Blenio Café
PARC ADULA
Moderatrici
inserito il: 5.8.2009 20:31
Cari lettori di BC,
riapriamo il dibattito su questo forum riproducendo integralmente una lettera al giornale di Giampietro Bruni di Olivone (Movimento critico Parc Adula) apparso sul "Corriere del Ticino" di oggi, 5 agosto, a p.14.

Buona lettura e... buona estate,
Le Moderatrici

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LE RAGIONI DEL NO A QUESTO PARC ADULA

di Giampietro Bruni, Olivone, architetto, Movimento critico Parc Adula

Mi corre l’obbligo di premettere la mia posizione di difesa e di rispetto per quanto la natura ci offre e l’uomo nella forma più intensa e necessaria abbia prodotto su queste nostre terre.

Appurato ciò ed evidenziato da subito che l’uomo deve poter vivere ed operare all’interno di questo ambiente ne giustifico senza riserve l’assioma e non tollero la retorica di leggi, organizzazioni e qunt’altro che cercano di estrometterlo.

Al proposito mi piace ricordare la base statutaria di Aquanostra, un’associazione (presente pure in Ticino) per il rispetto della natura a 360 gradi, con primo attore centrale l’uomo in tutte le sue accezioni di vita; essa ha saputo prendere le distanze da queste pericolose operazioni previste su terra ticinese.

Ma veniamo a parlare di questo famigerato progetto per la creazione del Parc Adula, sostenuto senza nessun freno inibitorio da quanti vogliono a tutti i costi imporne la realizzazione contro tutto e tutti, magnificando chissà che futuro.

Il «Corriere del Ticino» di sabato 9 maggio 2009 nell’articolo intitolato Svelato il perimetro del Parc Adula ne evidenzia con una cartina a colori i confini (vedi Consultazione ai comuni 2009).

Si tratta di una superficie complessiva di ben 960 km2 di cui 206 di nucleo e 754 di zona periferica (misure proibitive e insostenibili nelle nostre conosciute dimensioni geografiche).

A questo proposito vanno fatte subito delle osservazioni di grande importanza: 1. il nucleo copre una superficie inaccettabile, pericolosamente negativa per agricoltura, turismo e altro; 2. le giurisdizioni dei Comuni di Biasca, Osogna, e Cresciano sono state completamente liberate e questo per una forte e giustificata presa di posizione dei Patriziati, in particolare di Biasca, le cui assemblee hanno votato in modo esemplare una decisione che dice no alla primitiva intrusione prevista sulle loro proprietà; 3. la giurisdizione di Malvaglia è stata graziata per tutta la sponda sinistra della Valle Malvaglia e per la superficie comunale abitativa del fondovalle: anche in questo caso, l’opposizione intelligente e chiara di alcuni cittadini è stata determinante; ma si è cercato di passare l’acqua bassa; 4. ben differente è la posizione per il resto della Valle di Blenio, dove con presunzione assoluta si è prevista l’immisssione in zona periferica di Dongio, Comprovasco, Lottigna, Torre, Aquila, Olivone con tutta la Valle del Lucomagno, Campo Blenio con tutta la Valle di Campo e Ghirone.

La spudoratezza di aver previsto una tale inclusione potrebbe fare pensare ad una presunta predisposizione soft di Comuni e Patriziati direttamente interessati.

Da quanto ho potuto constatare a livello di popolazione, l’inclusione del fondovalle di Blenio è di per sé inammissibile e inaccettabile; spero sia anche questa la giustamente proclamata posizione critica delle nostre autorità .

Una prima risposta chiara e senza ombre, i fautori di questa reintroduzione in chiave moderna dei famigerati Landfogti, l’hanno avuta nel corso della presentazione voluta martedì 2 giugno nella gremita sala patriziale di Olivone.

Credo e spero che tale predisposizione fortemente negativa della base abbia ad essere solo l’inizio di una opposizione forte, organizzata e decisa nei confronti di questa inammissibile licenza di disporre del pregiato territorio altrui.

Bene ha fatto il Municipio di Blenio, pur mantenendo aperto uno spiraglio, a dire senza mezzi termini che con le premesse attuali (legge federale e ordinanza sui parchi d’importanza nazionale; in particolare gli articoli 16, 17, 18) nulla verrà accettato. Mi piace riprendere quanto il sindaco di Blenio, nel suo saluto introduttivo, ha ribadito a chiare lettere la sera del 1° di agosto.

Mi sembra a questo punto giustificato e indispensabile invitare i nostri rappresentanti a Berna perché tutti assieme abbiano a chiedere (e penso siano seguiti da consiglieri di altri Cantoni) di rivedere, se non la legge federale in materia, sicuramente la citata famigerata ordinanza sui parchi. Senza questa condizione non si può giustificare, nemmeno con le premesse di possibili aperture al dialogo e al compromesso, nessun discorso sul Parc Adula; si tratta solo di false promesse da non sottoscrivere.

Qui non si tratta di sognare eventuali ipotetici benefici, discutibili e oggi solo presunti, ma si tratta di mantenere le nostre prerogative, non solo di proprietà, ma ancor più di libertà di evoluzione nelle attività primordiali dell’uomo, di noi tutti cittadine e cittadini di Blenio, fieri di sventolare le bandiere ticinese e svizzera, ma altrettanto attenti a non essere traditi da quanti cercano di vendere le nostre libertà per un pugno di ceci, conditi anche con boria personale.

Concludo evidenziando che il vocabolo «sostenibile» che ricorre quasi su ogni pagina della citata ordinanza e di cui molti si riempiono la bocca, va considerato in tutta la sua pericolosità in negativo nell’applicazione di un ben conosciuto integralismo assoluto in materia.
Moderatrici
inserito il: 23.7.2009 4:45
Cari utenti,
a complemento dell'informazione del 15.07.2009, aggiungiamo oggi anche la presa di posizione dell'Amministrazione del Patriziato Generale di Aquila-Torre-Lottigna in merito al Parc Adula, presa di posizione resa nota assieme a quella del Comune di Blenio il 15 luglio scorso a Olivone.

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PRESA DI POSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE DEL PATRIZIATO GENERALE DI AQUILA-TORRE-LOTTIGNA IN MERITO AL PROGETTO PARC ADULA

In linea di principio l'Amministrazione patriziale non si oppone allo studio del progetto Parc Adula, anche perché, da un esame dei perimetri Parc Adula, risulta evidente che il Patriziato Generale di Aquila-Torre-Lottigna è proprietario di circa il 50% della zona nucleo (colore rosso sulla cartina) dove si trovano gli alpi fra i migliori del Cantone, attualmente tutti caricati:

- Greina-Motterascio, caricato da bovini e ovini
- Refugio-Garzora-Fanee-Scaradra, caricato da ovini
- Bresciana, caricato da bovini
- Adula, caricato da ovini e caprini
- Simano, caricato da ovini e caprini
- Pian Premesti, caricato da bovini

Le condizioni poste dal Patriziato per una possibile adesione al progetto Parc Adula sono le seguenti:

ALPI:
- l'attuale sfruttamento delle zone di pascolo deve essere mantenuto senza alcuna condizione o restrizione di superficie pascolata, come pure senza limitazioni del carico di bestiame rispetto a quello attuale;

- tutte le attuali infrastrutture alpestri, i rifugi alpini di proprietà del Patriziato e pure le teleferiche di collegamento e di trasporto devono essere mantenuti operativi;

- i lavori di manutenzione e gli interventi di miglioria delle infrastrutture, necessari per conformarsi alle normative di gestione degli alpi, devono essere ancora possibili conformemente alle normative in vigore.

In linea generale, chiediamo che l'attuale sfruttamento degli alpi del Patriziato non debba essere oggetto di ulteriori limitazioni o condizioni particolari che possano in qualche modo condizionare negativamente l'attuale potenzialità di carico.

PORTA DEL PARC ADULA

La porta d'entrata del Parc Adula deve essere situata nella "Zona periferica", vale a dire ad Aquila o ad Olivone. Questa richiesta è ampiamente giustificata dalla necessità di orientamento e di informazione all'utenza sull'accesso alla Zona centrale più importante del Parco. Porre tale accesso in zona più discosta o addirittura al di fuori della Zona periferica è un puro non senso e mal si concilia con la comunicazione diretta verso gli utenti e il personale del Parco.

GREINA

L' "Ordinanza federale del 25 ottobre 1995 sull'indennizzo delle perdite subite nell'utilizzazione delle forze idriche" (OIFI) disciplina il versamento di indennità di compenso per le perdite sostanziali subite a seguito della rinuncia dell'utilizzazione delle forze idriche, com'è stato il caso della Greina che è stata messa sotto tutela come paesaggio di importanza nazionale, meritevole di protezione (cfr. Art 1 OIFI).
In applicazione di detta Ordinanza, è stato fissato, mediante contratto di diritto pubblico, un congruo indennizzo di circa 1,2 milioni all'anno per 40 anni, unicamente a favore del Cantone Grigioni e in particolare dei Comuni di Vrin e di Sumvigt, per la mancata utilizzazione delle forze idriche nella regione della Greina.

Considerato che i diritti sulle suaccennate sorgenti e corsi d'acqua sono di esclusiva pertinenza del Patriziato di Aquila, proprietario del terreno (acquisto perfezionato a suo tempo e detenzione dei diritti sulla base del diritto civile federale, art. 704 CCS), era lecito attendersi anche il diritto che il legittimo proprietario partecipasse concretamente agli utili derivanti dal mancato sfruttamento di dette forze idriche.

Visto che la progettazione e regolamentazione del Parc Adula, il cui perimetro della Zona centrale tocca gran parte del territorio del Patriziato di Aquila, coinvolge pure il Cantone Grigioni e i Comuni summenzionati di Vrin e Sumvigt, il Patriziato di Aquila chiede quale condizione di adesione al progetto Parc Adula la rimessa in discussione delle disposizioni di indennizzo suaccennate, mediante un accordo a suo favore di almeno un terzo del contributo globale versato ai Comuni del Cantone Grigioni per 40 anni.

Questa condizione è la premessa essenziale per entrare nel merito di un possibile accordo di realizzazione del Parco sul territorio del Patriziato di Aquila.

Per il Patriziato Generale di Aquila-Torre e Lottigna,

Il presidente Alessio Rigozzi
Aquila, 7 luglio 2009

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Ringraziamo l'Amministrazione patriziale per la gentile disponibilità alla pubblicazione di questa presa di posizione.

Le Moderatrici


Marcello
inserito il: 19.7.2009 0:30
Complimenti al Municipio di Blenio anche da parte mia, ci voleva!
Ora vediamo se qualcuno si decide a darsi una mossa! E ad affrontare la problematica in modo diverso...
Gina
inserito il: 17.7.2009 18:01
Molto bene, complimenti anche da parte mia. Penso che in tale modo si possa avviare una discussione costruttiva. Anche molti dei contributi su questo forum vanno in quella direzione.
Richi
inserito il: 16.7.2009 23:04
Complimenti al Municipio di Blenio per l'articolata e precisa presa di posizione.
Moderatrici
inserito il: 16.7.2009 5:04
PRESA DI POSIZIONE COMUNE DI BLENIO

(II parte) - continuazione post delle 22.15

Parallelamente pretendiamo che il Parco partecipi a valorizzare la cultura dei luoghi e a sostenere le attività culturali e produttive attualmente esistenti. In quest'ottica pensiamo ad esempio che i rustici debbano poter essere riattati e mantenuti. Nel Comune di Blenio sono inoltre presenti 19 alpeggi in gran parte rinnovati, di cui vorremmo fossero mantenute la loro attività sia dal punto di vista della gestione, sia da quello delle agevolazioni. Le capanne alpine dovranno pure essere conformate alle esigenze turistiche. A nostro avviso è molto importante che la versione definitiva del piano di gestione non entri in conflitto con le attività tradizionali della popolazione locale, che sono già ridotte al minimo vitale.

E' altresì importante che il discorso progettuale venga allargato anche alla zona definita nel rapporto Friberg come zona di frontiera, di valenza regionale. Pensiamo in particolar modo alle problematiche del Centro Nordico di Campra, della stazione sciistica di Campo Blenio, della Fondazione Alpina per le Scienze della vita e di altri progetti quali le Terme, il Nara e la Cima-Norma. Nel contesto della Nuova Politica Regionale il Parc Adula può contribuire ad offrire all'economia locale e regionale delle opportunità di sviluppo che partano proprio dal Comune e dalla sua capacità di rendersi promotore e imprenditore di iniziative riguardo a progetti innovativi. Questi enti promotori e in prima linea il nostro Comune sono coloro che possono contribuire a creare posti di lavoro e a favorire una politica di delocalizzazione a livello cantonale di insediamenti produttivi.

La maggior attrattiva del Parco consiste nei territori che si trovano ad alta quota. A nostro modo di vedere, il parco può avere un effetto di rilancio se riesce a garantire al contesto economico locale una continuità di mercato turistico. Pensiamo al periodo invernale che richiede uno sviluppo di Campo Blenio e di Campra con progetti importanti per la nostra regione. Andranno quindi approfondite le problematiche e le relative restrizioni presenti nella zona periferica, oltre che nella zona centrale, al fine di valutare in che misura queste non vadano ad ostacolare lo sviluppo di tali progetti.

I Comuni - che sono i principali attori di promozione del territorio della Valle di Blenio - vogliono essere in prima linea per quanto riguarda un progetto di importanza regionale come il Parc Adula, sia durante la fase di progettazione, sia in avvenire durante le ulteriori fasi. I Comuni, sotto l'egida di ASCOBLE, sono i rappresentanti della popolazione e i principali interlocutori che conoscono le problematiche del territorio, le sfide e le speranze che un Parco può offrire. Inoltre essi hanno forza contrattuale e politica nelle trattative con i Grigioni e con Berna. Non dimentichiamo poi che ad essi spetta di coprire i costi inerenti alle modifiche pianificatorie e a tutti quegli investimenti che saranno chiamati a fare. I Comuni, nella continuità di una politica che li vuole forti, dinamici e interattivi in quanto fautori di uno sviluppo socio-economico del territorio, necessitano di possedere gli strumenti necessari per l'autodeterminazione, nonché di mantenere e valorizzare le proprie competenze decisionali, al fine di portare avanti concretamente quanto serve alla Valle.

In nome di un ideale politico conforme con quanto si prospetta a livello cantonale e svizzero, il nostro Comune di Blenio vuole recitare un ruolo di primo piano nello sviluppare, supervisionare e realizzare i progetti che permetteranno alla Valle di avere un futuro. La Valle necessita di essere unita nel promuovere tutto quanto porta ad uno sviluppo sostenibile. Concretamente un fondo di sostegno e di sviluppo infrastrutturale turistico gestito dai Comuni permetterebbe di coinvolgere attivamente gli attori principali dei vari progetti, creando così le necessarie sinergie per sostenere i singoli progetti, anelli indispensabili del sistema socio-economico della Valle.

Prima di concludere, reclamiamo la versione integrale italiana dei due studi dei Prof. Rieder e Prof. Friberg, come promesso durante la serata informativa di Olivone. Benché il tedesco non ci sia sconosciuto, la nostra lingua madre è l'italiano. Di conseguenza riteniamo indispensabile che tutte le parti coinvolte nel progetto possano accedere in maniera equa e completa alle risorse documentarie e alle informazioni esistenti. Ci domandiamo come mai questo non sia ancora stato fatto.

Infine riteniamo insufficiente il termine che avete posto ai Comuni riguardo la decisione di entrare nella terza fase, quella di istituzione. Teniamo dunque a prenderci il tempo necessario per approfondire e valutare le sfaccettature del progetto. Solo in questo modo ci è possibile prendere una decisione che vada enll'esclusivo interesse della popolazione locale.

Con la presente, a cui viene allegato il questionario debitamente riempito, chiediamo quanto prima un incontro, al fine di potervi esporre e motivare i contenuti della nostra presa di posizione, e fare chiarezza sui vari aspetti del vostro progetto non ancora risolti.

Cogliamo l'occasione per ringraziarvi della vostra diponibilità e per trasmettervi i nostri migliori saluti.

Per il Municipio di Blenio,
Firmato:
il sindaco Marino Truaisch
il vice segretario Ivan Menegalli

Olivone, 7 luglio 2009
Moderatrici
inserito il: 16.7.2009 4:15
Cari utenti interessati a questa tematica,

oggi il Comune di Blenio e i Patriziati generali di: Aquila-Torre e Lottigna, Olivone-Campo Blenio e Largario e quello di Buttino hanno illustrato alla stampa la loro presa di posizione critica in merito al progetto di Parc Adula.

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Riteniamo cosa utile ed interessante, soprattutto a seguito della serata del 2 giugno scorso, riproporre qui integralmente la PRESA DI POSIZIONE SULLA BOZZA DEL PIANO DI GESTOINE DEL PROGETTO PARC ADULA, presa di posizione che il Comune di Blenio ha inviato al Gruppo promotore unitamente al questionario sulla bozza del piano di gestione.

Ringraziamo in particolare il Municipio di Blenio per concederci, anche in questa sede, la pubblicazione integrale della sua presa di posizione.

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PRESA DI POSIZIONE DEL COMUNE DI BLENIO

In merito alla bozza del Piano di gestione del Progetto Parc Adula, sottoponiamo alla vostra attenzione alcune prime osservazioni di carattere generale inerenti i punti del documento posto in consultazione. Questa lettera costituisce un'entrata in materia sui contenuti del progetto e nello stesso tempo un indispensabile punto di partenza e di continuità nel valutere la reale fattibilità di un Parco nazionale per la nostra zona dell'Alto Ticino. La nostra dichiarata intezione di entrare in merito alla questione dell'istituzione del Parc Adula deve essere consideratea non tanto come un'adesione tacita di quanto di viene proposto, quanto un'entrata in materia critica e condizionata da nostre precise richieste.

Una nostra prima considerazione riguarda la vostra presentazione del progetto, che non ci è sembrata animata dal desiderio di condividere dubbi e incertezze espresse dall'esterno né pervarsa dalla volontà di informare in modo trasparente e chiaro. Durante la serata non abbiamo assistito ad un dibattito incentrato sulle incidenze riguardo la realtà specifica del Comune di Blenio e della Valle, ma unicamente ad una presentazione di un Parco in qualche modo asettica, astratta e generica, adattabile quindi ad ogni realtà. Sono inoltre emerse da parte vostra pseudo-sicurezze sulla possibilità di modificare l'Ordinanza, la qual cosa non è invece di semplice attuazione e va posta piuttosto come condizione. Si è tentato di fornire risposte che nella fase attuale non possono legittimamente essere fornite. Durante la serata non si è colta l'occasione di spiegare l'importanza del Parco come strumento di sviluppo adeguato al nostro territorio, né di esplicitare le reali difficoltà che tuttora devono essere affrontate.

In linea generale, noi siamo dell'idea che, per qualsiasi progetto, la realtà socio-economica del Comune e della Valle debba costituire il filo conduttore indispensabile di ogni progetto se si vuole un reale ulteriore sviluppo della regione. L'indispensabile obiettivo è quello di avere un ristorno in termini socio-economici per l'intera regione grazie al Parco. Il progetto Parc Adula deve in qualche modo essere adattato alla nostra realtà locale, con l'effetto di ricadute concrete positive dal punto di vista socio-economico. Auspichiamo che vi sia un confronto aperto e consistente sui diversi aspetti che concernono la realizzazione del Parco, affinché possano essere vagliate e valutate le potenziali ricadute ambientali e socio-economiche per la Valle e il Comune di Blenio. In altre parole, pensiamo che le modalità di lavoro debbano andare nella direzione di uno sviluppo socio-economico della Valle e del nostro Comune sostenibili, e non verso un'idea di parco avulsa dalla nostra realtà territoriale e dalle nostre potenzialità di sviluppo.

Le ricadute socio-economiche e culturali oltre che ambientali sul nostro territorio e comune sono le premesse necessarie affinché il Parco possa prendere vita nella nostra realtà. Ne consegue che per sviluppare il progetto del Parco e della sua realizzazione è necessario svolgere un'esauriente lettura delle caratteristiche delle specificità che il tessuto bleniese possiede, in modo da rendere possibili ed auspicabili proposte concernenti correttivi e misure di sostegno e di aiuto allo sviluppo dei settori importanti quali il turismo, l'agricoltura e l'artigianato. Il Parc Adula non deve essere posto in contrapposizione a questi settori, ma deve essere integrato nel quadro di sviluppo globale che si vuole rilanciare. Nel progetto va tenuto in considerazione anche il lungo processo di implementazione che esso comporta, in quanto si vuole fermamente evitare che nel frattempo vengano compromessi progetti a noi cari attualmente allo studio. Il Parc Adula, sia nella fase di realizzazione, sia nella sua forma implementata, deve facilitare i progetti e le attività esistenti o in via di sviluppo per quanto attiene al nostro territorio.

Vogliamo in particolar modo rendere attenti che con ben 56km2 di zona nucleo siamo il comune maggiormente coinvolto nel progetto. Esigiamo pertanto di essere parte attiva nel processo decisionale di concezione e di realizzazione di un eventuale Parco. Riteniamo altresì opportuna una maggiore rappresentanza del Comune di Blenio in seno agli organi statutari e consultivi che compongono l'Associazione Parc Adula. Parimenti rivendichiamo la direzione del Parco e pensiamo che la sede amministrativa debba essere collocata nel Comune di Blenio.

(I parte - II parte continua sopra)

fiordaliso
inserito il: 14.7.2009 7:01
Penso che la serata del 2 giugno sia un brutto ricordo da – se possible – dimenticare: la presentazione come già cita Mara nel post precedente non era certamente la migliore – tutt'altro; le parole “pesanti” (magari solo poche ma non per questo meno sgradevoli o offensive – ne tantomeno meno condannabili) avrei preferito non fossero state dette... che poi i promotori del progetto rivanghino la cosa pubblicamente sulla stampa mi lascia semplicemente interdetto... vabbè...
siam rissosi... è una croce che ci dobbiamo trascinare.

Personalmente preferisco invece riprendere la conversazione lanciata da Peter Vonow (via le Moderatrici) in uno dei post precedenti. La questione della caccia la lascio discutere a persone più informate sul tema mentre il punto a riguardo “il modello americano” è quello che ha stuzzicato il mio interesse. Di autostrade in mezzo al parco ne farei a meno (comunque nel nostro caso non esattamente applicabile) ma l’appunto di Vonow solleva una domanda: Che tipo di parco?

La disquisizione tra “regionale” o “nazionale” a me interessa meno che ad altri, ciò che mi interessa sono i numeri dei potenziali visitatori, la qualità di questi visitatori, le porte e le “strutture” d’accesso... ed il tipo di economia che questi potrebbero generare nella regione. La mia istintiva scelta andrebbe per quelle soluzioni che prediligono i numeri bassi e la qualità alta... per dirla schietta “turisti si, però meglio pochi, interessati e soprattutto buoni”. Mi interessava sentire altre opinioni in merito.
marcello
inserito il: 12.7.2009 2:06
Signor Keller,
sono uno di quelli che alla serata del 2 giugno ha chiesto e ottenuto solo risposte evasive, minimaliste e tendenziose.
Se le sue recenti affermazioni pubblicate sul GdP corrispondono al vero abbiamo una ragione in più per preoccuparci.
Personalmente credo che la realizzazione di un parco rappresenti ancora una reale opportunità di sviluppo della nostra regione, ma ho forti dubbi che chi sta al vertice di questo ambizioso progetto abbia la mia stessa convinzione.
Al posto di una schietta e spontanea autocritica su com’è stato, e lo è tuttora, gestito e portato avanti il progetto, la serata del 2 giugno a Olivone ne è l'esempio, mi tocca leggere affermazioni da far accapponare la pelle anche ai più ottimisti!
mara
inserito il: 11.7.2009 23:03
Saluti a tutti,
ho letto nella cronaca odierna l'articolo riportato qua sotto, apparso su GpP di oggi, sabato 11 luglio.

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Sinceramente, a titolo personale, un paio di osservazioni dette dai membri del Gruppo promotore Riccardo Tamoni e Fabrizio Keller mi lasciano un po', per non dire molto..., perplessa...

La prima, e cito:

"A disturbare, come nel caso di Olivone, è però il metodo degli oppositori, che hanno utilizzato anche parole pesanti" (affermazione di Tamoni).

-> a parte il fatto che "gli oppositori" - che io sappia - non si sono formalizzati in gruppo e quindi non hanno deciso nessuna "tattica", posso concordare che in un caso, al massimo due, sono volate alcune parolacce, certo sgarbate; tuttavia ritengo che - non essendo la prima serata del genere che mi trovo a seguire - gli altri interventi sono stati tutti documentati, più che leciti, interessanti, presentati in tono pacato ed erano, a mio avviso, "sintomo" di una popolazione che vuole essere informata, che vuole sapere (quel che fino a quel momento non sapeva...)

Seconda, e cito di nuovo:

«Il problema – annota Fabrizio Keller – è che spesso chi dice di non volere ulteriori restrizioni, in realtà vuole continuare a fare un uso selvaggio del territorio, senza rendersi conto che questo favorisce l’uso selvaggio anche da parte di altre persone».

-> non generalizzerei, è pericoloso. Non perché una persona non vuole una limitazione, questo vuol necessariamente dire che questa persona fa un uso scriteriato e selvaggio del proprio territorio... anzi... del proprio territorio, può averne molta cura...

Personalmente, mi spiace un po' leggere affermazioni di questo genere sulla stampa. Possono essere anche la realtà, ok, anche se solo in parte e non generalizzata. Ma dette così secondo me avranno ancora un effetto di "boomerang" nocivo.

Forse, anzi..., non sarebbe neanche stato così male se i promotori della serata di Olivone del 2 giugno scorso avessero invece ammesso che la stessa non è stata organizzata, impostata e presentata bene ai bleniesi... L'immagine che ne sarebbe uscita e l'eventuale riguadagno di consensi sarebbero stati diversi... Ma forse sbaglio...
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