Blenio Café
PARC ADULA
marcello
inserito il: 6.6.2009 13:45
L’altra sera è mancata l’onestà politica dei promotori! Inutile chiedere l’aiuto alla gente e nascondersi dietro a delle interpretazioni fantasiose minimizzando e a volte anche negando quanto sta scritto nell’ordinanza.
L’approccio è stato cannato alla grande!
Andavano spiegati i veri problemi con onestà e trasparenza, il pubblico avrebbe capito e condiviso gli sforzi dei promotori, avremmo forse potuto sentire anche nuove idee, nuove proposte.
Sul piatto della bilancia andavano messe le opportunità di crescita attraverso la realizzazione di un Parco nazionale e sull’altro le limitazioni che ne derivano, svantaggi e vantaggi insomma, e la grande assente da sempre:
LA CONTROPARTITA

La Carta dovrà sottostare all’ordinanza e prima di passare in votazione presso i comuni interessati immagino dovrà essere accettata in primis dalle autorità federali. Non dubito sull’abilità dei promotori nel mettere le parole giuste e le indispensabili deroghe, ma temo che la risposta di Berna sia scontata: PARCO REGIONALE
Li
inserito il: 6.6.2009 5:44
Va ricordato che sottostare a qualcosa, come un contratto o un'Ordinanza, può anche essere utile alla lunga, non va visto a priori come una cosa negativa (vedi il divieto di fumo nei locali pubblici, l’obbligo di allacciare la cintura, il divieto di fuochi all’aperto). Dico questo perché alla fine saremo forse noi a sottostare a Ordinanza e Carta. Logico che essendo confrontati con divieti e permessi negati si rimane prudenti ogni qualvolta si intravvedano ulteriori limiti.

L’ordinanza comunque dà le direttive, anche sulla stipulazione della Carta. La Carta è un contratto (sicuramente complesso e delicato, in cui vengono anche trattati deroghe, risarcimenti e quant’altro) redatto tra tutte le parti interessate, vedi appunto l’Ordinanza e i rapporti esplicativi sotto segnalati.(art.26.2.d.)

I cittadini alla fine degli studi e dei lavori saranno chiamati a votare la Carta (e di conseguenza l’Ordinanza), ma è sulla Carta che vanno messe le parole giuste, che si devono mettere le parole giuste, poi da accettare o meno in votazione; la Carta è un contratto e bisognerà usarla come tale, per contrattare domanda e offerta; in senso lato si potrebbe anche dire che con la Carta, e quello che le parti riescono ad iscriverci, ci sarà un nuovo modo di vedere l’Ordinanza.

Prima di arrivare alla Carta e alla sua votazione, comunque, i tempi previsti sono ancora relativamente lunghi. Parlare di Carta adesso è utile per avere un'idea a grandi linee, ma i tempi opportuni in cui iniziare trattative e proposte vanno lasciati a promotori e Comuni; scrivere richieste di chiarimento a questi enti potrebbe anche essere una opzione interessante.

Per quanto riguarda gli aiuti; non sembra verosimile che i progetti di parchi siano previsti per tagliare questi aiuti, comunque, se in futuro si sarà confrontati con questi ridimensionamenti, potrebbe essere un ulteriore motivo di guardare, sempre con occhio critico, ma con attenzione a questi progetti.
Riguardo ad avere tutto chiaro fin da principio la vedo male, i tempi previsti tengono conto di un percorso che va fatto, uno sviluppo e delle tappe, anche questo dovrebbe essere chiaro. La speranza è proprio quella: che le prossime informazioni e le prossime ancora siano sempre più esaustive, e che lo siano ancora maggiormente nella misura in cui ci si prepara a comprenderle.

Buon lavoro
claudia
inserito il: 6.6.2009 3:01
Ho partecipato alla serata senza pregiudizi di sorta, mi aspettavo chiarezza e concretezza, mentre ai ragionevolissimi dubbi e problemi non è stata data una chiara risposta. Questa Ordinanza federale fa stato oppure no? Ma ciò che mi ha meravigliato maggiormente è stata la minaccia finale di una possibile scadenza 2015 in cui potrebbero esaurirsi i sussidi alle regioni di montagna.

Sorge allora un dubbio: questo progetto è veramente uno studio ambientale o nell'attuale periodo di crisi la politica federale sta studiando un nuovo metodo per ridurre gli aiuti alle regioni periferiche rimescolando le carte dei sussidi, inventando un ente cappello come il parco? Un parco, 10 milioni all'anno e arrangiatevi a gestire al manutenzione del territorio, il lavoro dei contadini, gli aiuti agli enti ecc.?
Mi auguro che le prossime informazioni siano più esaustive. Vantaggi e svantaggi, limiti e divieti devono essere chiari fin da principio.
Richi
inserito il: 5.6.2009 19:05
... grazie LI.

Scusa, ma allora l'Ordinanza sottostarà alla "Carta del Parco" o sarà la "Carta del Parco" a sottostare comunque all'Ordinanza? ;-)

Da qui dipende l'effettiva maggior importanza di una delle due, in fin dei conti...

Scusa la mia ignoranza, ma ancora non mi è chiaro il concetto di "Carta del Parco" e anche alla serata non è stato spiegato. Se ci aiuti a capire, ci fai un favore!!

Grazie, buona giornata
Li
inserito il: 5.6.2009 18:54
Pur comprendendo che ci sono aspetti di primaria importanza, retrocedere o equiparare il resto a delle chiacchiere, è, quantomeno, riduttivo.

Un aspetto da tener presente, non è tanto il voler continuare a correggere la famosa “Ordinanza”, ma piuttosto di focalizzare le proprie attenzioni su quello che si andrà a scrivere sulla, meno famosa ma ben più importante, “Carta del Parco”.

Il margine di azione nella zona periferica non viene limitato, se non nel modo descritto nella disposizione segnalata in precedenza, cioè valorizzare il “territorio” e le proprie “attività” in modo che i fruitori trovino la cosa più simile alle loro aspettative; questo sarà comunque un affare di domanda e offerta, sia individuale che collettivo, e questo meccanismo potrebbe essere visto come un “regolatore di affluenza”.

Chi vede in questo un limite semplicemente continuerà come prima, chi lo vede come opportunità proverà a vedere fin dove la sua intraprendenza può portarlo, chissà che si ritrovi a condividere le ricadute che hanno gli abitanti di altri Parchi.

Buon lavoro
Richi
inserito il: 5.6.2009 16:24
Salve a tutti,
forse bisognerebbe chiedersi, cosa che non è stata fatta l'altra sera, COSA bisognerebbe concretamente cambiare nell'Ordinanza e cosa si potrebbe o si potrà poi EFFETTIVAMENTE cambiare, nell'Ordinanza...

Il resto penso siano tanti bla bla...

Resta acquisito il fatto che il Parco porterebbe - ed è pur vero - delle ricadute economiche (vedi esempi austriaci illustrati nella serata), ma bisogna pur anche lasciare un concreto ed effettivo margine d'azione a chi nel territorio ci vive e ci ha sempre vissuto in armonia e rispetto con la natura ed evitare certi ridicoli paradossi...
marcello
inserito il: 5.6.2009 1:57
Parliamo un attimo di esperienze vissute e di quelle che i cittadini e autorità locali stanno vivendo nella zona zona palustre d’importanza nazionale del Lucomagno,
certe questioni non si dovrebbero dimenticare, ma servire ad affrontare analoghe tematiche con estrema prudenza:

- Infocentro per il turista di recentissima realizzazione a Casaccia -> Permesso per la vendita di bibite e panini negato.

- Strada agricola patriziale che porta all’alpe Pian Segno, molto trafficata in particolare da chi si reca presso lo spaccio dei prodotti dell’alpe -> Permesso di asfaltatura negato.

- Ripristino di un ponte esistente per raggiungere 20 cascine poste sul lato destro orografico sempre nella zona Casaccia -> Ripristino negato.

- Ristrutturazione Centro Sci Nordico di Campra -> da anni promotori e enti locali stanno investendo energie e risorse per un progetto che forse non vedrà mai la luce del sole.

... si potrebbe continuare...
Li
inserito il: 4.6.2009 16:04
www.parcadula.ch/documents/Parc_Adula_disposizione...

Mi sono accorto ora che la “disposizione” segnalata qui è quella aggiornata all’ultima versione dell’Ordinanza, infatti è quella che spiega meglio alcuni aspetti dell'ultima Ordinanza.

Urgono delle risposte. È vero; ma attenzione, che a rispondere forzatamente a cose che sono ancora in fase di “contrattazione” e chiarimento comporta il rischio di trovarsi in seguito situazioni poco edificanti.
Potrà anche sembrare sospetto, ma certe risposte possono essere date solo quando è possibile, gran parte delle quali necessitano anche un preventivo incontro con le singole parti interessate, ma con tempi purtroppo diversi da quello che si vorrebbe. Sarebbe da invitare tutti a non vedere in questa discrepanza di tempi, tra domanda e offerta di risposte, una incapacità o peggio una non volontà a rispondere.
Risposte comunque ce ne sono parecchie e l’invito potrebbe essere di iniziare da queste ed approfondirle nel modo più aperto e sereno possibile; le chiusure in questa fase dei lavori non giovano di certo a nessuno.

I limiti per la zona centrale vanno visti nell’ottica della salvaguardia del paesaggio, questo al chiaro scopo di preservare l’ambiente, di valorizzarlo nel suo aspetto naturale e selvaggio, nonché garantire gli insediamenti e attività tradizionali nella loro forma caratteristica e compatibile con la specificità della zona.
Non uscire dai sentieri, ad esempio, è una regola volta ad evitare che i turisti vadano a disturbare la fauna, la flora e quant’altro riuscirebbero a combinare, questo per preservare, appunto gli equilibri esistenti. Equilibri che saranno il richiamo ed il vero valore delle zone centrali e di tutto il Parco, sopratutto per un turismo, che si spera il più possibile sensibile alla natura ed al suo rispetto. Non saranno due o tre alpinisti del luogo fuori sentiero a fare dei danni, il problema potrebbe sorgere se tutti si sentono autorizzati ad essere l’eccezione.
Lo "status quo" significa non guardare ad un “valore aggiunto” alla regione, quel valore che il Parco può far ricadere sulla “zona periferica”, valore che gli abitanti potrebbero anche, un giorno, trovarsi a voler difendere.
Comunque per turisti e fruitori occasionali un po’ di regole non guastano e per i proprietari ci sono quelle che si chiamano deroghe, ma qui il discorso si amplia troppo, e che sarà uno dei temi più interessanti.

Come si vede, i requisiti della zona periferica sotto riportati, si possono interpretare più come orientamenti che come divieti. La pianificazione richiede degli interventi, ma andrebbero visti piuttosto come il coordinarsi e muoversi in direzione e nell’ottica del “vivere in e di un Parco”, che come restrizioni.

Buon lavoro
marcello
inserito il: 4.6.2009 13:37
Per la zona centrale del prospettato Parco il discorso potrebbe esser fatto all’inverso: non credo che oggi come oggi questa zona abbia subito interventi tali da mettere in pericolo gli equilibri esistenti, fatta forse eccezione dell’eccessivo numero di ovini che pascolano queste regioni.
Allora ci può chiedere per quale ragione imporre divieti? All’interno del nucleo ci sono Edifici Privati, Alpi e Capanne, per quest'ultime non abbiamo ancora sentito come potranno garantirsi i rifornimenti e come potranno garantire quel confort che oggi tutti noi chiediamo e come potranno un giorno ampliarsi? Non stiamo forse parlando di incrementare l’economia locale?
Qualcuno dei promotori durante la serata ha affermato “Per quei pochi alpinisti o escursionisti che abbandonano i sentieri per inerpicarsi sulle montagne o praticare altri sport non occorre legiferare!” Tradotto in parole povere significa lasciarli perdere?

Urgono delle risposte!

Eccoli qua i requisiti per la zona periferica!

1 Al fine di conservare la gestione naturalistica del paesaggio rurale e per preservarlo da interventi pregiudizievoli, nella zona periferica è necessario:
a. conservare e promuovere le funzioni ecologiche delle superfici agricole, del bosco e delle acque;
b. organizzare le attività turistiche e ricreative in modo ecologico;
c. conservare le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati, valorizzandoli nella misura del possibile;
d. valorizzare e collegare tra loro gli spazi vitali degni di protezione di specie animali e vegetali indigene;
e. in caso di costruzioni, impianti e utilizzazioni nuovi, conservare e rafforzare le caratteristiche del paesaggio e l’aspetto degli abitati;
f. ridurre o riparare, quando se ne presenti l’occasione, i danni esistenti causati al paesaggio e agli abitati da costruzioni, impianti e utilizzazioni.

E qui si possono leggere le spiegazioni da parte della direzione dell’UFAM www.parcadula.ch/documents/Parc_Adula_disposizione...

A mio avviso ce n’è abbastanza per reimpostare la politica della pianificazione del territorio attraverso un'ulteriore serie di misure restrittive, e soprattutto dovranno essere applicate, non male dico io... alcune situazioni attuali non sono di certo “un biglietto di visita” né per oggi né per domani in un prospettato Parco.
Li
inserito il: 3.6.2009 17:44
Vorrei segnalare una frase, tratta dal link qua sotto, in cui troviamo la parola “obiettivi”, perché sono gli obiettivi la parte più interessante del discorso, non i divieti; anche se sembra meno impegnativo parlare di divieti:

www.bafu.admin.ch/paerke/03294/03379/index.html?la...

“la zona periferica viene impostata in conformità agli obiettivi stabiliti dalla Carta, come per i parchi naturali regionali; non sono quindi necessarie ulteriori norme o prescrizioni”.
Quando però si vuole parlare di “divieti” nelle zone periferiche di un Parco Nazionale bisognerebbe specificare quali sono questi divieti e dove sono menzionati. Naturalmente va anche ricordato di menzionare che “I requisiti della zona periferica (del Parco Nazionale) coincidono con quelli del parco naturale regionale”. Questo per evitare che vengano attribuiti, con disinvoltura, divieti maggiori alle zone periferiche dei Parchi Nazionali in confronto ai Parchi regionali.
Più in dettaglio e tratto dal (utilissimo) Rapporto esplicativo sui Parchi:

www.admin.ch/ch/i/gg/pc/documents/1353/Bericht.pdf

“Un parco nazionale è un territorio prevalentemente a carattere naturale. È costituito da una zona centrale e da una zona periferica. Nella zona centrale, la natura è lasciata libera di svilupparsi secondo la propria dinamica e alla popolazione è data la possibilità di vivere esperienze a contatto con la natura. I requisiti della zona periferica coincidono con quelli del parco naturale regionale.”
E poi segue indicando le caratteristiche di un Parco regionale, che coincidono con le zone periferiche del Parco Nazionale! Non dice che quanto segue sotto è da riferirsi solo ad un Parco regionale!:
“Un parco naturale regionale si estende in prevalenza su territori rurali in parte urbanizzati, che si distinguono per i loro particolari valori naturali, paesaggistici e culturali. Come mostrano le esperienze di altri Paesi, questa categoria di parchi crea le condizioni giuste per favorire lo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale, la condivisione del patrimonio naturalistico e culturale nonché la promozione di tecnologie innovative ed ecocompatibili. Il parco naturale regionale non è suddiviso in zone.”

Quindi va tenuto ben saldo questo concetto: zone centrali a parte, le zone periferiche sono da considerare simili, “coincidono”: dico questo perché troppo spesso lo si “dimentica”quando si propone un parco regionale come alternativa; i divieti nel Parco Nazionale ci sono, eccome, ma sono la caratteristica messa a protezione e valorizzazione delle zone centrali (zone di richiamo), fuori si “coincide” con un Parco regionale.
Penso sia superfluo ricordare che, parlando di zone centrali, bisognerebbe quantomeno avere sotto il naso una bella cartina su cui basarsi. Qui a pagina 8: www.parcadula.ch/documents/Parc_Adula_consultazion...
Buon lavoro
PARC ADULA
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