Blenio Café
PARC ADULA
fiordaliso
inserito il: 8.6.2009 14:48
Sono pienamente d'accordo - il dato va acquisito. Se sulla questione della conservazione del patrimonio naturale (mi sembra almeno) abbiamo due approcci diversi, sulla seconda questione (quella dello sviluppo economico regionale) siamo sullo stesso binario. Non posso credere che nessun studio sia mai stato fatto sulle ricadute economiche (e non) del Parco Nazionale in Engadina - o di altri Parchi con simili caratteristiche del prospettato Parc Adula... Se il dato esiste, per pianificare il futuro della Valle, è importante analizzare questi dato.

Le domande che vorrei poi far seguire sono come (e in che misura) la Valle di Blenio possa beneficiare da queste possibili ricadute - non dimentichiamo che questo Parco (ammesso che trovi il consenso) avrà più di un accesso: la Surselva, la Mesolcina e Calanca, e l'Hinterrhein.
marcello
inserito il: 8.6.2009 13:22
In effetti bisognerebbe andare oltre e chiedere maggiori informazioni riguardo la votazione avvenuta nel 2000. Mi sembra fossero coinvolti altri comuni della Bassa Engadina.

Ecco una intervista rilasciata del direttore attuale del parco engadinese.
www.swissinfo.ch/ita/ricerca/Result.html?siteSect=...

Questa dichiarazione di Berna dovrebbe confermare quanto detto in precedenza sulla questione della zona periferica
www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&m...

Buona giornata a tutti
fiordaliso
inserito il: 8.6.2009 6:00
Grazie per le informazioni supplementari - anche se, caro Marcello, dall'articolo che hai seganalato non si deduce che la ragione dell'opposizione fu (come spieghi nella nota) l'ampliamento della "zona periferica"... forse puoi darci maggiori dettagli...

Da quel che si legge, i comuni in causa furono due Lavin (che approvò l'ampliamento) e Zernez (che lo rifiutò "227 voti contro 145"). Per completezza vale la pena ricordare che il 68% dell'esistente Parco Nazionale (come spiega l'articolo) già si trova sul comune di Zernez... e per quel poco che conosco la Bassa Engadina... credo che proprio Zernez sia il comune che maggiormente beneficia dell'esistenza del Parco... ma se qualcuno ha dati contrari sono il primo a volerli conoscere.

Difatti - come già espresso nel precedente contributo - penso che sia nell'interesse di tutti avere accesso al dato relativo alle ricadute economiche del Parco Nazionale in Engadina... Così da meglio informare le nostre decisioni. Mi auguro che i promotori del progetto leggano questo forum.
marcello
inserito il: 8.6.2009 4:12
Qui un testo del Consiglio Federale
www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&m...

E qui una notizia di cronaca trovata su swiss-info
www.swissinfo.ch/ita/archive.html?siteSect=883&...

Da quanto si può dedurre fu proprio la creazione della zona periferica ad essere rifiutata dai comuni interessati attraverso una votazione popolare
fiordaliso
inserito il: 8.6.2009 2:40
Grazie per l'appunto marcello, ho già ammesso di non essere un esperto della Bassa Engadina.

Forse però - per completezza - puoi darci qualche dato di riferimento in più. Infatti non trovo notizie (sul web almeno) di questa votazione e quale fosse la domanda che allora fu posta alla popolazione.

Permettimi di precisare che la mia nota precedente non viene invalidata da un "no" o un "si" ad un ampliamento del Parco Nazionale engadinese (il Parco fu comunque ampliato negli anni a più riprese - vedi sotto). Se hai un dato che indica che la maggior parte della popolazione engadinese oggi (o nel 2000) direbbe di "no" al Parco di per se... allora sì... quello è un dato che dovremmo analizzare. Ma da quello che riesco a scavare (e sono il primo ad accettare che i miei dati sono parziali) il Parco ha funzionato per la Bassa Engadina.

Forse questa è un domanda che i promotori del Parc Adula dovrebbero farsi carico di rispondere (e se il dato non esistesse, di ricercare). Dopo tutto se l'esperienza esiste perchè non approffittarne... sarei il primo disposto a cambiare idea.

Il Parco instituito nel 1914 (erratamente avevo scritto prima 1913) fu ampliato a diverse riprese negli anni: nel 1918, nel 1932, nel 1961 e appunto nel 2000 con l'introduzione del comune di Lavin.

www.nationalpark.ch/snp.html
marcello
inserito il: 8.6.2009 0:46
A titolo informativo vi ricordo che i 2/3 dei votanti della Bassa Engadina nel 2000 respinse la proposta di ampliamento del Parco Nazionale grigionese.
fiordaliso
inserito il: 7.6.2009 20:02
Le risposte offerte dalle Moderatrici nella loro inchiesta “Che ne pensi” presentano – a mio avviso – una chiara scelta. Benchè sussistono anche per me diverse perplessità non ho dubbi sul fatto che un parco (a me piace pensare ad una riserva naturale) sia la base sulla quale è possibile lavorare. Di quesiti ancora irrisolti ve ne sono diversi (alcuni di questi eloquentemente formulati in questo forum da Gina, Alfiero ed altri) e questi devono essere approfonditi e risolti, ma un “no” a prescindere non ci porta – sempre a mio avviso – nessun reale vantaggio.

Le ragioni che motivano la mia scelta sono due e coincidono grosso modo con quello che i promotori del Parco propongono: conservare il nostro patrimonio naturale e creare un’opportunità di sviluppo per la regione.

È importante che leggiamo queste ragioni in un’ottica futura e non di convenienza immediata o personale. Un Parco di questo peso non è una cosa che avrà un vero impatto sulla nostra vita ma su quella dei nostri figli e le generazioni che seguiranno. Non sono un assiduo frequentatore della bassa Engadina (qualcuno forse può offrire al forum una migliore prospettiva), ma da quel che sento, oggi, per la maggior parte della popolazione locale il Parco Nazionale è motivo di orgoglio, benessere e non di disperazione... loro un Parco ce l’hanno dal 1913.

Ma fatta questa premessa torniamo alle due ragioni sopra.

Non vi è dubbio che nel secolo scorso l’urbanizzazione del nostro territorio ha conosciuto un’importante accelerazione. La cementificazione e “asfaltizzazione” ha progressivamente intaccato ed eroso gli spazi per il nostro patrimonio naturale. Questo è processo lento che può sfuggire ad un occhio solo concentrato sul presente, ma chi può ricordare i nostri fondovalli alpini solo 25 anni or sono potrà confermare che asfalto, cemento, cavi, veicoli e veivoli di tutti i tipi sono arrivati laddove prima non arrivavano. Questa tendenza è destinata a continuare man mano che la nostra società si urbanizza e consegna le montagne allo scopo di insediamento primario, secondario o di puro svago. Proteggere questo patrimonio è nostro dovere ed il recente cambio legislativo ci offre uno strumento che sicuramente vale la pena essere considerato.

Per quel che invece concerne il dibattito sullo sviluppo economico della regione guardiamoci tutti negli occhi e diciamoci che per quel che riguarda demografia ed economia i numeri sono quel che sono (e non puntano certo nella direzione giusta). Se vogliamo dare una chance ai nostri figli (ed ai figli dei nostri figli) di restare in Valle dobbiamo, oggi, fare qualcosa noi... anche se ci tocca digerire qualche sacrificio... fare niente non è un’opzione. Io altre grandi idee non ne vedo.
Gina
inserito il: 7.6.2009 5:53
Ringrazio Li per i suoi interventi ponderati che mi aiutano a superare la "depressione politica" nella quale sono caduta dopo la sera informativa sul Parc Adula...

Non mi sarei aspettata un fronte talmente viscerale di NO, di opposizione, di sfiducia. Io ho sempre visto piuttosto l'opportunità che significherebbe far parte della creazione e gestione di un Parco Nazionale di tale importanza e dimensione.

Mi definisco pure ambientalista ed ecologista, e se la biologa durante la serata parlava della responsabilità che abbiamo verso le future generazioni e il resto del mondo di conservare la biodiversità, che qui ancora c'è, posso sottoscrivere.

Ma hanno anche molto ragione i Sindaci di Acquarossa e Blenio se dicono che dobbiamo trattare bene, e chiedere il giusto prezzo per ciò che offriamo. Non deve più succedere la stessa cosa come con i canoni d'acqua! Perchè credo che una parte di quell'amarezza, fortemente tangibile nel pubblico di quella sera, deriva proprio dal fatto di esser stati troppe volte calpestati in passato.

Mi auguro che la discussione continui, che si possa elaborare il progetto, in collaborazione con tutti gli interessati, e mettere il progetto finale tra qualche anno in votazione popolare. A me sembra un processo molto democratico, e non dittatoriale, come sostenuto da alcuni durante la sera.
Li
inserito il: 7.6.2009 3:58
Mi spiace si sia frainteso quanto scritto sotto; intendevo che sottostare, ad esempio, ad un ordinanza forse non era una cosa solo negativa: e che, come il divieto di fumare, alla fine porta dei benefici che ne compensano i sacrifici, sopratutto nel lungo periodo.

Comprendo appieno la frustrazione di avere nel cassetto delle opere o dei progetti da eseguire e che “qualcuno” le blocchi senza sentire ragioni; per cui, si fidi, sono solidale con la sua “logica” prudenza di fronte al nuovo. Anche per questo invito sempre ad una seria ricerca di informazioni.

In quanto a chiudere alla prima incomprensione, mah?... Quello che avevo da dire l’ho detto, qualche spunto c’è; per cui posso lasciare volentieri il posto ai più giovani e al futuro che sapranno costruire.

Buon lavoro
marcello
inserito il: 6.6.2009 13:52
Caro Li,
tu paragoni il divieto di fumo nei locali pubblici ad un divieto di asfaltare una strada agricola?

Meglio chiudere!
PARC ADULA
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