Blenio Café
PARC ADULA
daniele
inserito il: 7.7.2009 15:56
La Legge e l'Ordinanza ci sono e dettano esattamente quello che si deve fare e quello che non si può fare.

Quindi, c'è poco da girare in giro! È anche giusto proseguire nello studio, ma ad un bel momento si dovranno dare, ai signori di Berna, le giuste ed insindacabili nostre condizioni, senza peli sulla lingua e cioé; o così o niente!!
Le giuste condizioni si dovranno ponderare attentamente e devono andare bene a noi tutti attori e proprietari del nostro territorio. Se poi, ai Signori che dirigono l'Europa non va bene, che vadano a rinfrescarsi e a vedere l'orso da un'altra parte.

Giusta l'osservazione dell'amico grigionese. I Parchi vanno bene in America, che ha gli spazi e la giusta morfologia del territorio (però in mezzo ci passano le autostrade di 20 metri di larghezza). Andare a vedere per rendersene conto!

Questa riflessione me la diceva pure una decina d'anni fà un caro amico italiano ex presidente del Club Alpino di quel Paese e professore d'antropologia alpina in una grande università e per di più uno dei primi promotori di un Parco vicino ai nostri confini cantonali. Mi diceva esattamente: lasciateli fare agli americani... Tutto dire!!

Altra riflessione (e vi rimando al mio intervento del 28 agosto 2006): perchè tutti gli altri progetti (Val des Bains, Mouveran, Zermatt, eccetera) sono stati accantonati?

Ciò non vuol dire che bisogna fare come gli altri, ma è un atout in più eventualmente (visto che più nessuno in Svizzera vuole regalare territorio) per dettare le regole fino alla fine. E poi, se proprio ne vale la pena, e solo allora si può anche decidere per il sì o per il no! Ma deve proprio valerne la pena!
Moderatrici
inserito il: 7.7.2009 4:54
Cari utenti di BC interessati a questa tematica,

visto che la cosa può interessare anche i cacciatori bleniesi (e non solo) e facendo seguito alla gentile richiesta di alcuni utenti del forum, vi proponiamo qui una traduzione di alcuni passaggi dell'articolo di Peter Vonow, redattore della Rivista "Bündner Jäger", articolo apparso a pagina 5 del numero di giugno scorso e citato da Marcello nel suo post del 17.6.2009, con link al testo in tedesco.

Ovviamente vi proponiamo qui solo alcuni passaggi, essendo l'articolo assai troppo lungo. Il consiglio, per avere una corretta visione d'assieme, è quello di leggerlo per intero. Per gli utenti del forum, abbiamo estrapolato qualche passaggio "forte", anche provocatorio, e che potrebbe rilanciare la discussione. Buona lettura.

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NATIONALPARK IN SICHTt?

Parco Nazionale in vista?

di Peter Vonow

(...)
La superficie del Parco progettato (Parc Adula) è di 960km2, di cui tra i 170 e i 200km2 in zona nucleo. La sola zona nucleo del PA sarebbe più grande dell’attuale Parco Nazionale dell’Engadina. Le bandite di caccia nella zona della Greina ricoprono quasi la metà della superficie della zona nucleo.
(...)
Secondo il progetto del PA, nelle zone periferiche deve rimanere possibile la pratica dell’agricoltura tradizionale e della selvicoltura. Tuttavia, ciò che questo significa concretamente non è ancora definito in modo chiaro. I promotori del PA non sembrano percepire, però, che la caccia, proprio come l’agricoltura e la selvicoltura, appartiene alle attività tradizionali e produttrici di materie prima. Questo fatto è un errore. Specialmente la caccia bassa subirà una forte pressione.
(…)
...uno dei problemi maggiori del Parco è il pericolo di concentrazione della selvaggina, come conosciamo bene nell’attuale Parco Nazionale. Se le bandite di caccia attuali si trovano tutte all’interno della zona nucleo, non sarebbe più possibile nessun intervento venatorio efficace. I grandi predatori potranno risolvere il problema? Sicuramente non nei prossimi decenni. A chi serve allora questo progetto? Evidentemente solo al turismo e non alla natura medesima. Qui sta il punto dolente.
(...)
Il nostro bel paesaggio, unico e modellato dall’Uomo da millenni, è proprio così bello e ricco di specie poiché è il frutto del sensato equilibrio tra l’utilizzo del territorio e la natura. Non dobbiamo tornare in dietro, all’ambiente selvaggio, bensì dobbiamo salvaguardare dal declino il nostro paesaggio e le conoscenze culturali ad esso legate. Quel che sta succedendo oggi, seguendo un modello americano, è una svendita del nostro territorio, della nostra Patria. E' proprio contro ciò che devono difendersi i cacciatori, assieme agli alpinisti, alle guardie forestali, ai contadini e agli agricoltori. Non siamo noi, cacciatori, gli avversari della natura, bensì quelle cerchie di persone che, con il pretesto della protezione della natura, vogliono degradare la nostra natura ad un Walt Disney Show.
(...)

Fonte: "Nationalpark in Sicht?", di Peter Vonow, "Bündner Jäger", mese giugno, p.5, 2009.

marcello
inserito il: 30.6.2009 13:31
Buongiorno a tutti,
riporto qui di seguito alcune considerazioni e delle risposte del coordinatore di un gruppo guide attivo principalmente nel Parco Val Grande.
Le domande erano:
-La vostra associazione organizza gite di diverso genere all'interno del parco, la vostra attività si svolge durante tutto l'anno?
-La vostra attività riesce a garantire una occupazione stabile e regolare sui 12 mesi?

Signor Monighetti buongiorno,
no, non mi sono dimenticato ma la risposta alla sua richiesta aveva bisogno di essere ponderata.

Conosco bene la sua valle e uno/due volte all'anno organizziamo una gita da quelle parti (la più frequente è Lucomagno, passo dell'Uomo, lago Ritom, Piotta).
Devo anche dire che si fa fatica a trovare clienti che vogliano venire nella vostra valle semplicemente perchè non la conoscono: a questo proposito se la valle entrasse in un Parco la conoscenza e la frequentazione aumenterebbero sicuramente.

Analoga situazione abbiamo avuto nella nostra provincia dove esiste il Parco Nazionale della Valgrande, il parco regionale Devero-Veglia (ora associata alla vallesana Binntal) e altre 10 realtà protette ed è innegabile che la loro costituzione abbia incrementato la richiesta turistica.

Detto questo, e non conoscendo a fondo i vincoli della legge svizzera, mi è difficile fare una valutazione costi/benefici sull'istituzione di un parco all'Adula questo dipenderà molto dalla volontà delle popolazioni locali di appropriarsi e far loro una gestione del territorio dal quale ricavare risorse in modo diverso da quanto per secoli erano abituate a fare.

ora rispondo alle domande precisando che la particolarità del Parco Valgrande; scarsità di sentieri, lpercorsi generalmente pericolosii, scarsa o nulla capacità ricettiva, impossibilità di frequentazione durante il periodo invernale, non è possibile utilizzare mountain bike nè sciare, ne fanno un caso limite e non credo si possa abbinare al 100% al vostro.

Da aprile/maggio a novembre orgnizziamo gite e trekkingi nel parco. I clienti sono generalmente cittadini che vengono dalle città del nord Italia. Con l'istituzione del Parco si è notato un aumento vertiginoso delle presenze di turisti stranieri soprattutto di lingua tedesca. Come può ben capire non stiamo comunque parlando di masse oceaniche ma di qualche migliaio di persone.
Nei mesi invernali l'attività principale è quella di educazione Ambientale rivolta alle scuole che si tengono all'interno o nei dintorni dei paesi del parco.

Siamo nati con il Parco (da qui il nostro nome di guidewilderness) e ancora siamo sul mercato offrendo lavoro come guide il cui numero oscilla tra le 4 e le 7 persone. Il nostro lavoro ci permette di avere lo stesso reddito di un impiegato svolgendo però un lavoro che ci piace e all'aria aperta.

Ultima considerazione: se non ci fosse stato il Parco noi non saremmo mai nati.

Questo è quanto mi sento di dirle sapendo benissimo che la nostra realtà imprenditoriale è ben poca cosa di fronte agli interessi complessivi di un intero territorio ma questo mi aveva chiesto e a questo ho risposto.

Sempre disponibile ad ulteriori approfondimenti e o chiarimenti.

Voglia gradire i nostri più cordiali saluti

Per Guidewilderness
il coordinatore
Renato bavagnoli
fiordaliso
inserito il: 25.6.2009 21:24
Impallinati: certamente. Errori di presentazione: posso anche concordare. Però diciamola tutta: i fucili caricati, e le pallottole erano già uscite dalla canna … e questi non avevano ancora cominciato a parlare. Lo striscione lo si vedeva salendo non scendendo.

Penso che i contributi sotto indicano che più di una persona non si è identificata nel “chiassoso” tentativo di alcuni (diligentemente riportato dalla stampa) di dichiarare l’intera regione contro il progetto Parco Adula.

Ma detto ciò preferisco concentrarmi sulle preziosissime informazioni fornite da Marcello. Inizio da quella sulla composizione del “Consiglio di fondazione del Parco engadinese” e lasciando ad una futura visita le altre, anche preziosissime, informazioni.

Qui sarebbe veramente utile capire cosa propone il progetto: non solo il mandato, ma anche la composizione di tale Consiglio. La domande che sorgono sono: “Come funzionerà la gestione del Parco?”, “Come e quale partecipazione avranno le regioni interessate?” “Si replicherà il modello engadinese?”

Chiaramente la partecipazione di Pro Natura e dell’Accademia svizzera delle scienze naturali mi sembra lecita (dopotutto parliamo di una riserva naturale che necessita una base scientifica) ma questo progetto interessa una complessa composizione politica/geografica (e per politica non intendo la “partitica” locale) che vede due cantoni, quattro regioni, e non ricordo adesso quanti comuni … senza considerare la questione culturale delle tre lingue. Come verrà rappresentata questa complessa unicità?
marcello
inserito il: 24.6.2009 0:57
Direi che ad essere impallinato non è stato il Parco ma piuttosto i loro promotori!
Moderatrici
inserito il: 23.6.2009 19:40
Cari utenti interessati a questa tematica,

oggi su "laRegioneTicino" in prima pagina è apparso un commento dell'economista Ronny Bianchi, originario della Valle di Blenio, che ci pareva interessante condividere con voi.

Cogliamo altresì l'occasione per ringraziare tutti gli utenti di questo forum, e in particolare di questa delicata tematica del PARC ADULA, per i loro qualificati, documentati ed interessanti contributi, che speriamo possano dare una mano a farsi un'idea sempre un po' più precisa su questo progetto.

Naturalmente invitiamo Ronny Bianchi a partecipare alla discussione, se la cosa può fargli piacere. Sarà il benvenuto.

Buona giornata e buona lettura,
le Moderatrici

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PARCO NAZIONALE DEFINITIVAMENTE IMPALLINATO?

di Ronny Bianchi

Sia la Valle Maggia, che la Valle di Blenio e la Mesolcina, sembrano non voler lasciare spazio alla creazione di un nuovo Parco nazionale. Alla presentazione pubblica del progetto, le opposizioni sono state decise. Ma sono anche razionali?

La risposta sembra negativa. Dapprima bisogna chiedersi quale potrà essere il futuro di queste regioni periferiche allo stato attuale. I dati sono preoccupanti: invecchiamento della popolazione, spopolamento progressivo (da contenuto a preoccupante), turismo in difficoltà, struttura economica centrata prevalentemente su attività artigianali locali senza possibilità di crescita. In prospettiva non sembra esistano spazi per un miglioramento. Anzi, è ragionevole ipotizzare che la situazione potrebbe anche peggiorare perché sempre più le attività economicamente interessanti si polarizzano nei o attorno ai centri urbani. Anche le due principali attività oggi presenti nelle valli sono a rischio.

L’agricoltura e l’allevamento (vedi anche intervista a pagina 2) sono a repentaglio a seguito degli importanti mutamenti della politica agricola nazionale.Difficilmente, agricoltura e allevamento, potranno continuare a garantire un reddito adeguato agli addetti del settore.

Il settore turistico è decisamente obsoleto: quello invernale è altamente instabile e soggetto a fallimento, mentre l’offerta turistica estiva è largamente insufficiente. Inoltre, anche in questo settore, sono in atto cambiamenti a livello politico (nuova politica regionale) che richiedono un drastico cambiamento di mentalità e di approccio.

Il Parco nazionale rappresenta invece un’interessante alternativa. Chiaramente non è possibile avere la classica moglie ubriaca e la botte piena, perché l’adesione a un simile progetto include delle limitazioni che comunque appaiono relative rispetto ai benefici. Vediamo, ad esempio, alcuni aspetti del progetto del Parc Adula. I promotori hanno presentato tre varianti nelle quali la zona centrale del Parco ha superfici diverse. Se la variante ‘maxi’, appare forse eccessivamente estesa, le altre due sono invece interessanti. In queste due varianti la zona centrale – che evidentemente impone regole molto restrittive – coincide con zone che già oggi sono soggette a forme di protezione seppure minori. L’adesione al Parco comporta degli obblighi e delle rinunce rispetto alla situazione attuale, ma oggettivamente non sembrano così insopportabili da portare a un rifiuto del progetto, anche perché sul piatto della bilancia è necessario porre anche i benefici che sembrano decisamente superiori.

Il Parco Nazionale dell’Engadina è visitato da circa 150 mila persone ogni anno e rappresenta la fonte primaria di reddito per i residenti. I promotori del Parc Adula prevedono investimenti diretti per oltre 100 milioni di franchi, ai quali vanno aggiunte le ricadute indirette. Oggi le tendenze del turismo internazionale si possono dividere in due filoni: quello di massa delle grandi destinazioni e quello che possiamo definire come ‘naturalistico’ e che negli ultimi decenni ha conosciuto una significativa crescita. Sempre più persone cercano destinazioni che li riportano a contatto con la natura e indubbiamente un parco nazionale risponde pienamente a questi criteri. Inoltre, rappresenta un marchio internazionale che può portare – se gestito bene – ad importanti benefici.

Ma il discorso economico non è probabilmente quello più importante. Un parco nazionale permetterebbe di riqualificare un’importante regione alpina, che altrimenti corre seri rischi di andare incontro a difficoltà irreversibili. La posta in gioco è importante: mantenere i ‘vantaggi’ attuali in termini di caccia, allevamento, gestione del territorio (sembrano questi i punti sui quali si avanzano le maggiori riserve), o affidarsi a un progetto più vasto (che non elimina i vantaggi precedenti ma semplicemente richiede una gestione diversa) che potrebbe garantire un futuro roseo a queste regioni? La questione dovrebbe perlomeno essere approfondita senza preconcetti.

FONTE: "laRegioneTicino", 23.06.2009, p.1 e p.23
marcello
inserito il: 23.6.2009 2:32
Il direttore del Parco nazionale (PN) engadinese sig. Dr.Heinrich Haller mi ha trasmesso per posta il rapporto annuale per l’esercizio 2007, il 2008 uscirà il mese prossimo, si tratta di un rapporto di quasi 80 pagine redatto in tedesco e francese, chi fosse interessato può chiederlo a info@nationalpark.ch ; qui di seguito vi riporto un brevissimo riassunto.

L’attività 2007 del PN è stata contraddistinta dalla realizzazione del nuovo centro amministrativo a Zernez attraverso il risanamento del Castello “Planta-Wildenberg” e la costruzione di un nuovo moderno centro d’informazione per i visitatori nelle immediate vicinanze.

Posti di lavoro: Direttore 1, Amministrazione 5, segretariato 1, Guardia-parco 9, Comunicazione 10, Ricerca 2, Info e Informatica 4. Per un totale di 22 posti di lavoro a tempo pieno.

Conto economico 2007:
Entrate 9.788 MIO, Uscite 9.787 MIO
Bilancio 2007: 14.613 MIO

Le cifre per l’anno precedente sono sensibilmente inferiori: Entrate 5.689 MIO, Uscite 5.688 MIO
Bilancio 2006: 9.550 MIO

L’aumento è dovuto alla realizzazione della nuova sede e dell’info-centro.
Da segnalare alle entrate:
I contributi della Confederazione:
- 3.069 MIO quale contributo ricorrente per la gestione del parco.
- 0.427 MIO quale indennità per l’affitto dei terreni e il mancato sfruttamento del bosco ai 5 comuni.
- 0.073 MIO quale indennità per opere di prevenzione e indennità per i danni causati dalla selvaggina al di fuori del parco.
Da segnalare ancora i contributi straordinari della Confederazione e lo sponsoring di numerose aziende e privati a favore del nuova sede e dell’info-centro per un totale di 5.125 MIO

Da segnalare alle Uscite:
- 2.1 MIO per gli stipendi del personale
- 5.121 MIO per la nuova sede e l’info-centro

Attività nel parco:

- Guardia Parco: oltre che a garantire l’accessibilità dei sentieri attraverso il ripristino di manufatti quali, ponti ecc, queste persone svolgono una importante attività formativa riguardo la conoscenza delle possibili malattie degli animali del Parco, la comunicazione al pubblico e altre attività correlate

- Ricerca: riveste un ruolo importante, innumerevoli sono i ricercatori che frequentano il Parco, altrettanto numerose sono le pubblicazioni di studi e ricerche nei più svariati campi.

- Fra le numerose attività mi sembra di capire che si sta puntando molto sull’informatica, attraverso degli aggeggi elettronici che i visitatori possono noleggiare per le loro passeggiate, così pure altre novità di questo genere sono o saranno presenti nel nuovo info-centro di Zernez.
Ursula
inserito il: 22.6.2009 4:45
Ciao Alfiero e Richi
e io cosa ho detto? Semplicemente di non limitarsi in questa fase a dire NO e basta, ma piuttosto di porre riflessioni e domande, cosa che state facendo entrambi mi pare! Essere costruttivamente critici.
Io che non capisco sono coloro che dicono semplicemente NO senza entrare in materia, non di certo quelli che pongono i dubbi. Ma è solo un'opinione come tante: non li capisco e basta, lo ritengo un atteggiamento penalizzante per la Valle perchè è come tagliarsi le gambe da soli.
Credo sia prematuro esprimersi per un sì o per un no adesso. E mi dà il nervoso pensare di dire di NO a qualcosa che non conosco ancora in modo approfondito.
Richi
inserito il: 22.6.2009 4:15
Salve Alfiero, salve Ursula,
concordo con Alfiero... sollevare dubbi, critiche e domande, ricercare informazioni ecc è una cosa che ognuno deve sentirsi libero di fare, per conoscere meglio la materia.

Ursula dici giustamente che bisogna "pretendere che tutte le carte vengano messe sul tavolo". Ma appunto, è quello che non è stato fatto dal Gruppo promotore lo scorso 2 giugno. Peccato. Chi in sala era già più propenso per il no che per il sì, quando è uscito sicuramente ne avrebbe piazzati altri, di striscioni... E' stato fatto un grande errore di impostazione e di trasmissione delle informazioni che veramente la gente si aspettava. Personalmente rispetto le opinioni altrui, anche dei contrari. E' vero che sarebbe comunque magari interessante sentire anche le loro motivazioni e reticenze, ai fini di un dialogo costruttivo.
alfiero
inserito il: 22.6.2009 3:43
Salve Ursula,
non mettiamo tutto in una pentola a far minestra, per favore, distinguiamo l'opinione sul Parco dall'amore per la Valle, catalogare già sin d’ora chi si esprime, chi è perplesso, confuso, e chi cerca informazioni, chi solleva riflessioni, in favorevoli o contrari è arbitrario, non so in quale categoria mi metti, ma io ho espresso solo domande e sollevato riflessioni, non mi sono ancora fatto un’idea. D’altronde a questo stato delle informazioni, e dei ragionamenti ancora da fare cui tu stessa giustamente accenni, ci si potrebbe chiedere se chi dice di sì sia in chiaro, sappia in buona sostanza tutto, (i parchi che si vogliono fare in Ticino sono 2) oppure non si trovi nella stessa condizione che hai descritto per chi dice di no

Questo sito, una buona possibilità di dialogo, offerta su di un piatto d’argento, attende, secondo la mia valutazione, contributi costruttivi anche da parte di chi avrebbe cose veramente interessanti da dire e potrebbe dirigere un dialogo, mi sembra che riporti pochi no, ma tante domande e tanta perplessità, libertà democratica da applaudire, non da rimproverare!!!!!!!!!!!!

Scusami ma sei stata troppo severa...
PARC ADULA
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