Blenio Café
PARC ADULA
Richi
inserito il: 30.1.2015 14:59
Domanda: ma si giustificano? ci vogliono 2 Parchi nazionali in Ticino?
Fiordaliso
inserito il: 21.1.2015 16:23
... L'ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIÙ VERDE.

Leggendo l’articolo, riportato sotto da Richi, qualche domanda me la sono fatta anche io. Oltre a quelle già poste vorrei quindi aggiungere la domanda "Ma è mai possibile che l’ultima ruota del carro siam sempre noi?"

Però, dopo una attenta verifica delle informazioni facilmente ottenibili dalla rete e dai siti dei due progetti di parco nazionale, mi sembra evidente che - almeno per questa volta - non siamo noi l’ultima ruota del carro.

Le informazioni disponibili per paragonare i 2 progetti sono numerose, cito qui sotto le 3 più esplicative:

1.
Parc Adula ha da tempo pubblicato un perimetro di zona periferica e centrale;
... il Parco del Locarnese neppure l’ombra, anzi sembra che ipotizzino un parco transfrontaliero italo-svizzero senza però indicare su quale base legale si può fare un parco nazionale che "nazionale" non è.

2.
Parc Adula sta completando la "Carta del Parco" e ha calendarizzato una consultazione pubblica per quest'anno, a partire da questa primavera (quindi imminente) per terminare entro la fine dell'anno.
... il Parco del Locarnese per il momento non parla di alcuna "Carta del Parco" e non sta facendo ne viene annunciata alcuna consultazione pubblica.

3.
Parc Adula prevede la votazione nel 2016, a consultazione pubblica completata (chiaramente sempre che questa abbia un esito positivo e vi sia una Carta del Parco condivisa con i Comuni e altre autorità regionali)
... il Parco del Locarnese prevede secondo l'articolo citato sotto una votazione "al più presto per la fine 2016" ... ma non una parola sul come arrivarci.

Probabilmente ha ragione Rasputin (per una volta mi trovo in accordo - anche se solo parzialmente - con il buon Rasputin) quando scrive a proposito del Parco del Locarnese: "provano a farsi credere".

L'iter procedurale per diventare parco nazionale è lo stesso per tutti i candidati (lo spiega il sito del UFAM e della Rete dei Parchi svizzeri), per cui anche il Parco del Locarnese dovrà prima o poi preparare un Carta del Parco (nella quale iscrivere con dettaglio dove verrano sviluppate le nuove capanne .... chissà forse oltre confine ma con i soldi chiesti alla Confederazione) e impegnarsi in una consultazione pubblica. Sembra però che lo stato del progetto Parco Locarnese sia meno avanzato (significatamente meno avanzato) che quello di Parc Adula.

Come si scriveva all'inizio di questo post: l'erba del vicino è sempre più verde.

Personalmente auguro buona fortuna ad entrambi i candidati.
Rasputin
inserito il: 19.1.2015 14:52
O sono più capaci di noi a presentare progetti e ricercare i dovuti finanziamenti, oppure provano a farsi credere.

sia nel caso che nell'altro, dimostra o almeno si potrebbe credere, che i nostri o non si sono dati la pena di creare validi progetti oppure si dimostrano incapaci.

si attendono le smentite.
in ogni modo: sia quel che sia, è stato più volte detto che con quanto dimostrato fino al momento, al parco si deve dire NO.

Finora non si è ancora visto almeno un punto a favore; la bilancia dei favori pende sempre verso gli interessi di Por Natura e Buval

anche qui si attendono le prove!!
cari manager, cosa proponete a favore della popolazione locale? e non le solite cavolate e promesse da marinaio!
marcello
inserito il: 18.1.2015 16:03
Condivido quanto scrive Richi,
la gestione del progetto Locarnese sembra davvero molto diversa, anche se i risultati sono ancora tutti da dimostrare.

Se nel Locarnese si parla addirittura di nuove infrastrutture, di ampliamenti di capanne e rifugi, da noi sono anni che attendiamo delle risposte, o perlomeno di poterci sedere attorno ad un tavolo e prender visione di questo benedetto documento chiamato charta, che sembra essere davvero ad uso di pochi eletti :-(

E poter finalmente dire la nostra....
Richi
inserito il: 17.1.2015 10:50
Su "laRegioneTicino" di oggi, pagine Locarnese, si legge questo interessante articolo.
E' vero che il territorio e le sue caratteristiche sono diverse, in parte, da quelle del comprensorio del previsto Parc Adula, specie diverse dalla regione della Greina.
Ma alcune domande il lettore se le fa:

- i due progetti di parchi nazionali seguono iter procedurali diversi?
- l'Ufficio federale dell'Ambiente e Pro Natura valuta i due progetti con gli stessi criteri?
- nell'articolo si parla di ampliamento e realizzazione di nuovi rifugi alpini. Dove? Se in zona nucleo, noi qui in Valle di Blenio non capiamo...

Ho pure anche la netta sensazione che la nuova gestione del progetto del Parco del Locarnese sia ben diversa da quella del Parc Adula... Ma forse è solo un'impressione.
Buona lettura.

*****************

Pioggia di milioni (ben 16) a favore di investimenti nel comprensorio della riserva verde

PARCO NAZONALE, ECCO LA MANNA
di David Leoni

Sottoscritta dagli enti pubblici interessati la richiesta di finanziamento per il quadriennio 2016-2019 indirizzata a Cantone e Confederazione. Servirà comunque il voto positivo della popolazione.

Un altro fondamentale tassello si è aggiunto, mercoledì sera, al futuro Parco nazionale del Locarnese. I rappresentanti dei Comuni, dei Patriziati e dell’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese convenuti alla seduta invernale del Consiglio del Parco a Cavigliano (condotta dalla presidente Tiziana Zaninelli e dal vicepresidente Cristiano Terribilini), hanno infatti approvato, all’unanimità, la richiesta di finanziamento indirizzata a Cantone e Confederazione nell’ambito degli accordi di programma del quadriennio 2016-2019.

Sono oltre una quarantina gli ambiti di lavoro delineati da questa richiesta. Spaziano dalla biodiversità all’agricoltura, dalla sentieristica alla gastronomia e altro ancora, per un investimento complessivo di circa 16 milioni di franchi. Soldi che finiranno nel comprensorio in questione, spalmati sui prossimi 4 anni. Questo importo andrà ad alimentare l’ultimo anno di pianificazione e soprattutto i primi 3 anni di gestione del Parco nazionale, naturalmente solo se la popolazione ne accetterà l’istituzione in sede di votazione, prevista al più presto per la fine del 2016. Questi 16 milioni rappresenteranno un’iniezione di linfa nuova nell’economia locale, in particolare a sostegno delle zone periferiche e delle valli più discoste, trasformando la regione del “polmone verde” in un importante attrattore economico. È fin d’ora già prevista la creazione di diversi posti di lavoro, come pure la realizzazione di progetti concreti in collaborazione con enti, associazioni e vari attori della regione che si estende dalle Isole di Brissago a Bosco Gurin, inglobando la Valle Onsernone, le Centovalli e le Terre di Pedemonte.

L’accordo delle istituzioni e il ‘sì’ della popolazione in votazione Tra questi progetti in grado di generare un valore aggiunto sul territorio figurano: il sostegno alle attività agricole e paesaggistiche (che si parli di alpeggi e pascoli o che si parli di terrazzamenti e muretti a secco); il sostegno all’ampliamento e alla creazione di nuovi rifugi alpini; la tutela e la valorizzazione del bosco ed in particolare delle riserve forestali già costituite nel Locarnese; la promozione dei produttori e dei prodotti locali; lo sviluppo del turismo e della mobilità in chiave sostenibile (con particolare attenzione all’educazione ambientale sia per le scuole, sia per il pubblico privato). Quelli citati sono solo alcuni dei modi attraverso i quali il Parco nazionale del Locarnese contribuirà, in modo diretto ed indiretto, allo sviluppo socioeconomico sostenibile del suo comprensorio. Non da ultimo, figurano nel programma l’approfondimento e la finalizzazione del Parco nazionale transfrontaliero, che ne auspica l’estensione alla Valle dei Bagni (nella Valle Vigezzo). Un risultato, quello di quest’ambiziosa richiesta di aiuti finanziari, reso possibile anche dall’adesione del Consiglio agli Stati e del Consiglio nazionale al raddoppio dei crediti federali destinati all’insieme dei parchi svizzeri. Certamente questa richiesta da parte dei 13 Comuni e dei 13 Patriziati che compongono il Consiglio del Parco dovrà essere negoziata con Cantone e Confederazione e da loro confermata entro la fine dell’anno prossimo. Solo con il loro benestare sarà infatti effettivamente definito il lavoro del Parco nazionale del prossimo quadriennio.
marisa
inserito il: 10.1.2015 7:35
Un po' che non scrivo il mio pensiero su Park Adula.
L'evoluzione delle cose nel tempo si spiega da sola, a chi segue il proseguo del vivere in questo mondo; il valore di un territorio sta nel suo spazio esteso e naturale, che resta un punto di riferimento in tempi di crisi, non si può non percepire quanto sia importante per noi che viviamo la montagna, oggi ai più può apparire ridicolo tale ragionamento, ma se diamo il potere a chi ci vende fumo anziché sviluppo saremo privati della nostra unica fonte di rivalsa.
Privati della gestione delle nostre Alpi, delle nostre "acque' e quant'altro ancora.
A ben guardare si può dire che la natura stessa si ribella, estate piovosa, inverno senza neve, disastro a livello turistico come ci si può fare??
maru
inserito il: 24.11.2014 8:55
Scusate la mia curiosità,
ma avrei ancora alcune domande riguardanti il parco che spero ottengano risposta.... anche perché, se devo arrivare con un voto convinto, voglio che i dubbi che ogni tanto mi assalgono vengano smentiti...


Il territorio che si trova fuori dai confini comunali (zone abitate) è praticamente quasi completamente di proprietà dei Patriziati.

E' anche vero che, secondo l'art. 5 della Legge organica patriziale, i beni amministrativi del Patriziato (boschi, prati, ecc) sono beni che servono all’adempimento di compiti di diritto pubblico. .... Ma restano comunque di proprietà del Patriziato. Giusto? o mi sbaglio?

Ed ecco la mia domanda:
Chi si occupa del progetto Parc Adula ha preso contatto con i Patriziati della Valle di Blenio, in modo particolare con i Patriziati proprietari della zona nucleo? se si, qual'è la posizione dei patrizi riguardo al Parco? sono favorevoli? contrari? è stato chiesto nelle varie assemblee patriziali cosa ne pensano i patrizi?
e se per caso, da queste assemblee uscisse un parere contrario, questo viene preso in considerazione?

Invito qui i patrizi bleniesi, proprietari di buona parte del territorio, ad esprimersi....
alfiero
inserito il: 21.11.2014 12:11
La gestione dei sentieri, ancor più della loro definizione, rientra nel discorso più generale a sapere, e per noi, finalmente a poter capire, quanto disponibile rimarrà il territorio coperto dal parco per i bleniesi e per i turisti.

A Nicola Croce e Roberta Bianchi, rappresentanti del comune di Blenio, vorrei gentilmente chiedere perché il comune di Blenio abbia ritenuto opportuno chiedere di inserire nel nucleo la regione del Luzzone fino al lago che comprende anche i pascoli del prealpe Garzotto.

Inutile spiegare che i prealpi servono per allungare la stagione alpestre di 3 settimane in giugno e 3 in settembre, ed è proprio durante la stagione alpestre che vien prodotto la miglior qualità del prodotto caseario. Quindi ridurre di 6 settimane il periodo alpestre significa ridurre notevolmente la quantità del prodotto caseario migliore da mettere sul mercato. A me sembra troppo per il comune di Blenio che metterebbe già a disposizione molto.
marcello
inserito il: 19.11.2014 18:00
Egregio Signor Hilfiker,
la ringrazio per la sua risposta.
Come lei saprà, la proposta di inserire nel regolamento del parco gli itinerari principali descritti nelle guide del CAS, era finalizzata a preservare almeno in parte la libertà di movimento a quelle persone che frequentano le nostre montagne.
La sua risposta lascia intendere che Berna pretenda ridurre in modo massiccio, se non addirittura abolire, questi percorsi, mantenendo l'attuale rete dei sentieri ufficiali esistenti, quali unici e possibili itinerari per la zona centrale.
Vorrei qui di seguito elencare alcuni aspetti fondamentali, riguardo l'utilità e la funzione dei tracciati citati nelle guide del Club Alpino Svizzero:
- essi costituiscono un'importante strumento per gli escursionisti che vogliono accedere alle nostre cime, e un altrettanto importante valore aggiunto al nostro territorio.
- per gli itinerari descritti nelle guide occorrerà evitare ogni tipo di segnaletica, cartelli, paletti e tinteggi rosso-bianco e/o blu-bianco, concedendo una certa libertà d'interpretazione, dimostrando nel contempo quel giusto rispetto che la montagna merita.
- le capanne alpine, che godono di una particolare attenzione da parte delle nostre Istituzioni nell'ambito di finanziamenti pubblici per lo sviluppo economico-turistico, fungono da punto d'appoggio nella programmazione dei tragitti alpini verso le cime.
- questa tipologia d'escursionista costituisce la più importante risorsa economica per le capanne; precludendo l'accesso alle vette poste in zona nucleo, così come proposto da Berna, verrebbe messa a repentaglio l'esistenza stessa dei rifugi alpini.

Cordialmente
Marcello M.

PS:
Sono sempre in attesa di una risposta da parte del Team Parc Adula, riguardo la possibilità di sviluppare il discorso del valore aggiunto reciproco capanne-parco, attraverso la possibilità per le capanne di inserire nel target di gruppi di studio e gruppi scientifici attraverso la creazione di nuovi spazi didattici inclusa la possibilità di un aumento dei posti letto.
maru
inserito il: 18.11.2014 8:39
Io avrei bisogno dal Team una conferma:
il territorio del comune di Serravalle (compreso Ludiano e Semione) è completamente inglobato nel Parc Adula?
Sulla cartina pubblicata nel sito sembrerebbe di si...

www.parcadula.ch/it/Territorio

-> cliccare poi sulla cartina che c'è a destra.

però girano voci di no....
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