Blenio Café
CANONI D'ACQUA ALLE VALLI?
il gracchio alpino
inserito il: 10.4.2017 15:22
voglio aggiungere:

i politici dovrebbero e devono difendere gli interessi del popolo e non gli interessi dello stato.

Ma forse non sempre si è capito quale è la differenza.
a difendere gli interessi dello Stato (che non sempre è il cittadino!!) ci pensano i funzionari.

Una volta, bevendo un caffè con un alto funzionario e discutendo del più e del meno, facevo la seguente osservazione di visione personale.

Dicevo che, il politico, al giorno che è eletto, dovrebbero far firmare l'elenco oneri (quaderno dei compiti).

il primo articolo dovrebbe essere il seguente: devo fare gli interessi del mio popolo!

Risposta? giusto, solo che tale quaderno è un pezzo che l'abbiamo perso e non lo troviamo più!
il gracchio alpino
inserito il: 10.4.2017 13:55
Un'altra volta...

caro Alfiero; sono i risultati della contro iniziativa all'iniziativa di Frasco, spinta dai vertici politici!

La contro iniziativa è stata una proposta per togliere di mezzo gli iniziativisti, e così chiudere il discorso ed eventualmente contrattare degli accordi di mediazione!

Ed ora teniamoci i risultati.

E poi vedremo; il giorno che le aziende elettriche e le partner werkers arriveranno a giustificare che non guadagnano più abbastanza, sarà l'addio ad ogni forma di risarcimento!

Ed in più; la valle di Blenio è la regione del Ticino che fornisce il maggior quantitativo di acque; di conseguenza è la regione del Ticino dove la corrente al kW è la più cara del Cantone, se non della Svizzera!!

Ai tempi dell'iniziativa, Milione più, milione meno, il territorio della Valle generava un introito di canoni di circa 18Mio all'anno, contro, circa 10 - 12Milioni della Valle Maggia e 12 - 15 Milioni della Leventina (o forse il contrario tra Leventina e Maggia, comunque differenza irrilevante)

Come già detto più volte, se fatto il confronto con altri cantoni, sarebbero stati 18 Milioni ogni anno che arrivava nelle casse comunali! senza contare che ai canoni vanni aggiunti gli altri indennizzi spettanti a comuni e/o patriziati.

Visto pure che il sistema di compensazione intercantonale in vigore fino ad alcuni anni fa, si sapeva che veniva chiuso e veniva adottato il sistema della perequazione finanziaria, ecco che anche qui si sapeva dove si andava a finire!
Fu uno degli spunti mal venduto per far credere che le fusioni avrebbero portato nuova linfa nelle casse, in quanto il vecchio sistema non reggeva più. Ma bravi!! solo che lo Stato ha ed avrà sempre più bisogno di liquidità ed arriverà sempre a giustificare dove tagliare per migliorare i sui conti.
alfiero
inserito il: 7.4.2017 9:22
lascerei perdere il discorso sulle imposte, contonali e comunali, sul reddito e sulla sostanza perché è pane del fisco secondo le leggi esistenti.

Ciò che non ho mai capito è perché i canoni d'acqua vengono attribuiti a cantone e comuni secondo una mera ripartizione basata su criteri soggettivi.

Credo che sarebbe interessante per i nostri comuni, parlo della valle di Blenio, se vi fosse una attribuzione dei canoni secondo 2 criteri: il diritto dei proprietari dell'acqua ossia gli enti pubblici, e il diritto dell'economia locale di cui fa parte la società idroelettrica, in quanto se l'acqua è un valore lo è non solo per il proprietario che la vende ma anche per gli enti locali, la popolazione e la regione che rimane privata di questo valore. (L'azienda idroelettrica perché non considerarla con più rigore parte dell'economia locale a tutti gli effetti?)

Stabilire regole è bene, ma se la società elettrica facesse parte di una (da creare) forte associazione dei commercianti e artigiani della valle ci sarebbe la voce in capitolo necessaria per devolvere una parte dei cosi detti canoni, ad una sponsorizzazione della creazione di aziende e di posti di lavoro.
il gracchio alpino
inserito il: 6.4.2017 12:19
È giustissimo difendere i nostri interessi ed i nostri valori, ma:
ma dove erano i politici al momento della famosa iniziativa di Frasco?

E quanti sono stati i comuni ed enti firmatari locali di detta iniziativa?

Anzi quale e quanta era stata la forza politica a favore della contro iniziativa?

Forse poteva anche non essere la migliore o giusta soluzione, comunque iniziativa combattuta, perciò occasione probabilmente persa.

Ma magari si poteva arrivare ad una soluzione di compromesso del 50% ai comuni e 50% al cantone?

Ulteriore dimostrazione che se non ci si arrangia da soli, nessuno ci pensa

Guardiamo nei cantoni dove i canoni vanno direttamente nelle casse dei comuni, cosa hanno potuto fare ed investire!!
mara
inserito il: 4.4.2017 19:22
Ciao Rolando,
piacere rileggerti! :-) Concordo! Difendiamo le nostre risorse.
Il tema è fonte di discussione, oltre che su questo numero, anche sul prossimo numero della Voce, di aprile.
Buona serata, ciao
Rolando
inserito il: 4.4.2017 18:31
Ho letto con interesse il comunicato delle Ofible, che però mi ha lasciato alquanto perplesso.
C'é un po' di schizzofrenia in quanto dichiarato :

-si parla solo di costi ma non di ricavi, a parte il fatto che ritengono che la vendita dell'energia prodotta sia "da definire buono,

- l'esercizio in questione si é chiuso con minori costi per la produzione (risparmi sul personale ?) che comunque é superiore del 5,8% rispetto alla media pluriennale. Ma questo secondo loro non va ancora bene e già mettono i piedi avanti annunciando un calo delle precipitazioni che ha impedito il riempimento totale del bacino del Luzzone.

- tra i costi ritenuti eccessivi vi é quello per il capitale, che peròda anni non é stato così basso per così tanto tempo, le imposte, che comunque dobbiamo pagare tutti in base al reddito e i canoni d'acqua.

Ritengo improponibile la messa in discussione dell'ammontare dei canoni d'acqua , una delle poche ricchezze che ancora la nostra valle può offrire, quando poi si richiedono dei sussidi sull'idroelettrico che però secondo loro non sono ancora comunque la soluzione .

Non lasciamo svendere quel poco che ci resta !
mara
inserito il: 4.4.2017 10:31
Canoni d'acqua e società idroelettriche, futuro e mercati. Tema complesso. Dalla Regione di oggi a pagina 10.

OFIBLE: "SERVONO NUOVE CONDIZIONI DI MERCATO"
laRegione 4 Apr. 2017

Per ridare competitività all’idroelettrico servono nuove condizioni di mercato e canoni d’acqua flessibili, correlati all’andamento del prezzo di mercato dell’elettricità. È quanto evidenziato in una nota stampa diramata dalle Officine idroelettriche di Blenio (Ofible), a seguito dell’assemblea generale ordinaria, tenutasi negli scorsi giorni. L’esercizio 2015/16 ha chiuso con costi annuali per l’energia prodotta di 37,4 milioni di franchi, 2,4 milioni meno dell’anno precedente. Ai sette azionisti, fra cui anche il Cantone, che ritirano integralmente l’energia prodotta nelle tre centrali idroelettriche dell’Ofible, il kWh è costato 3,9 centesimi. “Un valore che si potrebbe definire buono, ma a fronte dei prezzi che si realizzano sul mercato all’ingrosso non è sufficiente per generare un margine di guadagno”, si evidenzia. “Le condizioni di mercato e in particolare i prezzi all’ingrosso dell’elettricità estremamente bassi causano grosse difficoltà agli impianti idroelettrici svizzeri”, si legge nel comunicato. I risparmi ottenuti sulle posizioni della manutenzione e del personale – prosegue la nota – non bastano per rendere di nuovo concorrenziali gli impianti idroelettrici di Ofible. “Troppo importante il carico degli oneri dovuti a canoni d’acqua, costi del capitale, ammortamenti e imposte, che anche nell’esercizio trascorso hanno comportato circa l’80 % dei costi di produzione di Ofible”. Inoltre è imminente la decisione del Gran Consiglio per il risanamento dei corsi d’acqua, “che, con ogni probabilità, comporterà un aumento dei deflussi minimi, penalizzando ulteriormente le centrali dell’Ofible che produrranno meno”. Infine, nel comunicato, Ofible fa notare come sussidi a favore dell’idroelettrico – previsti nell’ambito della strategia energetica 2050 – possano essere d’aiuto ma non la soluzione. Nell’anno 2015/16 la produzione netta di Ofible è stata di 945,7 Gwh, superiore del 5,8% rispetto alla media pluriennale. Le precipitazioni nel corso dell’anno sono state nettamente inferiori (-20%) alla media pluriennale, il che ha impedito il pieno riempimento del bacino di accumulazione del Luzzone.
daniele
inserito il: 7.7.2009 15:27
Buona giornata,
ottime le riflessioni di Tarcisio.
I calcoli sono questi! (milione più, milione meno)
Riconfermo e vi rimando ai miei precedenti scritti del 2 giugno e del 11 maggio 2008.

Possibile che le povere periferie (e si potrebbe dire periferie delle periferie!) devono proprio svendere quel poco che resta?
E poi... ora per spinte della Grande Europa... e la voglia di far evadere i sui popoli, dobbiamo svendere anche quel poco di territorio per farne un Parco e riserva indiana??

Visto che a chi stà al di fuori interessano e servono le nostre risorse, vendiamole, se necessario, almeno al prezzo giusto!

Uno più uno fa due; due più due fa.. eccetera. Da noi la cifra base sembra essere sempre zero; che puoi assommare, moltipicare come vuoi ma il risultato è sempre il medesimo.

Buoni calcoli
Moderatrici
inserito il: 7.7.2009 5:23
Salve a tutti,
con un po' di ritardo, ma visto l'interesse lo segnaliamo comunque, a chi lo avesse perso.

Si tratta di un interessante articolo di Tarcisio Cima pubblicato sul numero di maggio del mensile "Voce di Blenio". Vale la pensa dargli una lettura...

www.vocediblenio.ch/articoli/pdf/articolo_22.pdf

Buona notte!
mara
inserito il: 3.7.2008 16:44
Canoni d’acqua, è svolta?
Da un articolo apparso il 27 giugno scorso, p.13, su CdT a firma AC:

"L’iniziativa per una diversa di­stribuzione dei canoni d’acqua lan­ciata dal Comune di Frasco nel 2004, che chiedeva di assegnare i diritti dello sfruttamento idroelet­trico di fiumi e laghi ticinesi, da sempre interamente incassati dal Cantone, nella misura del 65% ai Comuni, del 5% ai Patriziati e del 30% al Cantone, è a un giro di vol­ta. Il Gruppo di sostegno dell’ini­ziativa rende noto che «qualora la proposta di revisione della legge sulla perequazione intercomuna­l­e che il Governo presenterà al Gran Consiglio, terrà conto delle esigen­ze espresse dagli iniziativisti, i pro­motori sono disposti al ritiro del­l’iniziativa».
In 4 anni di di­scussioni, il Consiglio di Stato è in effetti venuto incontro alle riven­dicazioni dei Comuni interessati (sono 59 quelli che avevano firma­t­o l’iniziativa con la firma di altri 90 Patriziati), tanto che il progetto di perequazione intercomunale è in­teso com­e controprogetto indiret­to all’iniziativa.
In sostanza, la riforma prevede un aumento del contributo della lo­c­alizzazione geografica da 5,6 a ol­tre 10 milioni di franchi. I Comuni iniziativisti ritengono che «le proposte del Governo sono co­struttive e vanno nella giusta dire­zione, tenendo conto del principio fondamentale proposto dall’ini­ziativa che chiede di riconoscere il valore del territorio. L’organismo, in particolare, ritiene che «l’impor­to att­ribuito alla localizzazione geo­grafica deve comunque essere le­gato a una percentuale dei proven­ti derivati dai canoni d’acqua e un apposito fondo annuale dovrà es­sere costituito». Inoltre, «per ri­spondere in maniera adeguata agli obiettivi dell’iniziativa lanciata dai Comuni, peraltro ampiamente condivisi dal Governo, occorrono almeno 15 milioni di franchi an­nui, pari al 40% del provento attua­le dei canoni d’acqua, cifra che co­r­risponde comunque alla metà di quanto richiesto in origine con l’iniziativa». Si ricorda che il 24 giugno scorso a li­vello federale la "Commissione energia" degli Stati ha depositato un’iniziativa parla­mentare per chiedere l’aumento del canone massimo. Ebbene: «un aumento dell’aliquota massima da 80 a 100 franchi per kilowatt - sostengono gli iniziativisti - si­gnif­ica per il Cantone Ticino la pos­sibilità di ricavare circa 50 milioni di franchi annui». Sempre secon­do gli iniziativisti non dovranno in ogni caso essere «dimenticati» i Pa­triziati. A tal fine la Legge sulla pe­requazione intercomunale dovrà contenere il principio secondo il quale «il Comune beneficiario del­la localizzazione geografica potrà attribuire un contributo al Patrizia­to operante sul suo territorio, sul­la base di un preciso mandato di prestazione».
CANONI D'ACQUA ALLE VALLI?
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