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Blenio Café
CAMPO BLENIO E NARA, QUAL
FUTURO?
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fabio
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am: 3.9.2008 21:58 |
Da parte mia personale e nostra ossia del Nara, non siamo stati informati di nessuna decisione presa, l'ha pure ribadito stamattina Coduri alla radio l'unica info trapelata è quella del CdT, la nostra società ha informato tutti su come è la situazione, Bottini l'ha ancora confermato oggi, la stagione 2008/2009 è assicurata: il Nara ha tutte le carte in regola, poi vedremo. Il Nara, situato oltre i 1500 m/sm, non ha bisogno di un innevamento artificiale per garantire il futuro, ma ha bisogno solo di soldi per le manutenzioni ordinarie, la gestione e per le spese normali per gestire una stazione del genere d'estate e d'inverno. Per 6 anni consecutivi questo onere è stato offerto dagli Amici del Nara ossia da tutti voi che ci sostenete e che vi ringraziamo.
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Richi
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am: 3.9.2008 19:43 |
...sì, però se ai Comuni di valle arrivano le briciole e poi il Cantone chiede... pagnotte e pagnotte (40 mio, vedi notizie di oggi)...beh, non so dove andremo a finire... sicuramente per le Valli non è la strada buona... Certo, poi magari in certi progetti/investimenti nelle valli si è a suo tempo un po' esagerato...
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marcello
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am: 3.9.2008 19:08 |
Richi, non ti stupire se la storia dei canoni fa fatica a passare, l'ufficio RTV a suo tempo ha espresso parere negativo in merito all'iniziativa di Frasco... tutto dire! Comunque qualche cosa si sta muovendo, forse una qualche briciola...
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Richi
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am: 3.9.2008 18:06 |
E ancora... :-) Forse forse, visto che il Cantone ha affidato a questa società (proprio...) grigionese l'esame delle varie stazioni da sci del Ticino (comunque gestite da società e non dal Cantone stesso), magari... già che c'era..., poteva chiedere anche qualche consiglio o esempio a carattere legislativo, dato che nei Grigioni, notoriamente, i Comuni godono di maggior autonomia finanziaria... In fondo in fondo, le conclusioni del rapporto della società grigionese non dicono nulla di nuovo... Speriamo solo che, a questo punto, non si faccia un altro studio sullo studio dello studio... :-) ...invece spesso è proprio guardando e "copiando" da chi è migliore di noi, che si impara qualcosa di utile... Come nello sport, così in tante altre cose... Buona giornata a tutti, Richi
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Richi
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am: 3.9.2008 17:46 |
Frapolli ora alla RSI ha citato i canoni d'acqua, quale mezzo di (auto)finanziamento delle vallate ticinesi, e quindi di aiuto anche alle stazioni da sci... chissà perché il messaggio (eppur logico...) fa così tanta fatica a passare... ;-)
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Richi
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am: 2.9.2008 17:56 |
Salve a tutti, domani alle 11 alla RSI parlano delle stazioni da sci. Ora sappiamo quanto ha bisogno il Nara per sopravvivere... La questione non è facile, credo nemmeno per il Cantone...
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daniele
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am: 22.8.2008 21:15 |
Senza fare troppi calcoli; cosa si dovrebbe dare ad ogni singola stazione per stare in piedi. Eseguendo una gestione migliore e professionale; gestione finanziaria, tecnica e di conduzione e marketing si avrebbero le seguenti cifre indicative, come perdita stagionale. Attenzione agli investimenti a corto termine (macchine eccetera) ed alla produzione di neve programmata che oltre al costo iniziale d'investimento medio di ca 600'000 a 900'000 Fr. per chilometro lineare di piste comporta un costo di produzione indicativo tra 2 e 4 Fr. al metro cubo (quindi superficie sciabile per altezza della coltre per x volte a stagione, i calcoli sono subito fatti). Poi resta il problema temperature. Airolo 700'000 Carì 100/150'000 Bosco 200'000 Nara 100/150'000 Campo 50'000 Cardada è un caso diverso perche funziona d'estate e d'inverno gli sci lift girano (quando girano) grazie a volontariato ed i pezzi di ricambio li ricevono da Zermatt a gratis compresa la manutenzione e che incide molto è il costo della teleferica (società separata). Tutte le altre piccole s'arrangiano; eventualmente aiutare quando necessita investire qualcosa, esempio: rinnovi, revisioni di un certo impegno eccetera. Ad esempio, Cioss Prato ci vive parzialmente una giovane famiglia. La stazione a più alto rischio finanziario è ed è sempre stata Airolo, viceversa la stazione a minor rischio è Campo e prima della conclusione dello studio Ire, tale stazione doveva essere inserita e giustificata come interesse di carattere pubblico, cioé stadio sciistico di educazione dell'infanzia ticinese. Quanti hanno imparato a sciare a Campo e poi si sono trasferiti in altri siti!! Lo dicevo molto prima che tale studio fosse stato concluso, sapendo in anticipo dei contenuti dello stesso. Tali importi servono a coprire i buchi di gestione ed equilibrerebbero l'esercizio tra le stagioni buone e le stagioni cattive. Pur azzerando tutti i costi d'investimento, fra qualche anno la situazione è la medesima, il risultato di gestione corrente non cambia. Ora attendiamo lo studio grigionese! E a sapere quanto è costato. Soluzioni? O si mette regolarmente la grana (chi?) o si trova o si crea qualcos'altro che permette di incassare, facendo gli utili esposti che devono andare a favore della gestione. Soluzione per la produzione di neve: calcolando che il maggior incasso degli impianti visto che la neve è garantita, copre tra il 30 ed il 50% dei costi di produzione, il resto deve essere finanziato da chi usufruisce della ricaduta finanziaria garzie alla presenza degli sciatori; alberghi, ristoranti, negozi, enti pubblici con l'incasso delle tasse di soggiorno degli ospiti eccetera... (ci sono gli alberghi e gli altri che usufruiscono di tali ricadute e possono permettersi di foraggiare??) Quindi qualsiasi progetto o idea che servirebbe a quanto sopra citato è da attendere come benvenuto. Come ho già detto la quasi totalità delle stazioni svizzere che pareggiano i loro conti è perché incassano con un concetto di gestione allargata non solo gli abbonamenti e la ristorazione di quota. Ed in più da noi c'é la Ticino Card che ci aiuta a perdere o quantomeno a incassare meno. Mi fermo qui! Sciistici saluti P.S. la stagione si avvicina...
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marcello
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am: 22.8.2008 18:56 |
Interessante e molto stuzzicante l'idea, ma altrettanto difficile da mettere in pratica, una vera sfida! Dove dimostrare la tanto decantata unità d'intenti da parte delle autorità politiche locali, questo per spianare la strada ai privati intenzionati ad investire, una soluzione potrebbe essere una nuova aggregazione con un unico comune per la valle, tuttavia non possiamo pretendere, come mi sembra sia ultimamente un po' il caso che l'ente pubblico sia in grado di promuovere ed assumersi gli oneri per cose esistenti o nuovi progetti di rilancio.
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alfiero
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am: 22.8.2008 3:50 |
Ciao Marcello, se l'idea fosse mia ne sarei orgoglioso. Sono invece miei questi piccoli commenti. Ma questa è la valle del sole! E poi cosa farne della massa vegetale prodotta sul nostro territorio? Non conosco la tecnica di trasformazione di queste fonti energetiche in energia utilizzabile, sta di fatto che innovare dobbiamo anche noi. La Valle di Blenio è troppo piccola per dividerla in tanti progetti quanti sono i settori di attività o le realizzazioni possibili, e poi il prezzo del petrolio tirerà verso l'alto anche il prezzo dell'energia elettrica, produrre anergia alternativa in loco potrebbe essere un risparmio ma anche un argomento pubblicitario, chi altro proporrebbe, un bagno termale, un salita in sci lift, un riscaldamento invernale, un soggiorno in ospedale, una degenza in casa anziani, un bagno in piscina riscaldata, una vacanza salutare "ad energia rinnovabile" prodotta in loco? E già che ci siamo perché non vendere gli esuberi di energia? Ma accanto alla produzione di energia pulita e alla sua applicazione c'è un grande impiego di conoscenze scentifiche, una grande ricerca possibile, una necessità di persone altamente specializzate, di contatti proficui, e quindi si sviluppa una certa attrattività ed allora perché non rinnovare il Nara, Campo Blenio e Campra, o non fare le Terme o non sviluppare l'ospedale e la casa anziani che possono approfittare reciprocamente delle conoscenze di punta? E quindi perché non farlo con un unico procedimento integrato?
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daniele
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am: 22.8.2008 2:16 |
... scusate la dimenticanza. Nel 2002 (pubblicato ad inizio 2003) l'associazione Svizzera delle imprese di trasporto (di cui sono pure membro dei quadri e siedo in alcune commissioni), ha redatto un rapporto dal titolo: "Les remontées mecaniques en Suisse, quel avenir?" Seguono poi gli studi sul cambiamento climatico e le varie sfide per il settore, il cui riassunto è pure stato esposto durante l'assemblea generale FUS di Wattwil il 25 ottobre 2007. Quanto esposto tanto per ridire; per l'acqua calda ci ha già pensato qualcun'altro tanto tempo fà. Quindi è da ritenere assolutamente inutile sprecare ancora tempo a studiare e pensare, se si vuole continuare necessita solo agire sapendo cosa fare e trovare i mezzi necessari. Chi conosce i contenuti? E chi era presente all'assemblea? Se qualcuno è interessato a conoscere tali contenuti, passi pure dal sottoscritto (spero non in troppi??!!) Ri..buonanotte
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