Blenio Café
PARC ADULA
marcello
inserito il: 16.3.2012 5:50
Evidentemente non vuoi capire il mio messaggio caro Fiordaliso, io non sto diffondendo panico, e non ho nemmeno detto di essere contrario all'articolo citato, personalmente ho sempre preferito sacrificare in primis l'utilitarismo, anteponendo sempre il lato estetico, anche a costi maggiori, nel senso di un inserimento consono al paesaggio, alla cultura e al rispetto di tutto quanto ci circonda.
Detto questo, ribadisco di nuovo quanto detto nel mio precedente post, se questo articolo dovesse essere accettato, i comuni interessati dovranno gioco forza rivedere i loro piani regolatori, e già possiamo immaginare le conseguenze p. esempio in caso di riattazione di stabili esistenti, che dovranno rispettare determinati criteri, che ancora non si conoscono, ma che facilmente possiamo immaginare di che genere saranno e da chi saranno dettati.
Fiordaliso
inserito il: 16.3.2012 13:33
Scusatemi... forse non capisco... o forse non gradisco esser preso per scemo... con cose mezze dette, o scritte, per far intendere.

Sono le parole usate e come vengono usate a creare disinformazione: “dovranno gioco forza" è come dire che i comuni saranno costretti... e questo non sta scritto da nessuna parte.

Per quello che si legge nella documentazione esistente se i comuni vorranno modificare i loro piani regolatori, nei parametri democratici delle loro funzioni, lo potranno fare... esattamente nello stesso modo in cui, se lo volessero, lo possono già fare ora.

Sono e saranno i cittadini di Blenio a decidere se prediligere “l'utilitarismo” o “l'estetica”...
marcello
inserito il: 16.3.2012 17:15
Non mi sembra che ti sto facendo passare per scemo, se questa è la tua impressione ti chiedo scusa.
Vogliamo sgomberare il campo dai dubbi?
Nell'ottica di un ipotetico parco, invitiamo i municipi di Blenio, Acquarossa e Serravalle a sottoporre i loro Piani Regolatori attualmente in vigore, agli uffici federali preposti che dovranno approvare la famosa charta.
Fiordaliso
inserito il: 1.4.2012 23:46
Se aiutasse a sgombrare ogni dubbio, benvenga ... che i comuni sottoponganono i loro piani regolatori alle autorità competenti.

... però .... nel frattempo ...

mi son preso un po di tempo per approfondire il quesito proposto da Marcello. Ho avuto modo di scartoffiare virtualmente tra quanto trovo in rete: sia sul sito di Parc Adula che su quello della Confederazione. Ebbene, in relazione alla zona periferica non trovo da nessuna parte alcun riferimento ad un obbligo da parte dei comuni a ridiscutere i loro piani regolatori e da nessuna parte sta scritto che i comuni perdono autorità riguardo la definizione di questi piani regolatori. Chiaramente potrei aver svisto un importante dettaglio ed invito gli altri lettori (Marcello per primo) a correggere o completare quanto scritto sopra.

Per contro trovo ampia documentazione che comprova l'iter del progetto (ormai 12 anni) nelle sue diverse tappe: dallo studio di fattibilità alla fase di istituzione.

Vale la pena menzionare che verso la fine del 2010 le autorità federali hanno conferito il titolo di "Candidato parco nazionale" al progetto Parc Adula (e con esso un conspicuo budget) ritenendo quindi il territorio idoneo allo scopo proposto. Va da se che le autorità federali già considerano il territorio in questione ben gestito ed in linea con i parametri richiesti.

Dalla lettura dei documenti emerge anche (cosa che mi sembra utile sottolineare perchè spesso io stesso ho inteso il contrario e frequentemente sentito dire la frase: "un'imposizione da Berna") che il progetto Parc Adula venne proposto da persone che vivono ed operano sul territorio (nostri convallerani) e poi sviluppato e finanziato dalle regioni e dai comuni compresi nel territorio del futuro parco (per cui con l'approvazione dei rispettivi consigli comunali e municipi) ... Parc Adula non è un'imposizione calata dall'alto ma un progetto proposto da persone che vivono ed operano in questa regione.

Non sono nato ieri neppure io (non ho tutta l'esperienza e la saggezza di Alfiero ... ma neanche poi così lontano ... e qualche acciacco me lo trascino purtroppo pure io) per cui, come Marcello, penso anche io che l'istituzione di un parco cambierà il modo in cui ci si relazionerà al territorio (e questo anche attraverso la ridiscussione dei piani regolatori) ... ma i piani regolatori si ridiscuteranno non perchè ce lo impone Berna ma perchè le comunità coinvolte decideranno direttamente o tramite i loro consigli comunali e municipi di volta in volta nell'interesse collettivo.

Personalmente dico: "benvenga questo tipo di federalismo" - molto diverso da quello che abbiamo subito recentemente con il referendum che mette un tetto del 20% alle abitazioni secondarie (con rammarico dico: avremmo noi tutti dovuto fare di più per impedirlo). Ma nel caso di Parc Adula sono persone tra di noi ad averlo proposto, siamo noi (comuni e regioni) ad averlo sostenuto finanziariamente nelle sue fasi iniziali, saranno i cittadini di tutti i comuni interessati a decidere se questo progetto diverrà un vero parco o no ... e se lo diventasse saranno sempre i cittadini dei comuni a decidere ogni 10 anni (anche questo sta scritto) se è nel loro interesse continuare questo esperimento.

In somma: democrazia.
lo scriba montano
inserito il: 4.5.2012 15:19
Grazie Signor Weber, grazie Pro Natura che l'ha strettamente appoggiato, grazie cittadini (di città)...

I nostri amici valmaggesi hanno avuto il coraggio di esprimersi e prendere posizione.
Giusto!! e poi noi dovremmo dare il nostro territorio in pasto a chi silura le uniche possibilità di sviluppo e sopravivenza delle nostre regioni periferiche, e vogliono dettar legge su come e cosa fare e cosa non fare!
Ma poi sti cittadini, sono almeno capaci di accendere un caminetto?

Sarebbe ora ed il momento opportuno che tale decisione la prendessero in tanti. Magari potrebbe servire almeno a far chiarezza ed a smuovere le acque.

Ulteriore dimostrazione, dopo l'iniziativa sui canoni d'acqua, che i nostri amici della valle Maggia hanno la capacità di mettere fuori il naso e farsi sentire. Esempi da seguire, se si vuole almeno provare ad ottenere qualcosa.
marcello
inserito il: 6.5.2012 17:51
Al di là di condividere o meno le idee e le iniziative di Pro Natura, occorre pur dire che i responsabili del progetto Parc Adula hanno rifiutato le proposte di questa associazione, che consistevano nell'appropriarsi di determinate zone, vincolando le stesse alle loro volontà integraliste, rifiutando nel contempo anche il contributo di 1MIO.
marcello
inserito il: 20.5.2012 1:21
Programma attività Associazione ParcAdula 2012.

19 Manifestazioni! comprendenti gite di svariato tipo ai fini di scoprire le caratteristiche delle zone coinvolte nel progetto.

www.parcadula.ch/i_page_118_11.html

Ancora, e per l'ennesima volta, le Società Alpinistiche locali, appartenenti alla Federazione Alpinistica Ticinese sono state escluse, nessun coinvolgimento! Come se non esistessero...

Un nuovo ed ennesimo passo nella direzione sbagliata.
Gina
inserito il: 22.5.2012 18:44
Purtroppo ho avuto poco tempo ultimamente per seguire il Blenio Caffè e dire la mia...
Ma ho visto che si è tornato a discutere su Parc Adula, con domande anche molto puntuali. Non so se tutti sanno che l'associazione Parc Adula organizza dei "pranzi in fattoria" per incontrare la popolazione, di cui uno questa domenica a Campo Blenio. Sicuramente un'occasione per eventualmente avere una qualche risposta...
www.parcadula.ch/downloads/Parc-Adula-fattoria-ble...
Bisogna iscriversi entro domani.
marcello
inserito il: 23.5.2012 2:58
Concordo su quanto scrive Richi, le capanne saranno il vero valore aggiunto del parco, in grado di creare indotto anche nella zona periferica, ma solo se saranno stare al passo e di adeguarsi alle nuove realtà, innanzitutto pensando ad un aumento dei pernottamenti, su questo tema i proprietari attendono dei dati con una certa urgenza da parte dei promotori, occorre poi pensare alle scuole, agli studiosi che vorranno intraprendere dei programmi di ricerca.

Perché non ipotizzare degli accordi con gli atenei interessati? Per queste nuova tipologia di ospiti le capanne dovranno adeguarsi, dovranno avere degli spazi supplementari, soprattutto in caso di cattivo tempo.

Qui di seguito alcune cifre riferite al 2011:
Capanna Terri: posti letto 110, pernottamenti 5539
Capanna Motterascio: posti letto 70, pernottamenti 3226
Capanna Scaletta: posti letto 56, pernottamenti 2397

Considerando la stagione di 90 giorni si ottengono le seguenti % di occupazione:

Terri 56%, Motterascio 51%, Scaletta 48%

Queste percentuali potrebbero far pensare a delle riserve di ricettività, ma la realtà è ben diversa, il grosso dei pernottamenti si registrano durante i week end, e già ora i gerenti si vedono costretti a respingere richieste supplementari.

Ma al di sopra di tutto ciò, occorre dare una risposta alla domanda posta da Maru, che riformulo:

Esiste dal punto di vista ecologico una capacità massima ricettiva senza la messa in pericolo dei delicati equilibri naturali? Se sì, quale potrebbe essere il numero massimo accettabile?
A questa domanda Pro Natura non è stata in grado di rispondere, la giriamo ai promotori.
alfiero
inserito il: 23.5.2012 16:32
Marcello, credo che fai bene a guidare queste considerazioni perché in fondo è dove c’è maggior bisogno di chiarezza, da un lato ci si scaglia contro le abitazioni secondarie, senza tuttavia spiegare che male fanno i nostri ospiti nei loro alloggi di montagna, dall’altra si esalta l’indotto economico del parco senza spiegare se la massa di escursionisti sulle nostre montagne ha una capacità di convivenza, seppur di pochi giorni con il territorio montano nostro. Forse non capisco tutto , ma non è che vorremmo far sparire chi di montagna se ne intende per sostituirli con chi della montagna ha solo sentito parlare e magari ammirando il Sosto pensa che anche in valle di Blenio c’è una piramide di Egitto?
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