L'intervista con Christiane Tureczek
Artista






ALLA CIMA NORMA, L'ARTE E' NATURA

Incontro con l'artista Christiane Tureczek nel suo atelier

«Avevo deciso di lasciare la Svizzera, di partire per due anni. Via da tutto e da tutti. Partivo per la Grecia, paese che da sempre mi attirava. Quasi fatte le valige, quel giorno ho bevuto un caffè di commiato, in un bar, con mia madre. Avevo l’auto piena di cose, anche di sculture e opere. Improvvisamente mi avvicina un tizio. Era un espositore e aveva curiosato attraverso i vetri della mia auto parcheggiata fuori dal bar. Mi chiese se volessi esporre le mie opere a Zurigo. «Parto oggi per la Grecia!», gli dissi. Mi rispose che mi avrebbe chiamata al mio rientro, dopo 2 anni. E così fece: due anni dopo organizzò una mostra con le mie opere e mi chiese anche se avessi bisogno qualcosa. «Un atelier tutto mio», gli risposi subito. Mi disse che aveva contatti con un artista in Valle di Blenio. E così... eccomi qui!».

Quell’artista è Christian Kirchofer, che da anni risiede tra Dangio-Torre e Zurigo. Lei, invece, è Christiane Tureczek, austriaca d’origine, licenza in diritto e artista appassionata. Ora risiede alla Cima Norma di Dangio-Torre, dove ha il suo atelier e un loft. Il destino l’ha così portata a vivere e lavorare in Valle di Blenio dove, dice con un sorriso, «mi sento a casa».
Siamo andati da lei un pomeriggio d’inizio febbraio, sotto la neve che imbiancava e Valle e rendeva tutto ovattato. Quando nevica succede che… tutto si ferma. Tutto riposa. Tutto dorme. C’è pace; tanto silenzio. Aprendo la porta dell’atelier di Christiane, sono rimasta sorpresa: entrandovi è stato come un contrasto con il mondo fuori, silenzioso di neve e ovattato! Davanti ai miei occhi, appare infatti una sorta di bosco d’autunno, incantato, ma vivacissimo di colori e forme, materiali che sembrano parlare e divertirsi tra di loro. Nel grande salone dove l’artista ci accoglie – sempre con un sorriso sprizzante d’energia – ci sono rami, molti rami, ricci di castagne, pezzi di legno, minuscoli o giganti, radici, cortecce, pitture, attrezzi vari, bozze di opere, bozze di sculture... È un mondo di natura, quello che mi accoglie.
«Amo lavorare con il legno», ci dice Christiane, che ci parla in un ottimo italiano. «Mi piacciono i profumi che si sentono lavorandolo. Tutti i materiali sono essenza (Wesen in tedesco), vivono, hanno una loro storia. Da bambina mi piaceva andare nei boschi, anche da sola. Non avevo mai paura: nei rami, nelle piante, negli arbusti e negli alberi vedevo sempre delle forme amiche. Dialogavo con loro».

Christiane ha ricevuto un forte influsso dai nonni materni, nonni ai quali era molto legata e presso i quali trascorreva le lunghe estati, nei boschi, nelle campagne e nella natura attorno a Graz, in Austria. «È stato un periodo magnifico della mia infanzia», ricorda l’artista, con gli occhi lucidi, «ero spesso con mia sorella (Christiane è la terza di 5 tra fratelli e sorelle, ndr.). Avevamo molto spazio per giocare, spesso salivamo nel solaio della casa dei nonni, dove trovavamo di tutto e lasciavamo correre la nostra fantasia. I nonni poi avevano molto tempo per noi, ci spiegavano molte cose della natura, ci leggevano libri, ci insegnavano a costruire oggetti e semplici giocattoli». Il nonno materno era stato in guerra in Russia, e spesso raccontava loro di quei duri periodi, di sacrifici e dolore. Famiglia borghese prima della guerra, dopo il conflitto i nonni persero quasi tutto: «Questo ha insegnato loro ad apprezzare i veri valori, quelli che durano. E hanno cercato di trasmetterli a noi nipoti». Senza dubbio, questa infanzia spensierata ma nel contempo intrisa di forti valori e molto vicina alla natura, ha contribuito a mettere il seme della passione per l’arte, nel giovane cuore di Christiane.

Più tardi, in età scolastica, la famiglia dovette seguire il padre in Svizzera, per motivi di lavoro. Infatti lui era rappresentante dell’Austria presso l’aeroporto internazionale di Zurigo. Di quel periodo ricorda solo che sognava e leggeva molto: sognava di andare via... Le varie mete che sentiva nominare da suo padre: Atene, Istanbul, Dubai, Monaco. Questa sua indole inquieta, curiosa, desiderosa di nuove scoperte la porterà poi, come detto, a trasferirsi in Grecia: «Ci sono andata dopo la morte di mio padre», ci confessa. «Da sempre sentivo che era il mio posto. C’è una grande libertà, una purezza, molte energie, il sole, l’acqua, la sabbia. Tutto era molto stimolante per me e la mia voglia di creare. Lavoravo la ceramica e anche l’oro, per un gioielliere del posto». Prima di lasciare la Svizzera, Christiane aveva però assecondato i desideri dei genitori e portato a termine gli impegnativi studi in diritto. Contemporaneamente ha seguito anche la Scuola d’arte Al’Leu, sempre a Zurigo, dove ha imparato la base: lavorare il sasso, l’argilla, il gesso. E ha capito che quella era la sua strada!

Ora in Valle di Blenio ha trovato il suo ambiente, il suo spazio, l’opportunità di esprimersi e anche di esporre le sue opere. Proprio tra gennaio e febbraio scorso (2013), Christiane – diplomata pure in Npo Management all’Università di Friborgo – è stata la promotrice e organizzatrice del primo ‘New Years Brunch 2013’ mai organizzato in Ticino, svoltosi alla Cima Norma con la partecipazione di oltre una ventina di artisti e oltre 300 visitatori. Un grande successo che ha caricato di molta energia la giovane artista.
Le espressioni artistiche a lei più congeniali sono le sculture lignee, la composizione di opere con materiali naturali diversi e le installazioni (interne o esterne) ispirate a un luogo particolare e alla sua storia.

Fonte: intervista di Mara Zanetti Maestrani, qui in versione un poco ridotta, apparsa sul numero di marzo del mensile "Tre Valli" a pp.12-13

Foto: l'artista (sopra) e parte del suo atelier presso la Cima Norma di Dangio Torre (sotto)




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