Blenio Café
PARC ADULA
Rasputin
inserito il: 30.4.2015 19:15
Complimenti alla Società Agricola Bleniese e Unione Contadini Ticinese.

Il contenuto dell’intervento inerente i predatori, espone chiaramente la situazione e le misure che si DEVONO PRENDERE.

Forza!! Fate campagna e preparatevi per la votazione del PA dell’anno prossimo con un chiaro NO.
Altrimenti NON SARETE PIÙ PADRONI DEL VOSTRO TERRITORIO !!
Sarete sottomessi a regolamenti assurdi ed in pochi anni sarete sommersi dai predatori (anche in senso lato).
Sempre che la votazione arrivi e, non ri ri venga ri ri spedita al mittente la proposta di Charta inoltrata alle istanze federali (rechauffeurs des chaises), come finora successo e solo parzialmente detto !!
Quello che succederà in futuro, se arriva il parco, altri ed in altre nazioni l’hanno già sperimentato, anche se qualcuno vuole asserire il contrario.
Anzi alcuni di questi, alfine di confondere le idee a chi eventualmente non le ha ancora del tutto chiare, e far credere lucciole per lanterne, fa confronti ed esempi con altri parchi (tipo parchi regionali) che con le direttive di parco nazionale non hanno niente a che fare.
Sono il classico esempio di burro uguale alla ferrovia !!
Non lasciatevi e non lasciamoci ingannare da proposte e promesse fasulle !!
marisa
inserito il: 3.5.2015 15:08
Difendere e cautelarsi da quel che succede con questo mega progetto idealistico, è un dovere; c'è un investimento milionario che pubblicizza il territorio come "Parc Adula", sembra cosa fatta. Manca solo un firma per il passaggio di proprietà... , si parla di un territorio che viene utilizzato a scopo agricolo, e da un turismo escursionistico, capanne ecc il tutto funzionale.
Quale scopo può portare noi vallerani, a credere che la manna cada dal cielo...
In tempi di pochezza per il popolo, il nostro territorio ci ha dato e ci darà modo di vivere dignitosamente, quale scopo si cela dietro a tutto questo sperpero di danaro, parlare di 6 o 10 milioni come fossero noccioline, qui traspare il potere del soldo.
I Parchi potranno anche dare profitti, ma già da sola la meteo e il nemico dello sviluppo, solo per portare una banalissima riflessione ...
Io mi son chiesta e non posso fare altrimenti quali interessi ci siano a monte di tutto questo; in quanto un piccolo dettaglio leggo su tio e pubblico questo "Visita del Onorevole Vitta ..."

E non è un caso che Vitta abbia fatto visita proprio alla Valle di Blenio in quanto, proprio qui, l’agricoltura, in netta controtendenza con il resto del Ticino, svolge ancora una funzione importante sia a livello di posti di lavoro (circa il 20% della popolazione attiva in Valle di Blenio è occupata nel settore agricolo) che di peso economico e di gestione del territorio.
alfiero
inserito il: 3.5.2015 22:38
Secondo me il tempo per i commenti che hanno come scopo di neutralizzare le opinioni dei “non d’accordo con noi” è ormai terminato se intendiamo definire ciò che da un parco vogliamo e confrontarlo con ciò che un parco effettivamente può dare al netto degli inconvenienti che porta.

Chiaro che non per tutti è la stessa cosa: per Berna realizzare un parco rappresenta un atto dovuto relativo alla sua immagine verde (interesse nazionale dei parchi) di fronte al mondo. Così dicasi per Zurigo, che cerca di equilibrare la sua immagine di città industriale, per forza di cose inquinante, utilizzando la montagna per generare la dimostrazione di una certa sensibilità ecologica, di fronte alla Svizzera intera. L’abbiamo constatato anche in occasione della votazione sulle abitazioni secondarie. Per Lugano potrebbe essere il giardino, indipendentemente dalla qualità dell’impatto con la realtà locale. Per la popolazione del parco, invece, un parco deve essere la possibilità di convivenza fra questo e la ragioni di essere di una regione di montagna abitata, (per la quale la scelta odierna è: gestione del territorio ancora più verde oppure più popolazione) che si accinge ad aprire le proprie porte ad un ripopolamento, perché questo è il vero problema, ci chiediamo se il Cantone Ticino intende veramente dare alle valli il suo consenso per una promozione demografica e capire la compatibilità o meno fra la logica di un parco e la logica di un utilizzo del territorio più conforme al ripopolamento e alla creazioni di spazi lavorativi nonché di infrastrutture che la popolazione aumentata richiede. Se penso al successo delle porte aperte al caseificio e azienda agricola ad Aquila ieri e oggi percepisco l’importanza delle cose che abbiamo e penso che ci si possa chiedere come mai si accetta di inserire nella zona nucleo il prealpe di Garzotto “solo” perché l’ordinanza prevede che una percentuale della superficie del nucleo debba essere sotto il limite superiore del bosco, limite, tra l’altro, non fissato, ma dinamico e dipendente da fattori diversi. Altro potremmo aggiungere che mentre la Mesolcina ha fatto del fondovalle, escluso dal parco, un fattore di produzione industriale sostenibile, per il fondovalle bleniese si delinea ben altra previsione di utilizzo. E sono solo esempi che devono spronarci a compiere un salto di qualità nel dibattito.

Dobbiamo dibattere i dettagli, i cambiamenti e le implicazioni pratiche che un si o un no al parco comportano. Dobbiamo evitare che un discorso ideologizzato e vago porti ad un accettazione non sufficientemente ragionata del parco poiché a far funzionare il parco non bastano i sussidi iniziali erogati, da ripartire su un territorio vasto e numerosi comuni, ma ci vuole una realtà locale dinamica. Non tutte le nostre energie possono essere investite nel parco, v’è tant’altro all’orizzonte in questo momento ad offrirci opportunità. Il parco, anche se detto di nuova generazione, si avvale soprattutto di criteri inibitivi che non sempre coincidono con il progresso sostenibile, perché solo l’assunzione di impegni da parte della popolazione locale motivata sarà garante del futuro auspicato per il parco.

Arriva a fagiolo, per far riflettere, il caso della torre di Wals, (sono curioso di capire l’atteggiamento dell’autorità del parco e dei vari movimenti verdi) che da una parte mi lascia molto perplesso ma dall’altra parte lo ritengo significativo di una cultura alpina, di gusti e di criteri estetici riguardanti il paesaggio, che cambiano e che il parco ancora non include nei suoi intendimenti che reputa benefici per il futuro, quindi inibisce a suo piacimento, ma che però non sono una singola opinione personale, tutt’altro, sono autorevolmente condivisi, se non erro, in un altra valle del Grigioni qualcosa di simile o comunque estraneo alla tradizionale architettura, era ritenuto proponibile da architetti prestigiosi, oppure il palazzo a forma di fungo delle FFS a Pollegio, di mole ed estetica, per il luogo, inabituale, ha superato gli autorevoli esami paesaggistici del caso, quindi qualcosa cambia. Arreca davvero danno all’ambiente la torre di Wals? Dato che il numero di persone presenti sul territorio svizzero, con o senza torre non cambia? Chi dorme 3 notti in un 5 stelle di Wals inquina davvero di più di chi dorme 3 notti in un 5 stelle di Zurigo? Questa pratica centralizzatrice è ecologicamente sostenibile? Oppure sarebbe meglio distribuire di più le persone sul territorio? Magari in edifici alti per risparmiare terreno?

Uno spunto per il dibattito potrebbe essere il seguente: l’ordinanza sui parchi prevede e promette sviluppo economico, ma nel nostro caso non può essere affidato ad una previsione di consistente aumento della frequenza di escursionisti sulle nostre montagne durante i soli mesi estivi, dovrebbe quindi essere dato da una movimentazione del fondovalle, il che sembra essere abbastanza lasciato al caso, visto che non vengono proposte iniziative realizzabili più facilmente in presenza del parco. Si era parlato addirittura della porta bleniese del parco da fare in alta montagna che rimarrebbe chiusa o semichiusa diversi mesi all’anno.

C’è quindi molto ancora, purtroppo, da discutere, (ancora non si sa chi deve condurre il dibattito) in un lasso di tempo insufficiente per fare le cose per bene.
maru
inserito il: 10.5.2015 9:13
Ciao Alfiero, ciao a tutti!

non è tanto il tempo che manca per discutere, ma è il materiale
concreto sul quale potersi chinare, studiare, analizzare che manca (la famosa Charta). Diventa quindi difficile per noi bleniesi potersi esprime con cognizione di causa.

Inoltre non esiste un gruppo di riferimento organizzato critico al Parco (se esiste, io non ne sono a conoscenza!), quindi sono sempre interventi isolati, che si perdono in mezzo ai prospetti patinati e pieni di bellissime fotografie distribuite dal team del Parco.

E' come una lotta impari...

Spero proprio che al momento della pubblicazione della Charta avremo tutto il tempo necessario per studiarla, per fare domande ed ottenere risposte concrete... e che tutti noi bleniesi (e i nostri amici grigionesi) prenderemo un po' del nostro tempo per analizzare a fondo quanto proposto....

Spero anche che quando poi esprimeremo pubblicamente la nostra opinione (organizzata in un gruppo, oppure da semplice cittadino) non verremo additati come disfattisti e i soliti vallerani chiusi su se stessi!

Queste sono le mie speranze....
alfiero
inserito il: 25.5.2015 10:53
Ciao Maru, e ciao tutti,

Quando alla radio o alla TV si commentano i risultati delle votazioni, ad avere la colpa del si o del no, dagli uni gradito e dagli altri sgradito, sono spesso i mezzi usati per far valere le rispettive ragioni: Gli altri raccontano bugie e la vedono sbagliata oppure gli altri hanno investito troppi mezzi e non sembra quindi tutto corretto.

Per ammagliare la popolazione l'autorità del parco (mi piace chiamarla così perché si parla cosi tanto del parco come se già esistesse, che sarebbe difficile non vederci a capo un'autorità) sbandiera l'arrivo di tanti milioni da parte di chi? dei contribuenti certamente, ma non ci sono alcune decine di migliaia di fr. perché l'una e l'altra sponda del dibattito abbiamo uguale sostegno finanziario pubblico, oppure smettiamo di criticare chi a livello cantonale e federale sostiene il suo parere con finanziamenti non bene accetti da tutti.

Quanto al tempo disponibile secondo me è già tardi, (non sarà cosi facile in 2 mesi capire, esprimere la propria opinione , correggere e far approvare le correzioni dalle varie istanze) perché il minimo che si poteva fare era sentire di più la gente per poter fare una carte adeguata ai desideri della gente.

La speranza che anche i contrari siano considerati cittadini corretti amanti del territorio e della crescita della valle, come gli altri. io non ce l'ho più. Vedo, però, che il Moesano vuole posti di lavoro e costruisce, la Leventina progetta e progredisce, noi volgiamo santificare il parco che proibisce.

Cos'è la valle di Blenio? secondo me, prima di tutto è un grande bosco con una percentuale di territorio costruito irrisoria insufficiente a soddisfare i canoni moderni di una residenzialità ottimale. Poi è un territorio che racconta la storia di una cultura ambientale ideale che non va sostituita col rispetto del territorio imposto. Poi, se vogliamo, è anche una porzione di territorio cantonale che patisce il credo di una presunta ma inesistente necessità di esasperare il già ottimo rispetto del territorio.

Il popolo deciderà, ma intanto si rispetti in buon ordine, il diritto al dibattito.
Moderatrici
inserito il: 1.6.2015 10:03
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alfiero
inserito il: 3.6.2015 18:13
Domanda:
Qualche indicazione più dettagliata circa la possibilità di non rinnovare la concessione da parte dei comuni potrebbe servire;
> Avantutto non sarà ragionevole e probabilmente anche non permesso che singoli comuni si tirino in dietro. Immaginiamo il parco a macchia di leopardo che ne risulterebbe, ... un parco senza il comune di Blenio ad esempio .......
> Poi, chi metterebbe il tutto nella situazione preparco?
> le strutture create in questi 10 anni a chi appartengono?
> i comuni che rinunciano, in compagnia dei patriziati dovranno acquistare queste strutture? oppure sarà il parco a doversi far carico dello smantellamento e della rimessa in ordine dei pascoli e dei boschi trascurati da 10 anni?
> I comuni che rinunciano saranno chiamati ad assumersi, prima di uscire, la loro parte dei debiti del parco?
> la carta del parco prevederà queste cose o al momento pratico varrà la legge del più influente?
>Oppure, in pratica, non sarà più possibile uscirne?

Ci sono due modi possibili per rispondere alle mille domande di spiegazione insite nei commenti che da anni si fanno:
il primo é quello di dire che tutti i commenti sono fatti per confondere l'opinione pubblica, Il secondo quello di rispondere con dovizia di dettagli perché tutti hanno diritto di conoscere anche le ragioni avverse al parco.
Moderatrici
inserito il: 9.6.2015 17:26
A complemento dell'articolo pubblicato in Cronaca, di questo sito, riprendiamo pure da "laRegioneTicino" di oggi, a firma Sabrina Melchionda:

OBIETTIVI E STATUTI

La richiesta di finanziamento per il periodo 2016-2019 contiene la cinquantina di schede di progetto, per cinque campi d’attività principali: salvaguardia e promozione di biodiversità e paesaggio; promozione dell’utilizzazione sostenibile di risorse; sensibilizzazione, educazione ambientale e svago; ricerca e monitoraggio; gestione, comunicazione e garanzia territoriale.

Tra i prossimi passi v’è la stesura definitiva della “Charta” (italiano e tedesco, in parte in romancio), che sarà presentata in occasione di sette incontri con la popolazione, tra ottobre e novembre 2015. Il dossier contiene accordi e regolamentazioni tra ente responsabile del Parco e Comuni coinvolti. In particolare statuto dell’ente (sulla cui forma giuridica s’è trovato l’accordo per l’associazione); contratto del Parco (tra cui perimetro e obiettivi strategici); regolamento di utilizzo per la zona centrale; piani di gestione (organizzazione, finanziamento). I Comuni garantiscono esercizio e qualità del Parco per 10 anni: il documento sarà valido fino al 2027, dopo di che potranno decidere se rinnovarlo, rinegoziare alcune parti o mettere un termine al progetto. Circa 18 le unità di lavoro a tempo pieno previste. Inclusi i ‘rangers’: non poliziotti né guardiacaccia, ma figure con compiti di sorveglianza, accompagnamento e consulenza.
Moderatrici
inserito il: 26.6.2015 18:46
Riportiamo in breve, dalla stampa:

PARC ADULA, A NOVEMBRE 5 SERATE INFORMATIVE

Si svolgeranno in novembre, nelle cinque Regioni interessate, le serate pubbliche informative sulla Charta del Parc Adula. Lo ha comunicato il vertice dell’Associazione omonima durante l’assemblea annuale tenutasi mercoledì scorso al Centro di Pro Natura ad Acquacalda.
I soci hanno votato i bilanci 2014 e appreso i dettagli sia della richiesta d’aiuto finanziario per il quadriennio 2016-19, sia dello stato d’avanzamento dei lavori, sia del fitto programma di attività promosse sul territorio.
marisa
inserito il: 9.7.2015 18:08
Come esprimersi in un si in un no quando tutto sempre già essere concretamente esistente ,ovunque si vada in Svizzera si trova pubblicizzato "il Parc Adula "dico questo perché in diverse occasioni ho trovato questo progetto espresso come cosa fatta ,la pubblicità di un territorio funzionante
Il team si esprime come Parc Adula in manifestazioni e in diverse occasioni e non da ultimo la lussuosa rivista che arriva a tutti i fuochi ...
Ora mi domando come è possibile tanto potere in un paese dove la democrazia è il credo del popolo ,
Mi sconcerta tanta sicurezza di riuscita del progetto ,
Lo deduco dal investimento milionario che ne consegue ,
nessuno investe in un progetto un enormità se non ha le certezze !!
PARC ADULA
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