolamenti verso il basso eccetera). Per avere un bilancio positivo, cioè di crescita necessiatno dei periodo relativamente lunghi di apporto di massa e diminuzione della temeperatura abbastanta cosatnte e duratura.

Ciò non vuol assolutamente dire che noi non dobbiamo impegnarci, anzi, anche se la nostra responsabilità influisce solo di qulache punto percentuale.
Gina
inserito il: 2.9.2010 16:44
Ciao Davide, non dispongo di cifre, chiaramente, ma è vero, sarebbe interessante averle.
Da quello che ho capito io in tutta la discussione sui cambiamenti climatici è che si tratta di un fenonemo non locale, ma globale. Per cui il fatto che noi qui p.es. abbiamo passato due inverni rigidi (e l'estate 2010 era quasi inesistente :-((( ... ) non significa un granché. Bisogna monitorare la situazione attorno a tutto il pianeta. Il 2010 è stato segnato da 2 catastrofi climatiche fuori dalla norma: gli incendi del bosco in Russia, e le inondazioni in Pakistan. Sono purtroppo quasi sempre i popoli poveri a soffrirne di più, perchè non hanno i mezzi per cautelarsi prima, e/o i loro governi se ne infischiano.
Per me è stato molto informativo il film di Al Gore "una scomoda verità", forse l'hai già visto, altrimenti lo fanno ancora vedere nell'ambito della campagna "turbofurbo" sulla mobilità intelligente, venerdì 17 a Canobbio. Poi vedo sul programma di questa campagna un altro film, che però non conosco, "l'undicesima ora" con Leonardo di Caprio (!) all'Iride di Lugano, domenica 12 settembre.
Davide Buzzi
inserito il: 1.9.2010 16:51
Riapro la discussione...
Quali sono i dati in merito all'arretramento dei ghiacciai dal 2007 alla fine di agosto del 2010?
L'Adula, quanto ha perso in questi 3 anni?

Quest'anno è nevicato presto, la Greina è gia bianca e l'altro ieri hano persino chiuso il Passo della Novena (provvisoriamente).
Questo fattore influisce?
e se SI, di quanto?
Se NO, come mai?
mara
inserito il: 14.2.2007 5:00
Ciao!
vi segnalo l'interessante articolo di Bruno Pellandini sul CdT del 13 febbraio '07, pagina 16, sul ritiro dei ghiacciai.


Daniele
inserito il: 7.2.2007 3:19
Ciao a tutti,
per Mara in merito all'atmosfera:
per atmosfera si intende la coltre composta da gas che ricopre la Terra ed è composta da diversi strati ben distinti. Il primo e più "importante" per noi è la TROPOSFERA, alta circa 12-16 km, a dipenza della pressione, cioè di quanta quantità d'aria abbiamo sulla testa, un po' meno ai poli, un po' di più all'equatore. Sappiamo che la pressione media a livello del mare è di 1013 Hpa (ettopascal, che prima si chiamavano millibar - è la stessa cosa). È in questa zona che avvengono tutti i fenomeni meteo, di scambio di energie eccetera. La composizione come la conosciamo a livello pratico è la seguente; 78% azoto, 21% ossigeno, il resto altri gas rari e "nobili" tra cui l'anidride carbonica in misura del 0,03% (gas che lascia passare la totalità dell'energia solare in entrata, ma impedisce il passaggio inverso per riflesso (albedo), in quanto l'energia cambia lunghezza d'onda. Il limite superiore della troposfera è la tropopausa. Sopra troviamo la STRATOSFERA; arriva a circa 48 km di altezza. È in questa zona che troviamo l'ozono fino al massimo 25 km di altezza, la composizione è diversa (ozono = O3, molecola con tre atomi di ossigeno) . Il limite superiore è la stratopausa. Sopra troviamo la MESOSFERA fino a circa 85 km; qui avvengono i fenomeni delle nubi notturne luminose. Il limite superiore è chiamato mesopausa. L'ultimo strato è la IONOSFERA o anche TERMOSFERA; si espande fino a diverse centinaia di km di altezza; è in questa zona che avvengono i fenomeni di aurora boreale. I gas altamente rarefatti (negli strati bassi ca 1% di gas rispetto al totale dell'atmosfera) vengono ionizzati.

Perciò è assolutamente vero: la parte di atmosfera che ci riguarda è la prima e cioè la distanza tra Dangio e Biasca; lo spessore di una finissima mano di vernice su una sfera di un metro di diametro; negli altri strati non succede praticamente niente perchè i gas presenti sono troppo rarefatti e perciò con scambi e movimenti irrilevanti.

Per quanto riguarda il surriscaldamento della terra ed effetto serra: è vero, l'uomo ha purtroppo un ruolo importante ed esponenziale in rapporto al consumo di fonti energetiche inquinanti per quanto riguarda parte dell'effetto serra, ma non solo. In buona parte è anche "colpa del sole", cioè del riscaldamento globale. L'energia emanata non è costante; questo lo prova quanto successo in tempi remoti, era glaciale, secoli molto più caldi di ora, piccola glaciazione (culminata attorno al 1650-1700 = fase caratterizzata da assenza di macchie solari, nota come minimo di Maunder). Esitono poi dei "minicicli" di circa 60 anni causati anche da altri fenomeni, atmosferici, climatici, geofisici.
L'effetto serra è un fenomeno che può essere definito naturale; dal sole riceviamo un'energia calcolata, in entrata nell'atmosfera, pari a 1367 Watt per metro quadro (in totale 1,28 x 10 alla 14a).
Questa quantità varia nei tempi (dal 1978 ad oggi abbiamo avuto un aumento di ca. 0,05% per decennio). Tale energia è comunque di gran lunga superiore a quella complessivamente generata dall'uomo. Parte di questa energia (ca. 25%) viene assorbita dal pulviscolo, dal vapore acqueo, dall'ozono e dai molti gas dell'atmosfera, un altro 30% viene riflessa verso lo spazio dalle nubi, polvere atmosferica, e superfice terrestre (ad esempio la neve ha un albedo attorno al 90%, mentre la vegetazione di circa il 10%).
I gas che determianno l'effetto serra sono principalmente: vapore acqueo, anidride carbonica, metano, diossido d'azoto e ozono.
È evidente che una sempre maggior quantità di uno o più di questi gas, hanno l'effetto, detto da "praticone" di un filtro sempre più efficente, diminuendo perciò l'uscita di energia verso lo spazio trattenendola nell'atmosfera e perciò riscaldandola. A tale fenomeno non contribuisce perciò solo l'uomo ma tanti altri fattori indipendenti dalla nostra volontà ed in maggior quantità di quanto facciamo noi: geotermie vulcaniche, velocità e scambi diversi nelle masse d'aria dovute a maggior o minor irradiazione solare, eccetera.
Tale fenomeno si riscontra pure su altri pianeti; Marte, Giove (in pochi anni di studio dei dati in alcune zone del pianeta aumento di 5 gradi), Plutone e Tritone luna ghiacciata di Nettuno. Alcuni anni fà era stato fatto uno studio, non ricordo più da chi, sulle pecore in Australia e Nuova Zelanda. In sostanza si dovrebbe raccomandare agli allevatori di mettere un filtro su ogni pecora (.. nel posto giusto..), perchè l'emissione di metano contribuisce ad aumentare l'effetto serra...
In conclusione: dobbiamo fare qualcosa, TUTTI, per quanto ci risulta possibile, almeno cercare di non peggiorare la situazione, cercare di sviluppare energie non inquinanti, consumare meno ??!! (non sarà facile a livello globale!! vedi Paesi emergenti!!); comunque non disperare perchè la "colpa maggiore" non è nostra o comunque non solo nostra ed indipendente dalla nostra volontà.


mara
inserito il: 19.1.2007 23:17
Ciao Viktor,
grazie mille per la tua competente informazione... certo... dà motivo di preoccupazione in più... :-(( Ma forse aiuta comunque a sensibilizzare sul problema...

Da qualche parte, tempo fa, avevo letto che l'atmosfera "respirabile" è "alta" (dal mare al cielo, per intenderci circa più o meno...) solo 10 km.
Insomma, qualcosa come molto meno della distanza che separa Dangio da Biasca...

Mi puoi confermare questa informazione?
Tra l'altro, a pagina 35 del CdT di oggi (Cultura) c`è un'interessante intervista di Luis Amiguet ad Al Gore in concomitanza con l'uscita nelle sale ticinesi del suo film "Una scomoda verità" ("An inconvenient Truth").
Grazie, ciao, mara
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