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L'intervista con Ilaria Martinelli-Romaneschi
Appassionata di volo
La straordinaria esperienza vissuta da Ilaria Martinelli-Romaneschi di Dangio Quel giorno, a Payerne, quello non doveva essere il suo pilota. A dire la verità lei, Ilaria, non lo sapeva nemmeno che, quel giorno, sarebbe andata a Payerne… Ecco che arriva, il pilota. “Quando ho visto che era Claude Nicollier ero davvero sorpresa e molto onorata – ci racconta Ilaria visibilmente emozionata anche se, da quel giorno, sono ora passati già cinque mesi. “Era infatti previsto che il pilota fosse un altro”, ci spiega. Ma facciamo un breve passo indietro. Con Ilaria Martinelli, all’aeroporto romando, c’è il suo compagno Michel. “Il viaggio a Payerne - ci racconta Michel - è stato una sorpresa fino all’ultimo. Non volevamo che Ila sapesse che quel giorno, per festeggiare il suo compleanno, avevamo deciso di avverare il sogno che cullava da tanti anni: volare con un Hunter!”. Quando arrivano sulla pista 23 di Payerne, il cuore di Ilaria inizia a battere a 120! Sente “odor di volo”. Inizia con trepidazione la necessaria istruzione: misure di sicurezza, vestizione della tuta anti G (in volo vivrà l’ebrezza delle 5G, ossia sentire 5 volte il suo peso!), uso della maschera per l’ossigeno, eccetera. “Ero molto molto agitata”, prosegue Ila nel suo racconto mentre, a casa sua, guardiamo il filmato realizzato durante tutte le fasi del volo. “Ma ho seguito con attenzione tutta quanta l’istruzione. Pur soffrendo di claustrofobia e provando disagio nell’indossare la maschera per l’ossigeno, ho tenuto duro. Ero molto contenta di poter volare. Il mio sogno stava per avverarsi! Stentavo a crederci! Per finire, con la maschera dell’ossigeno in volo è andata meglio che durante le prove.” Riprendiamo ora da quando Claude Nicollier sale sul velivolo e viene a sedersi spalla contro spalla ad Ilaria. Si scambiano di qualche cortese parola e qualche battuta e poi via: casco, maschera per l’ossigeno e il vetro si chiude sulle loro teste. Decollano. “Quel bonheur eh?” – dice Nicollier alla passeggera, che lo sente e può comunicare con lui. “Pas mal, eh?”: là sotto, il mondo sembra piccolo e l’intero spettacolo, in questa giornata già stupenda di sole, è difficile da esprimere a parole. Di lì a poco, l’astronauta sorprende la passeggera: “prend le contrôle”, le dice…. La cloche (ossia la barra di comando) è davanti a lei. E lei non se lo fa ripetere! “Attention, ne déscends pas trop! C’est très sensible, la cloche!”, le dice dopo qualche istante. “Che emozione, una guida così sensibile, così rapida”, ci dice Ilaria. Un piccolissimo movimento della cloche basta a portare il jet – che in volo toccherà gli 830 km/h (su una velocità massima di 1150 km/h) - a cambiare rotta. Durante i 25 minuti di volo (“passati velocissimi” dirà Ila, e non stentiamo a crederle), la passeggera sarà ai comandi del jet per altre tre brevi volte. Avvicinandosi alla pista di Payerne, Nicollier chiede scherzosamente ad Ilaria se vuole prendere i comandi nella fase di atterraggio. ”Etes-vous bien assuré?” Le risponde lei con impressionante prontezza e senso dello humor. E sicuramente, dietro il casco, ambedue ridono! “E’ un vero gentiluomo” – ci confessa Ila mentre guardiamo le fasi finali del filmato – “Molto modesto, alla buona, una vera grande persona”. Ovviamente sarà Nicollier a posare l’Hunter sulla pista d’atterraggio. Per frenare, lungo la pista, il jet eietterà dalla sua “coda” l’apposito “paracadute”. “C’est tout déjà fini”… dice quasi sconsolata Ilaria, una volta spento il potente motore. Claude le stringe forte la mano. E’ stata davvero brava! Fonte: da un'intervista apparsa sul mensile "Tre Valli", pubblicata qui in versione ridotta. Autore: Mara Zanetti Maestrani, numero novembre 2013, Anno 37, Nr. 341, p.5-6
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