Blenio Café
PARC ADULA
Fiordaliso
inserito il: 25.9.2013 6:23
CHE DIRE? CHE SCRIVERE?

A chi legge le esternazioni di Scriba Montano resta la facoltà di almeno porsi qualche domanda:

Quando si dice che vengono date solo informazioni "di parte" … a quale "parte" ci si riferisce? …forse la "parte" dell'omino cattivo?

Con "niente di concreto" cosa si intende? … i finanziamenti federale, cantonale e privato che già oggi si riversano nella regione a sostegno del progetto (oltre Frs 6 mio)? … o a quelli che annualmente verranno assegnati al Parco nazionale se verrà accettato dalla popolazione? o all'indotto che si genererà con lo sviluppo del settore turistico?

Quando si scrive di "deroghe non certificate e confermate" ci si riferisce alla "certificazione" dell'Ufficio federale competente (UFAM) e alle "conferme" scritte del Consiglio federale? .. o si intende che non dobbiamo credere a quanto scrive il Consiglio federale?

E già che ci siamo perché non facciamo un po' di chiarezza su tutte queste "cose sottaciute" che spesso e volentieri vengono tirate fuori dal cappello magico. Di che parliamo? Cos'è che non viene detto? Perché Scriba Montano non illumina anche noi?

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Credo che sia legittimo fare domande ed esigere risposte. Parc Adula, i nostri sindaci e i rappresentanti delle nostre istituzioni hanno la responsabilità e il dovere di rispondere a queste domande. Però è meno legittimo far finta che le risposte non vengono date … e soprattutto è molto meno legittimo cercar di far credere ad altri che le risposte non vengono date.
lo scriba montano
inserito il: 24.9.2013 21:49
Sondaggio so già cosa voterò, oppure aspetto ulteriori informazioni.

Risposta semplice; fino a che le informazioni date sono di parte, cioè niente di concreto, nessun punto (almeno finora) che dimostra un ritorno economico... e tanto altro...

Purtroppo finora solo teorie (tanto fumo poco arrosto).
Riunioni con interventi da imbonitori, richieste di deroghe agli articoli dell'ordinanza peraltro non certe e certificate e quantomeno non confermate le possibilità di tali deroghe da parte delle autorità centrali (Buval ecc..)
Esempio; finora l'autorizzazione a volare con aeromobili e relativo rifornimento capanne è di competenza dell'UFAC. Da domani resta l'autorizzazione UFAC che sarà sovrapposta dall'impedimento dato dall'ordinanza sui parchi; quindi iniziare a portare a spalla, e con l'asino (sempre che l'asino sia d'accordo).

E tante altre cose sottaciute...(volutamente oppure misconosciute e prese con superficialità??)

Arriveremo almeno il giorno prima della votazione a sapere qualcosa di concreto??
marcello
inserito il: 22.9.2013 15:10
9 Proposte/Idee rimaste lettera morta..... che dire?
Moderatrici
inserito il: 19.9.2013 23:50
Cari utenti,
sul tema del Parc Adula e in collaborazione con il mensile "Voce di Blenio", lanciamo questo mese un sondaggio attualissimo:

www.vallediblenio.ch/vdbi_sondaggio.php

C'è chi è convinto di votare SI al Parco, c'è chi è convinto già ora di votare NO. Ce ne sono tanti ancora indecisi. E' vero che i mass media, stampa e TV, sia pubblici che privati hanno il dovere di informare. Ma è anche vero che non bisogna sempre aspettarle, le informazioni (sia pro che contro, per farsi un'opinione corretta), ma bisogna a volte andarle a cercare, interessarsi!

Nel nostro archivio della Cronaca, solo per fare un esempio, si può ricostruire tutto il progetto, dagli inizi fino ai giorni nostri, attraverso i numerosi articoli via via pubblicati dalla stampa cantonale, basta selezionare l'anno a fondo pagina (il numero tra parentesi accanto alla data è il totale degli articoli inerenti la Valle di Blenio archiviati quell'anno) e far scorrere l'elenco, cliccando poi sull'articolo selezionato:

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronarch.php?ycron=

Buona lettura!

Fiordaliso
inserito il: 18.9.2013 18:53
Copio qui sotto -- e sottoscrivo nella sua interezza -- il contributo di Roberto Kufahl (Grumo di Torre) pubblicato ieri 17 settembre 2013 sul Corriere del Ticino.

... ... ...
Il Parc Adula sempre più attuale

Forse la mia motivazione di dire sempre qualcosa a favore del Parc Adula sarebbe minore, se non ci fosse stato quel plebiscito dei cittadini di Cevio, che nel 2009 hanno tolto la partecipazione del territorio comunale al progettato Parco del Locarnese. Ho in mente gli umori tipicissimi di un «bavonese di cuore», del signor Niccolò Giovanettina di Cavergno, che si rallegra di aver «avversato quel progetto» e si arresta a un passato permanente: infatti «il passato di posti come la Bavona è lì con le sue testimonianze, le sue storie, le sue vicende, la sua lezione di forza e di coraggio. E proprio in virtù di quel passato sarebbe triste trasformare la montagna in semplice riserva naturalistica»(laRegione, 6.5.2010). È un punto di vista che non condivido affatto, se si fanno i conti con le condizioni di esistenza umana del tempo presente e non del passato irrepetibile. «Foroglio e la Val Bavona meritano altro», dice il vallerano, ma non dice che cosa e per mano di chi: sostegno speciale all'agricoltura, interazioni col Locarnese, nuove attività? Immagine tanto retrospettiva, quanto mancante di prospettive. Nemmeno lo studio commissionato dal Municipio di Cevio alla Supsi può indicare un vero sviluppo della vita tradizionale della Bavona. Dallo stesso articolo appena citato apprendo che Germano Mattei, il fondatore del partito Montagna Viva, giudica il gran rifiuto dei valmaggesi «un autogoal». Può anche darsi che alcuni piangono ora sul latte versato, ma il Parco del Locarnese resta monco della parte alpina. Per questo io spero fortemente che una simile vicenda non si ripeta nella Valle di Blenio, cioè che il Parco non resti ridotto a secondo parco nazionale solo grigionese. Lasciamo ai vecchi sonni tranquilli e immagini nostalgiche, ma pensiamo a stimolare i giovani con prospettive realistiche, aperte alla mobilità degli altri e all'interazione con gli altri !

Spira un'aria ben diversa sul Parc Adula rispetto alla partenza. Il progetto è sempre più attuale dopo il lavoro esplicativo con gli enti e le associazioni locali da parte di un team giusto messo nel modo giusto. Per i due punti più critici che riguardano il Ticino, si stanno già discutendo delle intese sui diritti di pascolo e sulla percorribilità di tracciati alpinistici definiti/non definiti secondo le guide, mentre l'Ufam ha garantito l'approvvigionamento delle capanne via elicottero e la concessione di futuri ampliamenti in vista del maggior numero di visitatori. La Carta del Parco è in via di allestimento. Stefano Quarenghi, direttore del progetto, è presente ogni volta che nei media è opportuna la spiegazione delle attività correnti. Nel n.2 della pubblicazione «Parc Adula» si legge la sua lettera aperta al direttore della SRG SSR, che rivendica la rettifica di informazioni errate e la presenza della voce che rappresenta il progetto. Se allora Roger de Weck il cui spirito apertissimo e colloquiale gli ha fatto coniare l'idea-guida «riunire la Svizzera dei microcosmi» sarà attento, alla Rsi non dovrebbe più passare il documentario sulla Greina prodotto nel 2000 dal bleniese Federico Jolli. Qui il conduttore Delli Ponti fa allusione a «sognatori» poco identificabili (ecologisti?) che vorrebbero per loro la preservazione dell'altopiano alpino. Compaiono anche la voce «feroce» di Alessio Rigozzi con l'ipotesi infondata che il Parco cancella i diritti di pascolo, la voce di Antonio Cima che si mostra preoccupato della moltitudine annunciata che «deturpa», la voce dello scrittore-pastore Leo Tuor di Somvix che si dice disturbato dalle abitudini estranee alla tradizione. Rigozzi, Cima e Tuor arrivano già nel 2000 in ritardo, perché il progetto è latore di una visione propositiva che, messa anche a confronto nella discussione con i residenti delle cinque regioni interessate, supera le loro impressioni soggettive. Rivolgo una domanda a Cima: è meglio sperare candidamente che siano sempre solo in pochi i visitatori della Greina, oppure è meglio promuovere una regolamentazione che riduca (teoricamente a zero) gli influssi antropici sull'ambiente? L'illusione che la Greina resti isolata, riservata agli autoctoni, chiusa alla frequentazione di foresti vicini e lontani, è già definitivamente infranta. Le città si riempiono e il flusso dei cittadini che si spingono in periferia a conoscere la natura è inarrestabile. Quanto a Tuor, le sue robinsonate tra il vendere gli scritti in città e il curare le pecore in montagna mi stanno anche creative e curiose, però si sarà accorto che al mondo e in Greina non c'è solo lui.
lo scriba montano
inserito il: 18.9.2013 1:36
molto semplice

se si vuole parlare di cultura e di storia locale, necessita conoscerla.
Se si vuole conoscere la cultura e la storia locale, necessita studiarla, ma imperativo necessita essere radicati ed impegnati.

Pseudo studiati e pseudo conoscitori ce ne sono tanti ma....
Ulteriore dimostrazione; le teorie che arrivano dal di fuori lasciano.. quel che lasciano.

Se non conosci il passato, non puoi fare il futuro.
marcello
inserito il: 17.9.2013 6:01
Il Flyer distribuito dai responsabili del progetto inerente all’itinerario attraverso il Passo Soreda non può sfuggire ad una critica negativa riguardo il contenuto.

Si parla di punto d’incontro fra due culture, e allora mi chiedo come si può cosi maldestramente non citare, fosse solo per un semplice gesto di rispetto, i nostri antenati bleniesi , che per secoli, con il loro bestiame, hanno attraversato questo faticoso valico in cerca di pascoli migliori?

Ricordo pure che sul tema Alpe Soreda, ora Lapertschalp, è stato pubblicato un libro

hsozkult.geschichte.hu-berlin.de/rezensionen/type=...
Richi
inserito il: 14.8.2013 20:20
"Non chiederti cosa può fare lo Stato per te,
chiediti cosa puoi fare tu"

Lo disse John Kennedy

Al di là di ciò, è vero che la targa con la scritta in italiano non potevamo pensarla noi, ma chi è ai vertici del progetto...

Per tutto il resto, diamoci una mossa...!!! :-) che venga o no il Parco, ma diamoci una mossa!
Fiordaliso
inserito il: 14.8.2013 18:30
ah, ... caro Alfiero, ecco che le tue parole ora hanno tutto un altro suono e le idee che proponi sono valide e degne di considerazione. Forse ho interpretato male le intenzioni del tuo post precedente -- il tuo chiarimento cambia completamente il significato di quanto hai scritto. È evidente che non possiamo farne una colpa al progetto Parc Adula se quelli di Medel si avvantaggiano come possono delle opportunità che si creano con il proposto parco nazionale ... possiamo chiederci però cosa possiamo fare noi e non stare con le mani in mano ad aspettare che qualcun altro fa il lavoro per noi. Le idee che proponi sul tavolo certamente vanno nella direzione di un dibattito costruttivo e propositivo ... poi se dopo se ogni tanto ci metti un po' di "fuoco critico" per animare la discussione e scuotere gli animi (per non dire la pigrizia tipica di certi fondoschiena) mi sta anche bene. L'importante però è avere le idee e metterle in pratica - non solo le critiche - e questo tocca a noi tutti.
alfiero
inserito il: 12.8.2013 20:28
Io, Fiordaliso, non intendevo esagerare, fra le dimenticanze banali che si ripetono e il complotto (che non ho detto io) c’è ampio spazio per una nostra rispettabile presenza. Questa banalità non è senza precedenti, (ci è voluta la critica per avere mezzo posto di lavoro in Blenio). E’ un dato di fatto che il Grigioni è molto dinamico nel preparare lo sfruttamento degli indotti con l’aggiunta di quant’altro lasci sperare in un ritorno di benefici economici. L’area del parco è, per gli aspetti del turismo, ridotta e non servono doppioni, da qui una sana concorrenza è inevitabile, anzi auspicabile. Quindi collegare Campra al progetto Sawiris con una buona apertura 12/12 del Lucomagno sarebbe auspicabile ed urgente. Poi, la porta Bleniese del parco, ho sentito che la si vuol fare in alta montagna, varrebbe la pena valutare l’ipotesi di una porta di grande visibilità e “marketinggenica” a Loderio nei pressi delle vie di comunicazione, in presenza di agriturismi e spazio patriziale, con pozzi naturali in cui tuffarsi e strutture a portata di viandanti da creare, con l’accesso alle montagne attraverso tutta la valle di per se degna di visione.

Il nostro abituale rapporto con le nostre montagne, avevo sottolineato dal punto di vista ecologico, occorre convenire, è stato tutt’altro che fallimentare. Anche dal punto di vista della convivenza economica che è sfociata negli agriturismi e nell’esemplare ammodernamento dell’agricoltura, e qualità dei suoi prodotti nulla ci lascia invidiare ad altri.

E’ l’incertezza che esclude l’assunzione di rischio da parte degli operatori privati a determinare le chiusure a ripetizione, ma qui a parco quasi fatto si ricade al capitolo primo: il dibattito che consti di benefici e inconvenienti, ad opera di favorevoli e contrari: non può essere sostituito dall’obbligo individuale di informarsi.
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