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Blenio Café
PARC ADULA
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mara
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inserito il: 29.10.2016 22:11 |
Grazie Alfiero per aver ricordato uno dei pilastri della società svizzera: la libertà di stampa. Personalmente, sono un'... appassionata fan dell'art.16, capoverso 2 della Costituzione federale: Art. 16 Libertà d'opinione e d'informazione 1 La libertà d'opinione e d'informazione è garantita. 2 Ognuno ha il diritto di formarsi liberamente la propria opinione, di esprimerla e diffonderla senza impedimenti. ***** È questo il mio principio più caro e l'auspicio per la continuazione di un dibattito in modo leale e civile e soprattutto rispettoso delle opinioni altrui. Non dobbiamo dimenticare che siamo tutti "sulla stessa barca" chiamata Valle di Blenio (una bella e vivace barca, penso io) e che, Parco o non Parco, dopo il 27 dovremo tornare comunque a remare tutti assieme per il bene comune. Sarà allora, dopo il 27.11, che si misurerà la vera forza e maturità della Valle: primo nell'accettazione e nel rispetto concreto e reale del risultato del voto; secondo nel "resettarsi" dall'estremo frazionamento pre-voto e tirare la corda tutti dalla stessa parte. Me lo auguro con tutto il cuore! Perché, vada come vada, credo nella Valle e nei bleniesi! Auguri e buona serata :-)
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alfiero
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inserito il: 29.10.2016 11:09 |
Al Signor Frapolli direi che i castelli di Bellinzona hanno un significato storico, mentre il parco toglie il significato storico a molte cose e molti valori bleniesi.
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alfiero
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inserito il: 29.10.2016 11:02 |
Siamo vicini al voto, la gente ha deciso, sarebbe grave se il risultato della votazione dipendesse dal voto dell'ultimo indeciso, vorrebbe dire che il volere della maggioranza risicata opprime la minoranza quasi equivalente. La sostanza è "fatta" la forma dei vari episodi comincia invece a incuriosire, si attribuisce responsabilità agli intellettuali, gli uni per un insufficiente sostegno al parco, gli altri per l'insufficiente premura nel vegliare che la cultura, la tradizione, gli usi e costumi locali, fossero sufficientemente tutelati di fronte ad un cambiamento che vuol vedere, al vertice, non più solo le nostre autorità e non più le nostre autorità con tutte le facoltà di prima. Incuriosisce lo spauracchio della sparizione della solidarietà intercomunale, e del sostegno federale all' "agroambientale" Si attribuisce, dagli uni, responsabilità ai giornalisti rei di tenersi troppo in disparte e di non parlare a spada tratta a favore del parco, mentre gli altri li capiscono perfettamente: la pressione sui media (constata persino dal sottoscritto) affinché parlassero del parco in bene e le varie disapprovazioni venissero sopite è stata esagerata. La libertà di espressione rimane per buona fortuna, cara a tanti, e quindi meglio tacere che essere l'espressione di altri. Si comincia a speculare sui primi indizi ufficiali: il si critico del On. consigliere di Stato, la schiacciante maggioranza di no di un'assemblea comunale, il si scontato di tre Consigli Comunali, cose che ci riportano alla situazione di qualche anno fa quando il sondaggio disse che solo una debole minoranza era favorevole al parco, mentre i Municipi e i Consigli Comunali lo erano all'unanimità o quasi. Si pensa al dopo voto: in quale situazione, se il parco venisse accettato, ci troveremmo il 28. novembre e nel 2027 quando, in un possibilità teorica di ritornare allo stato pre parco, ci si dovrebbe esprimere di nuovo. Invece, se il parco venisse respinto, il 28 novembre sarebbe il giorno in cui, come da molti auspicato, troveremmo la compattezza per contrastare l'abbandono delle zone periferiche ponendo sul tavolo della discussione cantonale lo sfruttamento delle nostre "vecchie" ma importanti e sempre attuali risorse. Buon fine settimana
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Elia Frapolli
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inserito il: 29.10.2016 10:18 |
I Castelli di Bellinzona sono i castelli, il Parco nazionale è il parco, ma ad essere lo stesso è il modo in cui si promuove il turismo. Non bastano le bellezze paesaggistiche, naturalistiche, storiche, architettoniche, ecc. per attrarre visitatori, serve creare un'identità, un marchio, come si direbbe in inglese un "brand" che ci distingua da tutti gli altri. I Castelli di Bellinzona da quando si fregiano del marchio UNESCO vedono il numero di visitatori aumentare di anno in anno. Non che prima non fossero altrettanto belli. E poi perché no, le scelte che si prendono oggi potrebbero essere ponderate con gli occhi di domani. Oggi i castelli di Bellinzona e le sue mura sono per tutti un patrimonio intoccabile ed eccezionale che attira migliaia di visitatori ogni anno. Ma se solo torniamo indietro di alcuni secoli questi ultimi rappresentavano poco più di un arsenale o un ottimo sito da cui ricavare materiale di costruzione a basso costo per ciò che in quel momento rappresentava il progresso. I punti di vista sulle cose cambiano con il passare del tempo... Complimenti per l'interessante e animato forum che ho avuto modo di scoprire in questi giorni!
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alfiero
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inserito il: 28.10.2016 18:25 |
Paragonare il parco, come si ha letto da qualche parte, ai lavori idroelettrici di Blenio significa non tener conto che il grande cantiere degli anni 60, dal passo del Lucomagno a Biasca, è durato diversi anni con centinaia di lavoratori e ha portato parecchi soldi e continua a portarne, imposte, canoni d'acqua, posti di lavoro e ha lasciato sul territorio tante infrastrutture come la Galleria della Toira e, importante, non costa alla comunità. Il paragone è lecito solo se si prevede che il parco farà altrettanto. Paragonare il parco al raggruppamento terreni nella seconda metà del secolo scorso, come abbiamo letto da qualche parte, significa non tener conto che il raggruppamento è stato voluto per permettere la coltivazione del territorio con le macchine e i sistemi moderni, e con la costruzione di strade, ha dato accesso alla coltivazione della montagna e all'utilizzo facilitato dei rustici. Il paragone sarebbe lecito se non fosse che il parco vuole fare esattamente il contrario: proibire: diminuire l'attività e la presenza dell'uomo. Paragonare il parco ai Castelli di Bellinzona, mi chiedo che significato abbia, l'Unesco è l'Unesco e il gruppo dei parchi Svizzeri è solo il gruppo dei parchi Svizzeri. Nella città dei castelli si arriva in treno e autostrada, e i castelli sono li a portata di mano, mentre la visita ad un parco e ben più laboriosa da programmare. E' vero che il diritto all'obblio è sancito da più parti ma dimenticare la valle di Blenio è le sue risorse, salvo farne un paragone coi castelli di Bellinzona in vigilia di votazione, mi desola un po'
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Elia Frapolli
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inserito il: 28.10.2016 14:18 |
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI "PARCO NAZIONALE" Pochi giorni fa i castelli di Bellinzona hanno raggiunto il record storico di 50mila visitatori. Un traguardo molto significativo tenuto conto che, negli ultimi anni, i turisti che hanno visitato i tre manieri medievali sono cresciuti quasi esponenzialmente. A poche settimane dal voto su quello che si propone di diventare il più grande parco nazionale svizzero, questo dato induce a una riflessione. Cos’hanno in comune i castelli con il Parc Adula? In entrambi i casi parliamo di attrattive turistiche dal fascino innegabile, la cui notorietà varca - o, nel caso di Parc Adula, potrebbe varcare – i confini nazionali grazie a un marchio riconosciuto, nel caso dei castelli quello attribuito da UNESCO. Le tematiche su cui fa leva il label “parco nazionale” sono oggi più che mai attuali. In ambito turistico si constata una tendenza verso il ritorno alle radici, l'autenticità, il contatto con la natura. Il Ticino, a questo proposito, ha molte carte da giocare. Secondo un recente studio realizzato da Svizzera Turismo (Tourism Monitor Switzerland, 2013) la natura, declinata nelle sue numerose proposte di svago, rappresenta uno dei principali motivi per cui i turisti scelgono il nostro Cantone e la Svizzera come meta delle proprie ferie. Proprio per questo motivo, nel prossimo biennio, la campagna nazionale orchestrata da Svizzera Turismo sui vari mercati esteri sarà incentrata sul tema “Ritorno alla natura”. Il futuro Parc Adula, così come il parco nazionale del Locarnese, si inseriscono dunque perfettamente in questo filone. A ciò si aggiunga che l’escursionismo, in Svizzera, rappresenta in assoluto l’attività sportiva più amata. Stando a un’indagine svolta da Suisse Rando e SuisseMobil, quasi il 30% della popolazione si dichiara intenzionato a praticare ancora di più, rispetto al passato, questa disciplina. Si tratta dunque di un mercato con un grande potenziale di crescita, come stiamo costatando a livello cantonale con l’applicazione “hikeTicino” che oggi è presente sui dispositivi mobili di quasi 30mila persone. Parc Adula, con la sua vasta offerta di itinerari escursionistici, rappresenta dunque un prodotto di sicuro interesse. Proprio come nel caso dei siti Unesco, anche i parchi nazionali sono soggetti a processi in continua evoluzione che non si arrestano una volta ottenuta la certificazione. Un impegno costante verso la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del territorio potrà garantire effetti sull’economia locale e il settore alberghiero, oltre a un incremento delle vendite dei prodotti indigeni e a un maggior numero di possibilità, per i giovani della Valle, di trovare un impiego nella regione. Come evidenziato di recente dal direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid, le ricadute economiche e sociali di un parco sono enormi. Ogni franco investito nella regione del parco nazionale engadinese genera un indotto di cinque. Parc Adula rappresenta dunque un primo concreto passo affinché la Valle di Blenio torni a rifiorire di iniziative importanti che potranno portare alla creazione di ulteriori sinergie con le strutture turistiche locali quali il Centro Pro Natura e il Centro di Sci Nordico di Campra solo per citarne alcune, ma anche nazionali. Stiamo infatti parlando di un territorio intercantonale, multiculturale e plurilingue situato in un’area strategica, al centro di un crocevia alpino. Facilmente raggiungibile da buona parte dell’Europa, la strada del Passo è percorsa da quasi mezzo milione di veicoli all’anno. Senza il label “parco nazionale” le bellezze della regione continueranno ad esistere, certo. Non potranno, tuttavia, beneficare della luce dei riflettori e resteranno appannaggio di pochi. L’unione fa la forza, insomma, anche quando si tratta di vendere un territorio alpino. Diamo alla Valle di Blenio, e a tutto il Cantone, l’opportunità di ottenere il riconoscimento e la fama che meritano.
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rasputin
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inserito il: 28.10.2016 11:50 |
valli discoste? Creare regioni autonome sull'esempio delle Dolomiti e val d'Aosta e modificando quanto necessario, con la necessaria indipendenza e con le necessarie leggi e statuti propri e con i supporti adeguati di mezzi e crediti atte a sostenere gli sviluppi necessari e con personaggi forti ed a volte "scomodi" ma che combattono per la loro regione e la loro terra. Altro che restrizioni! Solo con dei metodi analoghi ed adattabili alle nostre realtà, sarà possibile uscire dall'impasse attuale che per forza di cose (come qualcuno dice, colpa del mercato!!!?) andrà sempre più peggiorando. Un altro esempio; anni 70 del secolo scorso. Tutta la regione alpina della Francia (Delfinato, Savoia eccetera,) stava soffrendo fortemente di calo, abbandono dell’agricoltura e del territorio. Il governo centrale ha emanato disposizioni particolari con aiuti particolari, appoggiati ad un progetto di sviluppo studiato e ben preciso, facendo nascere e finanziando un fondo investimenti che è poi sfociato nella Compagnie des Alpes, finanziando con grandi investimenti lo sviluppo economico delle regioni con il potenziamento delle stazioni turistiche esistenti e la creazioni nuove. Magari non tutto sarà bello da vedere ma sono stati creati e salvati migliaia di posti di lavoro. Per informazione, tale compagnia sempre in espansione, diversi anni fa è entrata a sanare la situazione in diverse società che soffrivano, Compagnie du Mont Blanc a Chamonix, Televerbier a Verbier e qualche anno fà Sass Fee. Forse non è tutto rose e fiori, ma si possono prendere come esempio, lavorandoci sopra, modificando e dimensionando ed adeguando a misura reale. Le imposizioni dall’alto con tanto dire, senza poco dare e con niente fare, non servono a nessuno. Compito di chi sta in alto (non di quota ma di sedia)
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rasputin
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inserito il: 28.10.2016 0:55 |
domandare ai politici! da dove arrivano i voti! dai centri e città altamente urbanizzati o dalle montagne dove vive poca gente? il problema sta solo qui; poi dopo i voti bisogna mantenere qualche promessa (sempre a favore del maggior numero di elettori) se non alle prossime elezioni, cosa potrebbe succedere?
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Giacomo
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inserito il: 27.10.2016 19:09 |
... "a livello nazionale riaffiorano tesi che preconizzano il puro e semplice abbandono a sé stesse di intere zone montane del Paese (della Svizzera). A rilanciare l'idea è stato, verso fine luglio, il presidente di Hotellerie Suisse, Andreas Züllig. Fosse venura dagli ambienti dell'industria e della finanza, la "provocazione" poteva anche starci. Proporla come esponente del turismo nazionale significa non aver capito niente né di turismo, né di Svizzera. Ma in Svizzera, per fortuna, ognuno è libero di esprimere le proprie idee, anche le più stravaganti. È però sconfortante che la sortita sia passata senza che nessuno/a Consigliere/a federale o personalità politica di spicco alzasse la sua voce forte e chiara (l'occasione dell'imminente 1.agosto era lì da cogliere) per dire che no, simili ipotesi in Svizzera non hanno patria". ********************** Citato pari pari dall'articolo, più volte citato a Olivone..., di Tarcisio Cima sull'ultimo numero della Voce di Blenio (p.1-2). Mi chiedo, di nuovo: ma vogliamo proprio andare in questa direzione??? Gli strumenti che abbiamo ora - NPR e altro - sono idonei per dare, fare delle valli delle zone attive e intraprendenti, con un certo grado di autonomia? Quand'è che le regioni di montagna si "rivolteranno" a queste tendenze nazionali e regionali??? Quand'è che avranno il coraggio di farlo? Il Parco, cosa farà per tutta questa regione? Chiaramente, mi dico, il primo ad esserne felice sarà proprio il signor Züllig!!! Bisogna fare attenzione in che direzione va il treno, per finire....
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alfiero
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inserito il: 27.10.2016 17:46 |
La presenza, sulla tribuna della campagna per sostenere il parco di persone importanti che sono state assenti o poco incisive o addirittura contrarie nelle altre occasioni in cui la valle aveva bisogno di consenso, dice a chiare lettere che il parco è importante per i centri del cantone dal punto di vista turistico, per la confederazione dal punto di vista dell'immagine ecologica che si vuol dare, ma non per la valle di Blenio, di conseguenza perché partire senza certezze, da zero che dura da tanto tempo, verso il non ancora programmato, (quando si saprà dove verranno posizionate le porte del parco e quale sarà quella che farà la parte del leone?) il che significa che le tanto citate opportunità non potranno che arrivare in ritardo per migliorare il destino della valle intesa come terra abitata.
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PARC ADULA
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