L'intervista con Louise Rigozzi
musicista, ricercatrice delle proprie origini






DALL’AUSTRALIA AD AQUILA, PER CHIUDERE IL CERCHIO

I come from Australia”: “vengo dall’Australia”, ci risponde con un simpatico sorriso Louise bella donna slanciata e dai lunghi capelli biondi, sulla trentina. “In effetti - continua parlando un po’ in inglese, in po’ in italiano – avrei dovuto stare qui solo due giorni. Ora ci sto per sei mesi!”.
Cosa lega Louise alla Valle di Blenio e in particolare ad Aquila, lo scopriamo continuando la simpatica conversazione iniziata un pomeriggio di maggio, casualmente, sull’ampio terrazzo panoramico della capanna Adula del CAS.

Il suo cognome, Rigozzi, è molto frequente ad Aquila. “Sono qui per vivere un po’ dove ha vissuto mio bisnonno, Isidoro Rigozzi – ci racconta – e piano piano, parlando con la gente, sto ricostruendo l’albero genealogico della mia famiglia. E’ molto interessante!”.
Isdoro Rigozzi era nato ad Aquila nel 1855 ed emigrò a Londra nel 1885, a 30 anni. Qui fondò e lavorò in alcuni “Fish restaurants” e si sposò con un’inglese (Louisa) dalla quale ebbe quattro figli. L’ultimogenito era il nonno di Louise (George). Anche il papà di Louise (Aubrey-George) nacque a Londra, così come i tre fratelli maggiori di Louise. La sua famiglia decise poi di emigrare in Australia nel 1962, dove saranno i primi Rigozzi presenti nel grande Continente.

Louise nacque a Sydney. Non contenta della grande città, da una quindicina d’anni si è trasferita assieme ad un fratello (che tra l’altro ha una falegnameria www.Rigozzi.com ) sull’isola della Tasmania, a sud dell’Australia, in un paesino di nome Koonya dove vive qualche centinaio di abitanti (“più piccolo di Aquila!”, dice sorridendo Louise).

La Tasmania è grande più o meno quanto la Svizzera, ma è popolata da solo mezzo milione di abitanti. Dopo le scuole regolari e gli studi in informatica e in musica, ha insegnato per alcuni anni e ora ha deciso di “fare un po’ di pausa”. Tra l’altro, tra il 2002 e il 2003 è stata nell’estremo nord della Norvegia, poco lontano dal Polo Nord ( www.Longyearbyen.net/sun ) dove ha anche realizzato quella che è stata definita la meridiana più a nord del Mondo.

Ad Aquila-Dangio era già stata 12 anni fa per un paio di giorni e quest’anno ha deciso di tornare in Valle proprio conoscere meglio e da vicino i luoghi dove ha vissuto il suo bisnonno. Un mese prima della partenza, si è impegnata nello studio dell’italiano… “Anche se – ammette ridendo – “spesso qui la gente parla dialetto; ma mi piace molto e se riesco, annoto le parole più frequenti o che mi piacciono di più”. “Trovo molto peccato – aggiunge – che le parole conosciute dalle persone anziane vadano perse. Bisognerebbe salvare questo importante patrimonio in una banca dati speciale…”. Il discorso si sposta poi su un aneddoto divertente che, casualmente, è coinciso con il suo arrivo in Svizzera: “quando quest’inverno sono arrivata all’aeroporto di Zurigo – continua a raccontarci – l’addetto alla dogana ha letto varie volte il mio passaporto e mi guardava e riguardava… Infine mi ha chiesto se sono parente della Christa Rigozzi, Miss Svizzera! In effetti, devo ancora scoprirlo…!!! Nel frattempo, proprio recentemente, ho avuto l’occasione di incontrarla a S.Antonino e di parlarle. E’ una persona molto carina e socievole”.

E di persone socievoli e disposte a passare del tempo con lei e ad aiutarla nelle sue ricerche, Louise in Valle ne ha già trovate parecchie: “mi piace la gente di qui – ci confessa – è molto aperta, ti ascolta ed ha piacere a parlarti. E’ una dimensione che ritrovo anche nel mio paesino in Tasmania, ma non con lo stesso calore”. “Inoltre – continua - ammiro molto lo stile di vita qui in Valle: ci si prende ancora il tempo per cucinare bene e, soprattutto, per passare il tempo assieme durante la pausa di mezzogiorno. Mi sono dovuta abituare al fatto che qui i negozi alle 12 chiudono… Ma trovo questo molto bello”. “Poi, proprio come da noi, anche qui alla gente piace stare fuori all’aria aperta, lavorare o passare il tempo libero fuori”.
E così Louise incontra la gente mentre intraprende camminate in Valle, lungo i sentieri, o mentre fa alcune scorribande con la moto o ancora, l’inverno scorso, sulle piste da sci bleniesi, che apprezza molto. “Mi piace scoprire punti di vista diversi, dalle montagne. E scattare foto”. “Mi dispiace solo tanto – ci dice mentre subito le si velano gli occhi azzurri – che mio padre non è mai stato qui e non ha potuto conoscere queste care persone….”.
Il papà, al quale lei era molto affezionata tanto da dedicargli il sito www.Longyearbyen.net/sun, è infatti purtroppo deceduto un anno e mezzo fa. “Certamente la mia famiglia mi manca – ci dice con lo sguardo lucente – e mi mancano anche le spiagge australiane quando anche qui in Valle fa molto caldo. Ma, proprio grazie agli abitanti del posto, trovo sempre qualche cosa di interessante da fare ogni giorno e incontro sempre persone molto aperte che volentieri parlano con me. Ammiro molto le persone anziane, che siedono all’aperto e discutono tra loro o con i passanti, turisti o abitanti”. “E così – dice tornado a sorridere – il mio albero genealogico si arricchisce quasi ogni giorno, è impressionante!”. Nelle grandi città, qui come in Australia, questo tipo di contatti è invece molto più raro. In questo senso, Louise vuole anche ringraziare i suoi parenti bleniesi per il calore e l’amicizia con i quali l’hanno accolta e le hanno offerto un posto dove stare, ad Aquila.

E quando avrai completato il tuo albero genealogico – le chiediamo – cosa farai?”. “Ammesso che riesca a completarlo – risponde sorridendo – dovrei partire in settembre. Cosa farò dopo, ora non lo so. Non faccio mai piani. Mi piace vivere il presente”.

Fonte: mensile "Tre Valli", Anno 31, Luglio/Agosto 2007, Mara Zanetti Maestrani, p.16

Foto: nella prima Christa Rigozzi con Louise; nella foto in b/n: il padre di Louise Aubrey George Rigozzi con in braccio il fratello maggiore di Louise, Gary Hollister Rigozzi, e con il nonno di Louise (padre di suo padre) George Rigozzi, a sua volta figlio di Isidoro che era emigrato.




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