Blenio Café
PARC ADULA
mirtillo
inserito il: 20.11.2016 12:26
Morpheus: "È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.“
alfiero
inserito il: 20.11.2016 10:01
Non è mica stato troppo gentile, con i Bleniesi, Michele Foletti sul settimanale di oggi, che, con quell'articolo degno di una NZZ, tende a distruggere i valori culturali, ma anche istituzionali di una valle, buona, sembrerebbe, solo per farne un parco selvatico. Ma mi fa molto piacere perché meglio di così non si poteva parlare per far capire ai bleniesi di votare no al PA, perché il nostro piglio possa crescere e diventare più influente.

La storia la scrive chi guarda al futuro? ecco perché si deve chiudere il nostro ospedale e ingrandire quello di Lugano

L'autonomia dei comuni delle valli è irrilevante? ecco a cosa serve inventare il PA.

I valori, tutti i valori della comunità umana, di una valle, sono solo illusori? tanto vale deprimerla affinché prima o poi si rassegni.

Viva il PA, sembrava volersi dire il primo scorso, mettendo in guardia da quei vallerani che potrebbero tirare il freno a mano. Ma forse quel, freno a mano, lo si sta tirando contro la volontà di determinazione di alcuni di noi a voler scrivere il nostro futuro.
alfiero
inserito il: 19.11.2016 17:48
leggendo sul giornale di oggi il titolo "tra frustrazione e speranza" ho pensato ad un testo contro il parco, perché la frustrazione è davvero diffusa e la speranza è sempre tale senza un gran che di nero su bianco che possa far pensare ad una sua realizzazione.

Invece la frustrazione di cui si parla è quella di chi vuole il parco a causa dei contrari che non saprebbero discutere in termini ragionevoli. Non sono pochi i contrari per poter pensare ad un gruppetto diversamente intelligente, Va anche detto che a qualcuno incombeva il compito e il dovere di organizzare e governare il discorso. Invece, come diceva Jor Milano nei suoi spettacoli "spiegazion vien dopo", (era il tempo in cui si attendeva la carta) arrivata la carta, logicamente non era più possibile mettere sul tavolo del dibattito gli argomenti veri da trattare per sapere se il parco è o no un'opportunità.

Inutile chiedersi se hanno letto la carta (ma chi la letta tutta sta' carta?), non ci sono contrari per partito preso, ci sono contrari che hanno esposto le loro ragioni e le loro alternative. Il tempo per parlare di rallentamento dello spopolamento è passato, occorre attivarsi per favorire il ripopolamento come fanno i Valmaggesi, dopo aver respinto il parco, e Faido dopo essere stato privato dai vantaggi della FFS.

Non so quanto serve valutare le "occasioni perse" con i criteri di oggi e le condizioni di oggi, a quei tempi si parlava di scarsità di mezzi, non di scarsità di intraprendenza, ed ancora una volta si ritorna al campo delle 7 pertiche: oggi come allora ci sono le occasioni che stiamo perdendo, la media Blenio ne è ricca, oggi come allora per sfruttare queste occasioni ci vuole la collaborazione di tutto il cantone e oltre. (Pensiamo forse che il parco potrebbe realizzarsi senza l'appoggio del Cantone, della confederazione, delle varie associazioni, dei partiti, degli uomini politici ecc.? saremmo presuntuosi!).

Oggi possiamo dire che a poter dirsi frustrata è l'assemblea patriziale che non è stata interrogata, sono i contrari che non sono stati ascoltati prima, sono i contrari che (scriveva, in ben altro contesto, Tito Tettamanti che non è d'accordo di utilizzare i soldi destinati alla cultura per l'indottrinamento) vedono i soldi pubblici sostenere la sola fazione del si, sono i comuni con minor competenza decisionale, sono le generazione future che escono dalle università ma trovano meno potere decisionale da esercitare, sono ancora una volta i contrari che si vedono beffati dalla strategia di attaccare i contrari piuttosto che analizzare le osservazioni da loro portate. Io non credo che sia un vantaggio, per un futuro da vivere uniti e costruttivi, il dare per scontato che i favorevoli siano illuminati e i contrari zoccoloni retrogradi.
ginepro
inserito il: 19.11.2016 12:47
"Le associazioni ambientaliste che sono impegnate nella difesa dell'ambiente e sostengono l'uscita dal nucleare NON hanno ricorso contro questo progetto. Questo dimostra una chiara volontà di permettere lo sviluppo delle nuove rinnovabili in Svizzera."

Questo sta scritto nel comunicato a proposito del parco eolico. Non confondiamo la Stan con le altre associazioni ambientaliste!
E se queste associazioni veglieranno (col fiato sul collo) su discariche abusive di certi (e non pochi) “l’è cà mia e u sempru fa inscì” non mi sembra proprio un male. Se veglieranno anche su quelli che praticano bracconaggio (con trappole proibite) e si divertono con le armi da fuoco fuori dalla loro casa, sparando a passeri e scoiattoli oppure tirando su vasi di vetro i cui cocci rimangono nei prati poi falciati per il foraggio delle mucche (…bleniesi), anche non mi sembra un male.
Attenzione nel continuare a indemoniare le associazioni che proteggono la natura e il diritto di tutti i cittadini a goderne la sua bellezza. La natura non appartiene solo ai bleniesi!!
mirtillo
inserito il: 18.11.2016 19:44
Su tio un chiarimento: www.tio.ch/News/Ospite/1116729/Si-al-Parco-Eolico-...

per gracchio: pensare bene o pensare male rimane una scelta personale, non si fa per ogni tanto azzeccarne una.
il gracchio alpino
inserito il: 18.11.2016 18:14
dopo il 27, qualora la votazione dovesse passare, possiamo scordarci che saremo ancora noi a comandare sul nostro territorio.

le associazioni ambientaliste, LO HANNO GIA DETTO E PROMESSO, ci staranno tutti i giorni con il fiato sul collo.

se a qualcuno va bene così!!!

Vuol dire che un domani si saprà chi ringraziare.

Magari per qualcuno sarà la buona scusa per dare la colpa ad altri se qualche progetto non dovesse passare e si dovrà ridimensionare o chiudere qualche attività!!

un noto politico italiano diceva: a pensar male è peccato ma a volte ci si azzecca
Stefano
inserito il: 18.11.2016 17:48
“AMBIENTALISTI, SOSTENIBILITÀ, PARCO EOLICO E PARC ADULA”

Il Movimento No Parc Adula, prende atto dell’opposizione presentata dalla STAN al progetto sul Parco eolico previsto sul Passo del San Gottardo, promosso da AET. Un progetto che riteniamo tanto importante quanto futuristico, nel panorama della politica energetica cantonale. L’annunciata opposizione, ci rattrista e ci preoccupa. Il diritto di ricorso delle associazioni protezionistiche ed ambientaliste in merito a svariati ed importanti progetti che toccano la gestione e l’utilizzo del nostro territorio, in nome della sostenibilità, sono un ulteriore ostacolo all’autodeterminazione delle zone di montagna.
Rendiamo di conseguenza attenta la popolazione che dovrà esprimersi sul progetto Parc Adula, sui rischi in prospettiva futura, riguardo a simili prese di posizioni da parte del mondo ambientalista e protezionista in merito a gestione ed utilizzo del territorio di casa nostra e soprattutto riguardo ad importanti progetti futuri che, quasi inevitabilmente cozzeranno con l’intransigenza e l’estremismo di queste associazioni.
Il Movimento No Parc Adula appoggia il progetto “Parco eolico San Gottardo” e invita la popolazione dei comuni coinvolti, a riflettere sui rischi nel “consegnare” le chiavi della Valle di Blenio al Parc Adula.

Per il Movimento No Parc Adula
Il Presidente Stefano Fraschina
Team Parc Adula
inserito il: 18.11.2016 10:31
Per informazione, pubblichiamo un articolo apparso alcuni giorni fa sui media.

Il Parc Adula sostiene l'agricoltura

Leggendo gli argomenti di chi è contrario, balza spesso all'occhio che molti di questi riguardano l'agricoltura. È sorprendente constatare quanto il progetto venga, volutamente o meno, interpretato in modo errato. È incomprensibile infatti che la parte avversa derida tutto ciò che nell'odierna politica agraria costituisce una grossa fetta dei nostri pagamenti diretti. Biodiversità, progetti di interconnessione (muri a secco), qualità del paesaggio sono tutte misure che costituiscono parte integrante del nostro reddito agricolo.

Il Parc Adula può e vuole dare una mano nella realizzazione di queste misure che richiedono un intenso lavoro, mettendo a disposizione risorse umane e addirittura mezzi finanziari. Alla fine a guadagnarci saremo noi contadini perché per le misure portate a termine otterremo ricompense!
I pagamenti diretti continuano ad essere la componente principale del nostro reddito agricolo. Se anche in futuro ciò continuerà a essere garantito non lo sappiamo. Per questo è importante sviluppare idee che consentano la creazione di un pilastro aggiuntivo, permettendo anche alla prossima generazione di guardare con fiducia al futuro.

Il Parc Adula, in quanto piattaforma, può aiutare a realizzare idee, unire le forze, ridurre i costi economici e creare visibilità attraverso la grande finestra rappresentata a livello svizzero e internazionale da un importante parco nazionale. Ciò potrebbe avvenire nel campo delle colture speciali (erbe, bacche, cereali, frutta ecc.) oppure dell'agriturismo (turismo esperienziale in fattoria, prodotti, pernottamenti in mezzo al fieno ecc.), per citare solo un paio di esempi.
I nostri sforzi per conservare e valorizzare il paesaggio, i nostri servizi in campo agricolo e i nostri prodotti contribuiscono in modo considerevole all'attrattività delle nostre regioni, rendendoci un partner importante per il settore turistico.

Per questo il Parc Adula rappresenta una grande opportunità per il futuro delle nostre aziende e una valorizzazione dei nostri sforzi effettuati nel corso di generazioni per preservare la bellezza del paesaggio, il tutto senza dover cedere nulla!


Agnese e Aurelia Berta, Agriturismo Raisc, Braggio

Alberto Toscano, Biobarnom, Pian San Giacomo

Nathan Colombini, contadino, Rossa

Lucia Rigonalli, contadina, Cauco
paolo
inserito il: 18.11.2016 7:43
Rico, l’esempio calza a pennello. Dimostra che, al di la della tanto decantata libertà ed autonomia, dobbiamo subire le leggi federali e cantonali. Il tetto in piode dovrebbe beneficiare del sussidio cantonale (sperando che duri nel tempo). Ma io ritengo che anche i comuni potrebbero dotarsi di un regolamento per queste valorizzazioni territoriali, e dare un ulteriore aiuto facendo capo ai fondi a disposizione del Parco. Il tetto in piode è la nostra tipicità e l’art. 18 dell’Ordinanza recita appunto che nella zona periferica si punta a “conservare le caratteristiche del paesaggio e l'aspetto degli abitati, valorizzandoli nella misura del possibile”. Anche fare tetti in piode crea posti di lavoro e mantiene una conoscenza artigianale sempre più rara. Forse mi illudo: ma non val la pena crederci e tentare questa avventura?
Rico sauser
inserito il: 17.11.2016 22:05
Team PA

Riguardo la zona cuscinetto

Molte parole che vanno interpretate
Perché il vostro scritto chiaro non lo è
Faccio un esempio , forse banale o forse significativo

Un mio caro amico ha inoltrato una licenza di costruzione in un monte a ridosso della zona centrale per la sostituzione della copertura del suo rustico con intenzione di farlo in lamiera ma la licenza non l'ha ricevuta , solo piode dove solo due anni prima un altro proprietario nello stesso monte ha ricevuto l'autorizzazione per la lamiera .
Sarà qusto un esempio di effetto cuscinetto?
O forse ho capito male e il mio amico riceverà un sussidio del PA
per una dispendiosa copertura in piode?
Come per i muri a secco , pascoli alberati, ecc. Peraltro molto belli

Premetto di essere un amante delle piode.

Non è che il famoso (puffer) si trovi proprio dietro le nostre stesse ginocchia proprio dove riceveremo la stangata e ci troveremo in ginocchio e faccia in terra nella posizione più vulnerabile.....

Saluto e ringrazio
Rico
PARC ADULA
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